Immigrazione, la partita europea di Conte.

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Lavora sotto traccia il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. A Palazzo Chigi, ieri mattina presto, il premier ha limato il discorso che terrà oggi alle Camere in vista del Consiglio Ue di giovedì e venerdì. La partita è tutta da giocare e l’accordo a Bruxelles decisamente in salita. Ma intanto Conte un risultato pare averlo messo già a segno: lunedì, in gran segreto, ha incontrato a casina Valadier – lontano dagli occhi indiscreti e i taccuini di Palazzo Chigi – il presidente francese Emmanuel Macron, chiedendogli un incontro ufficioso.

Un lungo colloquio tra i due, circa 90 minuti, fondamentale per sbrogliare il nodo della Lifeline, la Ong tedesca da giorni nel Mediterraneo alla ricerca di un approdo sicuro e che dovrebbe raggiungere Malta con il suo carico di migranti: una quota destinata all’Italia che “farà la sua parte”, come annunciato dallo stesso presidente del Consiglio. Decisive per la soluzione della vicenda, viene spiegato da fonti governative, anche le telefonate col primo ministro maltese Joseph Muscat e la cancelliera tedesca Angela Merkel.

Intanto, alla vigilia del Consiglio europeo, Conte è atteso alle 9:30 alla Camera e alle 16 a Palazzo Madama. Nel suo discorso, a quanto si apprende, rivendicherà il cambio di passo sui migranti impresso dal governo ‘giallo verde’. Il premier tornerà a indicare le richieste che l’Italia porterà al tavolo con gli altri partner europei. A partire dall’istituzione dei Centri di protezione internazionale, i cosiddetti hotspot, e il superamento del Regolamento di Dublino. Ma anche la richiesta di intensificare accordi e rapporti tra Unione europea e Paesi terzi da cui partono o transitano i migranti.

L’Italia, come indicato nel documento in 10 punti presentato da Conte al vertice preparatorio di domenica scorsa, chiederà ai partner europei di rafforzare le frontiere esterne e superare il criterio del Paese di primo arrivo, perché chi sbarca in Italia, sbarca in Europa. L’unico modo per uscire dal guado di un’emergenza che ogni giorno si presenta in tutta la sua drammaticità – si ragiona a Palazzo Chigi – è varare un pacchetto di misure che metta d’accordo tutti ma che sia concreto. Consentendo di fronteggiare compattamente la crisi degli sbarchi per far sì che il problema dei ‘movimenti secondari’ – un tema sul quale Merkel è in evidente difficoltà – finisca presto per appartenere al passato.

Al suo arco il presidente del Consiglio italiano sa di poter contare su alcune frecce che possono fare breccia tra gli alleati. Tra queste, la contrarietà alle sanzioni alla Russia dell’Italia e le ottime relazioni, anche se in stato embrionale, del neo governo con il presidente statunitense Donald Trump. E proprio ieri, a Palazzo Chigi, Conte ha visto l’ambasciatore John Bolton, Consigliere per la sicurezza americana, “con cui abbiamo parlato del prossimo incontro con il presidente Donald Trump. A presto a Washington D.C.”, ha scritto lo stesso premier su Twitter lasciando intendere che la partenza per gli Usa è davvero dietro l’angolo. (AdnKronos)

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