“Nessuna trattativa con il coltello in mano”, dice Ettore Rosato ai cronisti. Ma ieri sera, tanto per fissare un punto, Maurizio Lupi si presenta davanti alle telecamere per mettere la faccia sulla richiesta di Ap di modificare la soglia di sbarramento al Senato, prevista ora dal Rosatellum bis, al 3 per cento su base nazionale. Una soglia troppo alta per i ‘piccoli’ e così la richiesta è di calcolarla su base regionale. Entra chi almeno in tre regioni arriva al 3 per cento. Ad esempio in Sicilia, Lazio, Lombardia. Tanto per citare 3 regioni in cui Ap può contare su un numero di consensi più cospicuo.
Il problema è che Forza Italia, altro contraente del patto su cui si regge il Rosatellum, non sarebbe del tutto d’accordo ad accogliere la richiesta dei centristi. Sebbene in serata gli azzurri hanno fatto sapere che, pur preferendo si resti al testo base, non sarà per questa modifica che faranno saltare l’accordo. Della questione, comunque, se ne discuterà domani in commissione dove i lavori riprenderanno alle 10 ad oltranza per tutta la giornata. Sul tavolo resta, oltre la questione delle soglie appunto, quella delle firme da raccogliere per presentarsi alle elezioni e le norme per l’equilibrio di genere.
Sugli altri punti principali della legge, la commissione si è già espressa oggi e nelle votazioni l’accordo a 4 Pd, centristi, Forza Italia e Lega non è mai venuto meno. Sono stati respinti tutti gli emendamenti sul voto disgiunto, sulle preferenze, sul premio di maggioranza, sullo scorporo ed è stato accolta una modifica, chiesta dagli azzurri, per ridurre il numero dei collegi plurinominali che dai 70 originari dovrebbero diventare circa 65.
Bocciata la norma 5 Stelle ribattezzata ‘anti Berlusconi’ in quanto stabiliva che, pena della inammissibilità della lista, non potesse essere a indicato come capo della forza politica chi risulta essere incandidabile o ineleggibile, come appunto il leader di Fi. Annunciato parere negativo anche su un altro emendamento che chiamava in causa Berlusconi: Fi chiedeva che venisse introdotto il principio che è capo della coalizione il leader del partito più grande.
Altra novità riguarda la scheda elettorale. Su proposta del relatore Emanuele Fiano, sulla scheda saranno scritte alcune ‘istruzioni per l’uso’ per gli elettori. Quattro righe in cui si spiega come viene attribuito il voto: chi vota il candidato dell’uninominale automaticamente dà il voto, anche senza contrassegnarlo, alla lista o liste coalizzate che sostengono quel candidato nel collegio.
Questo è uno dei tanti punti contestati dagli oppositori del Rosatellum che, per dirla con Alfredo D’Attorre di Mdp, “è una schifezza peggiore del Porcellum che almeno una sua logica d’insieme ce l’aveva”.
Durissimi anche i 5 Stelle. “Ecco cosa stanno facendo, stanno di nuovo prendendo in giro gli italiani! Il Rosatellum Bis -si legge nel blog di Beppe Grillo- è una frode elettorale, la soglia per le liste in coalizione è allo 0,7 per cento! Un mercato delle vacche a cielo aperto, dove miriade di liste inventate, senza alcun riferimento ai territori, contrattano il loro posticino in paradiso in cambio di una manciata di voti. Se vincono loro, riabituatevi a Mastella ministro della Giustizia con l’1,4 per cento dei voti dei cittadini”.
In commissione, poi, oggi c’è stata anche tensione tra Fdi e Forza Italia. “Vergognoso l’atteggiamento degli pseudo alleati di Fi, almeno mi pare che la Lega si sia astenuta…”, ha attaccato Ignazio La Russa dopo la bocciatura dell’emendamento di Fdi che chiedeva l’introduzione della preferenza facoltativa. “La nostra proposta non imponeva le preferenze a nessuno, anche perché sappiamo che spaventano molti, ma avrebbe consentito a chi avesse voluto, come Fdi, di potersene avvalere permettendo ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti”.
Ribatte l’azzurro Francesco Paolo Sisto: “Essere alleati non significa necessariamente convergere sulle stesse posizioni sempre e comunque. Non puó essere un emendamento non condiviso a sfiorare la lealtà della nostra alleanza alla coalizione di centrodestra”. E sul punto interviene anche il dem Rosato. “Ignazio la Russa era venuto da noi chiedendo soltanto due cose: le pluricandidature e la soglia del 3% e ora fa l’eroe facendo l’elenco della spesa con preferenze e premio di maggioranza…”.