di Gennaro Savio
La sanità isolana fa un altro passo indietro e gli ischitani continuano a perdere quei pochi servizi conquistati che col tempo sembravano ormai essersi consolidati. Dopo il drammatico ed improvviso crollo della controsoffittatura della sala d’attesa che nei giorni scorsi solo per un caso non ha provocato morti e feriti, con la riapertura dell’ingresso centrale dell’ospedale, gli isolani hanno avuto un’altra, brutta ed assurda sorpresa. Essendo che le aree interessate dal crollo sono state solo puntellate e gran parte dell’ingresso e degli uffici del CUP sono stati “ingessati” come un sepolcro imbiancato tanto da dare l’impressione che l’ingresso del “Rizzoli” sembri il tunnel di un obitorio, per mancanza di spazio è stato soppresso il Centro Unico di Prenotazione che serviva tutta la popolazione della parte occidentale dell’Isola: assurdo!!! Soppresso senza che nel frattempo terminassero i lavori, si trovasse un’alternativa: che vergogna!!! Una vergogna i cui sono responsabili politici ed amministrativi sono i vertici dell’Asl Napoli 2 Nord, quelli della giunta regionale ed i sindaci isolani i quali, non avendo un minimo di peso politico, continuano a non contare un fico secco nei palazzi della politica napoletana e romana nonostante siano galoppini certificati di consiglieri regionali e parlamentari a cui ad ogni tornata elettorale portano centinaia se non migliaia di voti. Il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista fondato dal compianto Domenico Savio, nello stigmatizzare la vergognosa soppressione del CUP, chiede ai sindaci dell’Isola, almeno in questo caso, un sussulto d’orgoglio e di dignità politica affinché si attivino per trovare immediatamente, in concerto con l’ASL, una soluzione per ridare gli sportelli del CUP alle popolazioni occidentali dell’isola d’Ischia. Al tempo stesso, facciamo appello ai cittadini isolani, alle forze politiche e alle associazioni sinceramente democratiche e progressiste, a scendere in piazza per rivendicare il pieno diritto alla salute di residenti e turisti sempre più compromesso dalla soppressione o dal ridimensionamento dei servizi sanitari e dalle ormai croniche e decennali problematiche che attanagliano l’ospedale “Rizzoli”.