“Sono profondamente convinto che il grado di civiltà di un Paese si misuri soprattutto attraverso due indicatori: il rapporto uomo-donna e quello tra politica e religione, o Stato e Chiesa. Ebbene, su questi due punti la nostra linea è e sarà una sola: i nostri valori vanno a tutti i costi assimilati”. Lo afferma il ministro dell’Interno, Marco Minniti
“Chi ritiene che la donna debba essere succube dell’uomo e la legge dello Stato succube della legge di Dio (la sharia) si pone automaticamente fuori dalla nostra civiltà giuridica. Esistono valori non negoziabili, e su questi abbiamo il dovere di non arretrare”, continua il ministro sottolineando che “nei casi estremi si applica con scrupolo la legge fino a togliere la patria potestà, come è accaduto a quei genitori pakistani che a Bologna hanno rapato a zero la figlia perché considerata troppo ‘occidentalizzata’. Ma credo che l’integrazione non possa essere imposta per legge. Se forzassimo la mano sul credo religioso otterremmo risultati opposti a quelli desiderati”.
La strada, afferma Minniti, “è quella della condivisione, della corresponsabilizzazione”. Cita allora il Patto siglato lo scorso febbraio con l’Islam italiano e annuncia l’obiettivo del governo di “passare dal Patto all’Intesa, e ciò presuppone che a rappresentare i musulmani d’Italia sia un unico interlocutore”, a questo si affiancherà nei prossimi giorni un Piano per l’integrazione che ruoterà essenzialmente attorno a due punti chiave: “Incentivare la conoscenza della lingua italiana e incoraggiare al massimo la formazione culturale a partire, ovviamente, dal ferreo rispetto dell’obbligo scolastico”.
Riguardo i flussi, l’obiettivo, dice il ministro, “è passare dalla fase in cui abbiamo inseguito il fenomeno alla fase in cui lo governiamo”. Due le direttrici: “Combattere e stroncare i flussi illegali, consolidare i canali legali investendo in una immigrazione di qualità”. Come? “Ad esempio, facendo selezionare le domande direttamente dalle nostre ambasciate, che avranno anche il compito di insegnare la lingua italiana ai migranti, in modo da creare le condizioni affinché si possano rapidamente inserire non appena arrivati in Italia”.
Sul fatto che negli ultimi giorni si siano registrate diverse partenze dalla Tunisia di barconi carichi di migranti, Minniti minimizza: “I rapporti con Tunisi sono eccellenti, la situazione è abbastanza sotto controllo. Non siamo di fronte a una nuova rotta analoga a quella libica e nelle prossime settimane lo dimostreremo”.
Rispetto al terrorismo islamico, conclude Minniti, “esiste un inaccettabile ed inaccettabilmente ampio ‘brodo di coltura’ nel quale i terroristi si muovono agevolmente. Sta a noi prosciugarlo”.