Il punto di Roberto Napoletano. Draghi corre, gli altri fanno rumore Titanic Italia/”Mediare decidere mediare” è l’esatto opposto del “non decidere mai” dell’ultimo ventennio di malgoverno.

Italian Prime Minister in charge, Mario Draghi, addresses the media to announce his list of Ministers after a meeting with Italian President, Sergio Mattarella, at the Quirinal Palace in Rome, Italy, 12 February 2021. ANSA/POOL/ALESSANDRO DI MEO
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In questo progressivo sfaldamento della politica italiana dei partiti della irresponsabilità e il senso di isolamento che vivono le parti sane della rappresentanza politica, i due soli punti fermi sono la rimessa in moto del Paese e la guida ferma di Draghi dell’esecutivo di unità nazionale. Alla fine i teatranti del nulla alzano la mano e dicono sì. Riconoscono a Draghi di avere l’ultima parola. Cambiare la macchina dello Stato e riunire le due Italie superando i suoi tabù e conquistando una crescita da miracolo economico è un’impresa ciclopica ancorché obbligata. La strada da percorrere è piena di insidie, ma è tracciata per l’oggi e per il domani. Perché di fatto comandanti, truppe e megafoni del Titanic Italia non si mettono di traverso
di Roberto Napoletano, Direttore del Quotidiano del Sud – l’Altravoce dell’Italia

È evidente che c’è un quadro politico totalmente in movimento. Non ha importanza che il movimento riguarda ossimori di potere minore dal mondo dell’irrealtà che è il teatro naturale dei Cinque Stelle. Non ha importanza che i movimenti a raggiera che si dipanano fuori da quel teatro alimentano le trame della propaganda che appartengono al posizionamento ideologico dei partiti e alla sondaggite da voto immaginario. Non ha importanza che il Pd è impegnato a ridisegnare il suo fronte perché non sa chi sono i suoi compagni di viaggio grillini e non ha ancora capito bene chi sono loro. Non ha importanza che Salvini in casa fa capire che non si può mettere con la Meloni e insegue una via di governo alla Giorgetti-Zaia, ma appena esce di casa si rimette insieme con la Meloni, con Orban e compagnia cantante sovranista europea.

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