EAV, M5S lancia petizione per chiedere le dimissioni di De Gregorio.

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“Di fronte alle immagini di passeggeri costretti a percorrere a piedi i binari della Circumvesuviana, dopo essere scesi dall’ennesimo treno in fiamme, De Luca ha dichiarato che ‘bisogna prendere il mitra’. Ebbene, la domanda che noi rivolgiamo oggi al presidente della Regione Campania è: il mitra verso chi lo puntiamo?”. Così la capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino, nel corso della conferenza stampa pubblica organizzata nell’area antistante il terminal Porta Nolana della Circumvesuviana con i consiglieri regionali M5S Tommaso Malerba, Maria Muscarà e Gennaro Saiello e i consiglieri comunali M5S dei comuni attraversati dalla Circumvesuuviana.

“Chi è abituato a viaggiare in auto blu come De Luca – ha proseguito Ciarambino – non può conoscere il dramma che ogni giorno vivono centinaia di migliaia di pendolari che prendono la Circumvesuviana con la consapevolezza che forse partiranno, ma non sanno se e quando arriveranno a destinazione. Quello che De Luca chiama miracolo, noi lo chiamiamo inferno Circumvesuviana. E i dati ci danno ragione”. Da un dossier realizzato dal Gruppo regionale del Movimento 5 Stelle emerge che nei soli primi sei mesi del 2019 sono state soppresse 1650 corse della Circumvesuviana a fronte delle 340 in tutto l’anno 2018. I ritardi hanno raggiunto picchi di 40-50 minuti, con casi limite di un’ora e mezza, mentre i casi di avaria, guasti e incendi sono saliti a 56 nel primo semestre 2019, praticamente uno ogni 3 giorni. Nel frattempo, il presidente e direttore di Eav, Umberto De Gregorio, si è triplicato lo stipendio, passato dagli oltre 40mila euro agli attuali 140mila. Di fronte a questo disastro certificato dai numeri, con una mozione presentata in Consiglio regionale e una petizione che lanciamo oggi su change.org (http://chng.it/ZHrBQbWQ) chiediamo l’immediata rimozione di De Gregorio e di tutti i vertici Eav”. Ciarambino ha inoltre annunciato la richiesta di un Consiglio straordinario monotematico “per discutere in aula dell’emergenza trasporti in Campania”.

“Nel 2015 – ha ricordato Tommaso Malerba – è stato confezionato un appalto da 80 milioni di euro per il revamping di 37 vettori, ovvero di 25 Etr e di 12 elettrotreni. Il cronoprogramma prevedeva la consegna di un treno al mese a partire dal giugno del 2016. Siamo quasi a fine 2019 e ad oggi è arrivato un vettore e mezzo. C’è una chiara responsabilità politica di una gestione disastrosa della prima società regionale dei trasporti d’Italia, che serve oltre 100mila utenti al giorno, con ripercussioni sulla qualità della vita di famiglie, lavoratori, studenti, per non dimenticare i tanti turisti che percorrono quella tratta per raggiungere Pompei, Ercolano e la penisola sorrentina”.

“De Gregorio – ha aggiunto Gennaro Saiello – sostiene che il numero dei casi di avaria e di guasti è in linea con la media degli ultimi anni. Ha fatto male i suoi calcoli, perché fino al 2011 avevamo circa 500 corse al giorno, mentre oggi, sotto la gestione di questo management, le corse si sono dimezzate. Se il numero degli incidenti non è variato, vuol dire che oggi sono il doppio di quello degli anni passati. Senza dimenticare un altro assurdo paradosso. Per non dover sopprimere sistematicamente le corse, De Luca e De Gregorio hanno cambiato il corso delle stagioni, allungando l’orario estivo delle linee Napoli-Sarno, Napoli-Baiano, Napoli-Poggiomarino, con una corsa ogni ora fino al 30 novembre, trasformando i vagoni dei treni nelle fasce maggiore affollamento in carri bestiame”.

“Ieri sera – racconta Muscarà – noi consiglieri regionali siamo saliti a bordo dei treni della Circumvesuviana per condividere con i pendolari il disagio di questi viaggi della speranza, documentandoli con video drammatici che divulgheremo in queste ore. Abbiamo viaggiato in condizioni vergognose, schiacciati gli uni agli altri, senza alcun rispetto per le misure minime di sicurezza. Un altro fenomeno agghiacciante è relativo ai dati della qualità dell’aria, certificati da Arpac, nelle aree che abbiamo attraversato con questo treno. In queste zone ogni anno si superano i cento giorni di sforamento. Praticamente un giorno su tre l’aria in queste zone è irrespirabile, colpa del fallimento del trasporto pubblico che costringe le persone a ricorrere al mezzo privato. Basti pensare che negli ultimi 5 anni (dati Pendolaria) sono oltre 158mila i pendolari che hanno abbandonato il trasporto pubblico in Campania per i mezzi privati, che si traduce in circa 80mila automobili ritornate a circolare sulle nostre strade”.

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