Eurostat: in Campania solo il 40% dei residenti ha un lavoro.

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Impietoso. Il quadro tracciato dal Regional Yearbook (Annuario Regionale) pubblicato da Eurostat è desolante, per la Campania, ma anche per tutto il Sud.

La Campania è una regione senza lavoro.

In Campania solo il 40,1% della popolazione residente risulta occupata, uno dei dati più bassi in tutta Europa, a fronte di una media nazionale che si attesta al 57% per non parlare di quella europea che risulta il 72%.

Non se la passano meglio la Sicilia (che è la regione europea a più alto tasso di Neet, cioè giovani che non studiano e non lavorano), la Calabria e la Puglia.

L’annunciata ripresa economica non riguarda purtroppo le regioni del Sud.

La Campania peraltro è una delle regioni con minor percentuale di laureati, solo il 19,6% dei giovani campani ha un titolo di studio universitario, contro contro il 26,2 % della media nazionale e il 39,1% di quella europea.

Sono dati che naturalmente inchiodano le istituzioni locali alle loro responsabilità.

Primo tra tutti naturalmente il governatore Vincenzo De Luca: “A fronte dei 200.000 nuovi posti di lavoro vagheggiati da De Luca emerge un dato decisamente preoccupante che pone la nostra regione agli ultimi posti in Europa. Questi dati spaventosi sono per tutti un monito a rimboccarsi le maniche e a lavorare per migliorare le condizioni dei nostri lavoratori» aggiunge Cesaro, che attacca duramente il governatore, accusandolo di «trascinare la Campania agli ultimi posti in Europa”, è il commento di Armando Cesaro, coordinatore regionale di Forza Italia.

Ne ha anche per il sindaco di Napoli De Magistris Guglielmo Vaccaro, coordinatore regionale di Energie per l’Italia (il movimento di Stefano Parisi):

“Questo il risultato delle politiche ‘straordinarie’ di De Luca e della ‘rivoluzione’ di de Magistris. Il rapporto pubblicato oggi da EUROSTAT mette su carta la reale situazione in Campania, tra le peggiori in Italia con un tasso di occupazione al 41%. Un dato imbarazzante,  siamo ben al di sotto della media nazionale (57%) e ben più lontani da quella europea (72%). Occorre una svolta, partendo da politiche territoriali e politiche nazionali che insieme possano invertire questo dato e far sì che la Campania agganci il trend di sviluppo del Paese”.

Spinge invece per un cambio di obiettivi (dal pareggio di bilancio alla piena occupazione) il coordinatore regionale del Movimento Sovranista di Alemanno e Storace Salvatore Ronghi: “Il dato secondo il quale quattro regioni del Sud Italia sono tra le peggiori in Europa per occupazione evidenzia che il lavoro nel Sud è una vera e propria emergenza e che il lavoro deve tornare ad essere il baricentro della politica e del sindacato. Calabria, Sicilia, Campania e Puglia sono fra le sole sei regioni europee dove meno di una persona su due lavora con un tasso di occupazione al di sotto del 50% mentre la media in Ue è del 71,1% , è un dato drammatico che mostra il pesante divario occupazionale con l’Europa e con le altre regioni italiane. Occorre rilanciare la piena occupazione e le tutele dei lavoratori attraverso un Piano per lo sviluppo e per l’occupazione che parta dalla Campania e dal Sud Italia per estendersi all’intero Paese. La piena occupazione ed il lavoro stabile e di qualità sono la grande sfida che politica, sindacato, società tutta devono rilanciare e vincere riportando il mondo del lavoro al centro dell’attenzione.

Nell’iniziativa sul lavoro, che si terrà lunedì a Napoli, con la partecipazione di organizzazioni sindacali, tra cui il neo costituito Fronte Italiano per il lavoro e la partecipazione, del mondo delle professioni e delle categorie produttive, apriremo il confronto sulla grande priorità del Sud e del Paese: il lavoro. Non a caso – spiega Ronghi – inizieremo con la vice presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati Renata Polverini, che ha portato in Parlamento le istanze del lavoro maturate da leader sindacale, e con il Segretario nazionale del Mns, Gianni Alemanno che, insieme con il presidente Storace, ha ritenuto rilanciare il grande tema del lavoro in Italia con un corteo che si terrà il 14 ottobre a Roma. ; l’obiettivo – conclude l’esponente del movimento sovranista – è allargare il dibattito a tutte le forze politiche affinchè il lavoro e i lavoratori tornino protagonisti dell’Italia.”

Propone invece l’istituzione di un salario minimo orario legale per tutti il presidente dell’INPS Tito Boeri, sottolineando che questa misura fosse prevista nel JobsAct ma che poi non sia stata attuata la delega. “È paradossale  che questo tema sia stato depennato. L’eventuale introduzione del salario minimo infatti non impedisce di fissare un livello più alto delle retribuzioni con la contrattazione ove la produttività è più alta. Secondo Boeri la riforma del sistema contrattuale è ancora più importante oggi dopo la riforma del regime della protezione dell’impiego (il Jobs act) che ha introdotto il contratto a tutele crescenti. Aumentano le assunzioni ma aumentano anche le separazioni. È ancora più importante la riforma dei contratti perché spinge il lavoro nelle aree dove ci sono prospettive.”

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