Governo Draghi, Caldoro: parte sotto buoni auspici ma c’è poco Sud, il premier dovrà trovare la sintesi. Il centrodestra avrebbe potuto limitarsi all’appoggio esterno.

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“E’un Governo nato sotto buoni auspici, un Esecutivo del Presidente che ha una ampia base parlamentare e che dovrà affrontare, come da indicazioni del Capo dello Stato, i temi della pandemia e della ripresa economica”. Cosi Stefano Caldoro, capo della opposizione di centrodestra in Consiglio regionale della Campania, in una intervista rilasciata alla emittente televisiva ‘TeleVomero’.

Rispondendo ad una domanda sulle scelte diverse effettuate dal centrodestra ha detto “e’ sicuramente una condizione particolare. Ogni leader ha seguito un percorso, Silvio Berlusconi per primo ha indicato il professore Mario Draghi quale soluzione necessaria per il Paese, Matteo Salvini ha valutato la possibilità di partecipare e lo ha fatto in tempi non sospetti. Giorgia Meloni in maniera chiara ha fatto una scelta coerente con quello che ha sempre affermato”.

Stefano Caldoro ha poi aggiunto quella che ha definito ‘una ipotesi di scuola’ argomentando “il centrodestra poteva valutare, come altre volte è capitato nella storia repubblicana, l’ipotesi dell’appoggio esterno al Governo. Si poteva cioè assicurare il sostegno a Draghi senza partecipare alla squadra di Governo”.

L’ex Ministro ha indicato poi la strada per i prossimi mesi “ora bisogna lavorare per l’interesse del Paese, per le famiglie e le imprese, ed alle proposte che uniscono il centrodestra”.

Rispondendo ad una domanda sullo scontro in atto nel Governo, in riferimento alla mancata apertura degli impianti sciistici ha invitato l’Esecutivo ad adottare un nuovo metodo “nelle decisioni da assumere serve una visione comune, serve più chiarezza. Non è possibile, ne per gli impianti, ne per altro, cambiare idea 24 ore prima. Non è possibile commettere gli stessi errori del Governo Conte del Pd e del Movimento Cinque Stelle”.

L’ultima considerazione di Caldoro è sul Sud. “Il Sud – ha concluso – è debole, debolissimo, non ha un Ministero con portafoglio, non ha centri di spesa, non ha uomini a sufficienza. E’un giudizio unanime, condiviso da autorevoli opinionisti, da Istituti rappresentativi, dagli operatori economici. Dovrà essere Draghi, che conosce i problemi, a fare da sintesi”.

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