La leggenda del calcio George Weah, l’ex star del Milan degli anni Novanta, questa volta ce l’ha fatta ed è diventato il nuovo presidente della Liberia. A 51 anni ha ampiamente superato il vicepresidente uscente Joseph Boakai, 73 anni, arrivato con lui al ballottaggio dello scorso 26 dicembre. Secondo risultati ancora parziali ma che riguardano il 98,1% delle schede, Weah ha ottenuto il 61,5 per cento delle preferenze lasciandosi alle spalle Boakai, che ha avuto solo il 38,5 per cento dei voti.
I sostenitori dell’ex calciatore hanno già cominciato a festeggiare nella capitale Monrovia, mentre la polizia è stata dispiegata nelle zone strategiche della città in attesa della comunicazione ufficiale dei risultati da parte della Commissione Elettorale, che finora ha reso noto un solo dato definitivo: il 56% dei 2,2 milioni di aventi diritto al voto è andato alle urne. Un’affluenza alta che sottolinea la prima transizione da un governo democratico ad un altro in 70 anni in Liberia, il ‘Paese degli uomini liberi’ dove affluirono migliaia di schiavi deportati negli Usa e poi liberati nel XIX secolo. Con sette settimane di ritardo rispetto al calendario inizialmente approntato (inizialmente si doveva votare il 7 novembre), i liberiani hanno scelto il successore di Ellen Johnson Sirleaf, prima donna eletta capo di stato in un Paese africano e vincitrice nel 2011 premio Nobel per la pace. “Un test per la democrazia”, avevano dichiarato entrambi i candidati alla vigilia del voto. La Commissione elettorale ha annunciato che domani renderà note le cifre definitive. La presidente uscente Sirleaf, 79 anni, era entrata in carica nel 2006 dopo la cacciata (avvenuta nel 2003) di Charles Taylor, uno dei ‘signori della guerra’ poi condannato a 50 anni di reclusione in Gran Bretagna per crimini di guerra e contro l’umanità perpetrati in Sierra Leone.
La Liberia è stata devastata da due guerre civili nell’arco di 14 anni. 250mila morti, migliaia di feriti e mutilati, resta uno degli Stati più poveri al mondo nonostante il suo sottosuolo sia ricco di diamanti. Weah, calciatore del Milan nella seconda metà degli anni Novanta, e ora esponente della ‘Coalizione per il cambiamento democratico’, in ottobre aveva ottenuto il 38,4% dei voti, superando di dieci lunghezze Boakai (28,8% dell’Up, lo Unity Party di cui fa parte Sirleaf che però, dopo il primo turno, ha avuto un forte attrito con il partito). In Europa, oltre alla maglia del Milan, Weah ha vestito quelle di Monaco, Paris Saint-Germain, Chelsea, Manchester City e Olympique Marsiglia. Nel 1995, primo calciatore non-europeo a conquistarlo, vinse il Pallone d’Oro ma anche il Fifa World Player e il premio di Calciatore africano dell’anno (riconoscimento gia’ ricevuto nel 1989). Nel 1999 è stato insignito del titolo di Calciatore africano del secolo. Ritiratosi dall’attività agonistica nel 2002 a 36 anni, Weah è al 43/mo posto nella classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata dalla rivista World Soccer.