Decreto dignità, scontro tra Di Maio e Confindustria.

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E’ scontro fra Confindustria e il ministro Lavoro Luigi Di Maio sul decreto dignità. Dopo la relazione degli industriali che stamane ha stroncato il decreto – paventando “potenziali effetti negativi sull’occupazione oltre quelli stimati nella Relazione tecnica del Decreto” -, il vicepremier è passato al contrattacco, accusando l’associazione di fare “terrorismo psicologico”.

“Il fatto che per contratti tra i 12 e i 24 mesi sia richiesto alle imprese di indicare le condizioni del prolungamento, esponendole all’imprevedibilità di un’eventuale contenzioso, finisce nei fatti – si legge nella relazione che Confindustria ha presentato oggi in occasione dell’audizione di alcuni suoi rappresentanti, davanti alle Commissioni riunite di Lavoro e Finanze alla Camera – per limitare a 12 mesi la durata ordinaria del contratto a tempo determinato, generando potenziali effetti negativi sull’occupazione oltre quelli stimati nella Relazione tecnica al Decreto (in cui si fa riferimento a un abbassamento della durata da 36 a 24 mesi)”.

Perplessità ribadite poi dal direttore generale di Confindustria, Marcella Panicucci: “Pensiamo – ha detto – che il decreto dignità parta da presupposti sbagliati e non tenga in considerazione i dati effettivi degli ultimi anni. C’è il presupposto di aumento eccessivo della precarietà. Noi condividiamo la lotta agli abusi, ma nel decreto ci sono misure eccessive rispetto all’obiettivo. I dati non mostrano un aumento della precarietà“.
Secondo l’associazione degli industriali, “la migliore strada è agire sul costo del contratto a tempo indeterminato, con una riduzione netta del costo del lavoro”. Il “punto critico – continua Panucci – è la reintroduzione delle causali, che non costituiscono un vero meccanismo di tutela, ma un onere e un rischio sia per l’impresa che per il lavoratore. Siamo dell’idea che dovrebbero essere eliminate almeno per i contratti fino a 24 mesi”. Le novità introdotte sull’indennità di licenziamento, aggiunge Panicucci, “rendono più difficile l’applicazione di contratti a termine e scoraggiano quelli a tempo indeterminato”.Sarebbe opportuno, aggiunge, “evitare brusche retromarce” sulle riforme già avviate. mentre serve che il quadro delle norme sia assicurato da “stabilità e certezza”. Attraverso l’esame del decreto in Parlamento, sostiene ancora Panicucci, “si potranno approvare correzioni che garantiranno una crescita sostenibile e inclusiva dell’Italia, favorendo la competitività delle imprese e la valorizzazione del lavoro”.
“Il decreto dignità di fatto non distingue la delocalizzazione buona” da quella selvaggia “che va contrastata”, continua il direttore generale, per il quale le misure contenute nel decreto “renderanno più incerto e più imprevedibile il quadro di regole in cui operano le imprese, disincentivando gli investimenti e limitando la crescita”.
Infine, il contrasto alla ludopatia contenuto nel dl dignità è condivisibile “ma il divieto assoluto della pubblicità ci sembra eccessivo”, spiega. Quelle prese di mira dal documento “sono attività lecite – sostiene – che se troppo vincolate rischiano di dare spazio a quelle illecite”. Secondo Panucci, “si potrebbero immaginare meccanismi differenti, chiarendo meglio gli spot. La pubblicità ha un valore informativo”.

DI MAIO ALL’ATTACCO – Parole che hanno scatenato la reazione di Di Maio. “Confindustria – ha commentato il ministro su Facebook – oggi dice che con il Decreto Dignità ci saranno meno posti di lavoro. Sono gli stessi che gridavano alla catastrofe se avesse vinto il no al Referendum, poi sappiamo come è finita. Sappiamo come finirà anche in questo caso. Non possiamo più fidarci di chi cerca di fare terrorismo psicologico per impedirci di cambiare“.

“Il Decreto Dignità – continua il ministro – combatte il precariato per permettere agli italiani, soprattutto ai più giovani, di iniziare a programmare un futuro. Cioè permette di creare quelle condizioni che sono la base per fare impresa, per rilanciare i consumi e per creare un circolo virtuoso. Dopo anni di precariato, e di leggi che hanno massacrato i lavoratori, è ormai evidente che queste politiche non hanno aiutato nessuno: né i lavoratori, né gli imprenditori. Sono convinto che gli effetti del Decreto Dignità porteranno anche Confindustria a questa conclusione”, prosegue. E conclude: “siamo dalla parte dei cittadini, e non faremo nessun passo indietro”. (AdnKronos)

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