Dopo il mancato svolgimento del Consiglio comunale previsto nella giornata di ieri, a causa dell’assenza di parte dei consiglieri di maggioranza, il sindaco Luciano Mottola ha scritto una lettera aperta alla città.
Questo il testo dello scritto a firma del primo cittadino di Melito: “Sono stati sei mesi intensissimi che ricorderò per ogni singolo giorno della mia vita. Ho 37 anni e non so se siano pochi o abbastanza per giungere a delle conclusioni. Proprio per questi motivi non riesco ancora a capire se dedicarmi anima e corpo in ciò che credo possa essere un pregio o un difetto. Ma fa parte del mio modo di essere e quindi non ho potuto fare altrimenti quando lo scorso ottobre i melitesi mi hanno regalato un sogno: quello di essere il Sindaco della città in cui sono nato, dove ho deciso di mettere su famiglia e far crescere mia figlia. Ho vissuto ogni giorno di questa amministrazione come se fosse l’ultimo. HO RINUNCIATO al lavoro che amo e di conseguenza ALLO STIPENDIO per dedicarmi totalmente alla guida della città. Il Comune in questi mesi non è stata semplicemente la mia quotidianità, ma il mio tutto. Ho trascorso in Municipio e per il Municipio tutte le mie giornate. Non sono esistiti giorni feriali o festivi perché hanno avuto per me tutti lo stesso colore, quello del duro lavoro. Senza pause e soste, perché troppo era il tempo da recuperare per poter centellinare le forze e nascondersi dietro le scuse della miriade di problemi ereditati. Avrei potuto ricordare di aver trovato un Comune in dissesto finanziario o di un bilancio comunale in cui non erano stati previsti servizi igienicamente e socialmente essenziali come la gestione del verde pubblico o della mensa scolastica. Avrei potuto ricordare che la gestione di una città di 40mila abitanti non può essere sostenuta da soli 40 dipendenti comunali e che 2 agenti municipali per turno non possono far fronte a tutte le vicissitudini di una realtà così problematica come la nostra. Potrei proseguire con una lista lunghissima, ma non sarebbe rispettoso nei confronti dei cittadini che mi hanno voluto dare l’onere e l’onore di guidare Melito. Quando ho scelto di candidarmi sapevo, seppur parzialmente, a cosa sarei andato incontro, ma l’ho fatto ugualmente perché credevo che l’entusiasmo e l’amore che ho per Melito potesse servire per superare ogni ostacolo. E così è stato, anche quando ho dovuto affrontare qualcosa molto più grande di me, come la macchina del fango con la quale si è cercato di appiccicarmi un’etichetta addosso, il cui solo pensiero mi dà i brividi. Non mi sono mai tirato indietro rispondendo con atti concreti, facendo della legalità e della trasparenza i capisaldi della mia amministrazione comunale. Ho innalzato un muro di cemento armato tra il Comune e l’esterno, garantendo ai responsabili di ogni singolo settore di poter lavorare in totale libertà e serenità. Libertà e serenità che ci hanno consentito di poter affrontare tematiche troppo spesso passate in secondo piano come il riutilizzo per finalità sociali di beni confiscati alla camorra o la lotta all’abusivismo commerciale e edilizio in quartieri considerati fortino dei clan. Durante il percorso di legalità non abbiamo però trascurato altre questioni più volte caldeggiatemi in campagna elettorale e lo abbiamo fatto affidandoci alla programmazione e alle opportunità concesseci dal Pnrr. Grazie ai fondi, che siamo riusciti ad assicurarci con la presentazione di validi progetti che ci consegneranno scuole finalmente all’altezza, un nuovo e più efficiente impianto di pubblica illuminazione ed elimineranno il problema degli allagamenti nelle zone più a rischio, ma anche un parcheggio comunale finalmente a disposizione della comunità. Potrei proseguire ancora, magari citando l’immediata consegna di un’area giochi in villa comunale, ma preferisco fermarmi qui. Alla luce del mancato svolgimento del consiglio comunale previsto per giovedì 28/04/2022 per l’assenza politicamente insensata di parte dei consiglieri che compongono la mia maggioranza, mi sono fermato a pensare e a riflettere su cosa fosse giusto fare. I ricatti, seppur politici, sono pur sempre ricatti. E chi cede una volta è destinato a farlo per sempre. Per questo non mi piegherò adesso e mai lo farò. Istintivamente la mia prima decisione è stata, dunque, quella di DIMETTERMI non riuscendo più a sopportare un andazzo scriteriato e che rischierebbe di consegnare alla città un sindaco diverso da quello che i melitesi hanno votato. Gli stessi melitesi che però non avrebbero capito questa mia decisione, che avrebbe aperto le porte ad una totale paralisi amministrativa in un momento in cui non è consentito perdere le opportunità di ripresa economica e sociali offerteci dall’Unione Europea. Così ho deciso di restare al mio posto, senza arretrare di un millimetro con la stessa determinazione e trasparenza messa in campo fino ad oggi in ogni singolo giorno. Per fare di Melito una città migliore ho rinunciato a dedicare le giuste attenzioni alla mia famiglia e alla mia piccola Giulia. Ho rinunciato alla parte migliore di me per amore della mia città, ma non posso rinunciare alla mia dignità di politico, di uomo e di padre. Pertanto, invito pubblicamente chi ancora crede di poter utilizzare mezzucci che con la buona politica non hanno nulla a che fare, a presentare una MOZIONE DI SFIDUCIA in consiglio comunale, mettendoci la faccia e esponendo le proprie ragioni (?). Io sarò lì senza paura, guardandoli ad uno ad uno dritto negli occhi con la consapevolezza di aver operato da sempre nel solo interesse dei melitesi”.