“Era ampiamente prevedibile che Moody’s abbassasse il rating della Campania dopo il declassamento dell’Italia. Le Regioni italiane non vivono in un mondo separato. Se si declassa lo Stato italiano si declassano anche le Regioni”. Lo ha detto il governatore Vincenzo De Luca commentando l’abbassamento da BA1 a BA2 da parte dell’agenzia nei confronti della Regione.
“Credo che ci sia anche una ragione di merito in relazione alle Regioni.Se si inasprisce lo scontro con Bruxelles l’Italia potrà dire che di fronte ad una procedura di infrazione non paga più la quota italiana al bilancio comunitario. A quel punto Bruxelles potrà rispondere con il taglio dei fondi europei. E quindi facciamo la festa del piffero. Mi auguro che i nostri governanti trovino il senso della ragione e dell’equilibrio, non abbiamo la forza per combattere contro il mondo intero. Troviamo un pò di ragionevolezza perchè alla fine chi paga è il Sud e i risparmiatori e le famiglie. Per cui eviterei prove muscolari dall’esito improbabile”.
“Il nostro augurio è che gli obiettivi di spesa dei fondi europei siano raggiunti. Perdere risorse per centinaia di milioni sarebbe devastante per una regione come la nostra e un duro colpo per tutti i segmenti produttivi. De Luca ammetta, una volta per tutte, che se registriamo un ritardo record è solo per manifesta incapacità della sua amministrazione regionale. Non cerchi giustificazioni banali, come quando attribuisce il ritardo della certificazione della spesa dei Fesr ai lavori di realizzazione della banda larga, che ammontano a poche decine di milioni. Peggio ancora quando il governatore addebita i ritardi alle lungaggini del codice appalti. Siamo al cospetto di una vera e propria ammissione di colpa. Se sistematicamente piovono valanghe di ricorsi, è perché i bandi sono fatti male. Il codice si applica con gli stessi criteri su tutto il territorio nazionale. Non si capisce, allora, perché soltanto la Campania di de Luca ne paghi gli effetti”. Così la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino.
“E’ serio il rischio di ricorso a progetti “sponda”, interventi già avviati che potrebbero essere inseriti a casaccio nel Programma Operativo regionale, senza alcuna programmazione, con il solo fine di raggiungere l’obiettivo dell’impegno di spesa. Restano appena due mesi per spendere 348 milioni e completare il piano di spesa. Se l’obiettivo dovesse fallire, i cittadini della Campania vedrebbero andare in fumo risorse che avrebbero potuto essere determinanti per rilanciare settori strategici, oltre che creare nuove opportunità di lavoro”.