Pd, Delrio; se Mattarella ci chiedesse appoggio a gioverno istituzionale, valuteremo. Poi smentisce, coro di no dal partito.

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Il giorno dopo la direzione che ha sancito il ruolo di Maurizio Martina a ‘traghettatore’ del Pd dopo le dimissioni del Pd tra i Dem la tensione resta ancora alta ma si guarda anche alla difficile partita del governo. La minoranza torna ad attaccare mentre si inizia a ragionare sugli organigrammi del nuovi gruppi di Camera e Senato e in vista dell’assemblea di aprile.

“Se Mattarella – dice il ministro Graziano Delrio – ci chiedesse di fare il Governo? Valuteremo. Il Presidente ha sempre la nostra attenzione e la nostra collaborazione. Noi siamo disponibili ad ascoltare, diversamente da quello che hanno fatto Lega e M5S nel corso dell’ultima Legislatura”.

Delrio si sfila (per il momento) dal toto-segreteria.”Martina – ha detto Delrio a Radio1 – traghetterà il partito, noi siamo alla ricerca di una bussola per riavvicinare i nostri elettori. Per fare il segretario ci sono altri più capaci di me“. “Noi abbiamo detto la verità – prosegue – e questo in politica molto spesso non paga. Abbiamo idee diverse da Lega e M5S su come uscire dalla crisi e su come aiutare le famiglie e le imprese italiane più in difficoltà”.

Leggo le interpretazioni più varie di quanto ho detto questa mattina nell’intervista a Radio Anch’io – precisa poi su Facebook – fino a travisare il senso delle mie parole. Il senso delle mie parole è uno solo ed è quello affermato ieri dalla direzione nazionale nel documento condiviso, cioè che il Partito Democratico “riconosce l’esito negativo del voto, garantisce il pieno rispetto delle scelte espresse dai cittadini e al Presidente della Repubblica il proprio apporto nell’interesse generale” e “si impegnerà dall’opposizione, come forza di minoranza parlamentare, riconoscendo che ora spetta alle forze che hanno ricevuto maggior consenso l’onore e l’onere di governare il paese”.

“Non c’è la percorribilità di un governo politico con i Cinque Stelle”, dice intanto il ministro Andrea Orlando (PD) ai microfoni di Agorà, Rai Tre. “Dobbiamo nettamente distinguere i nostri profili, il Movimento si è candidato alle urne con un programma incompatibile con il nostro. Bisogna però evitare di dire: ‘abbiamo perso, arrangiatevi’, non tocca a noi fare un governo né con la Lega né con M5S ma dobbiamo concorrere alla definizione degli assetti istituzionali, dobbiamo partecipare per la definizione di presidenti dei Camere e Senato”, aggiunge.

“Il 4 marzo – attacca Orlando – abbiamo perso tutti con responsabilità di Renzi, avendo lui avuto un grande ruolo centrale; sicuramente non c’era dialettica nel partito. Abbiamo subito la compilazione nelle liste, apprendendole la notte in cui sono state votate”. “Bisogna evitare – ha detto in ogni caso Orlando – che alcuni si mettono a tirare il carretto nella difficile transizione da affrontare e altri si mettono fuori a sparare”.

Il sostegno esterno al M5S momento non si può fare perché se noi dessimo il sostegno esterno al M5s dovremmo votare la fiducia”, dice l’esponente del Pd Ettore Rosato a “Gioco a premier” su Rai radio 1, che sottolinea come il M5S “non la voglia la nostra fiducia”.

Mattarella non è che chiede al Pd di fare il governo, al massimo l’unica cosa che potrebbe chiedere a tutti i partiti è di fare un governo prima di andare alle elezioni. Ma non succederà: chi ha vinto ha l’onere e l’onore di governare, si assuma la responsabilità”. Lo dice l’esponente del Pd Ettore Rosato, a Gioco a premier su Rai Radio1, commentando le affermazioni del collega di partito Graziano Delrio che si è detto pronto a valutare la richiesta del Colle al Pd per fare un governo e le ipotesi in campo per dar vita ad un Esecutivo. “Non si può stare al governo dopo aver perso le elezioni”, ribadisce, sottolineando anche di “non preferire andare subito alle elezioni”. (ANSA)

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