Rifiuti, De Luca non firma parte protocollo su registro tumori. Critiche dal M5S.

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“Da sette giorni stiamo assistendo ad una campagna propagandistica, mistificatoria e irresponsabile, che non ha fatto altro che arrecare un grave danno di immagine alla Campania e alla sua economia. Al contrario di quanto si va dicendo, oggi non c’è alcuna emergenza rifiuti, non siamo nel 2008”.

Lo ha detto il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, in una conferenza stampa convocata a Caserta, e tenuta dopo la firma con Conte e i ministri del protocollo sulla Terra dei Fuochi.

“La tutela della salute è la priorità che ha dato origine a tutte battaglie per il contrasto alla Terra dei Fuochi ed è il principio cardine che ha portato alla stesura del protocollo anti-roghi. Il coinvolgimento di pediatri e medici di medicina generale può’ dare un contributo ulteriore al perfezionamento della banca dati sulle patologie oncologiche in Campania, al fine di mettere a sistema le metodiche di progetti per effettuare analisi epidemiologiche in coordinamento con il registro tumori territoriali. Ingiustificata la decisione di De Luca di non firmare questa parte del protocollo. Così come è paradossale che sia proprio il governatore della Campania a dare suggerimenti di metodo, essendo la regione clamorosamente in ritardo nei registri tumori fermi rispettivamente al 2013 a Napoli e al 2011 a Salerno”. Lo denuncia la senatrice del Movimento 5 Stelle e capogruppo in Commissione Igiene e Sanità Maria Domenica Castellone.

“Piuttosto che dar vita a sceneggiate utili solo a spostare l’attenzione mediatica dal merito e dall’efficacia del protocollo anti roghi – prosegue Castellone – De Luca si preoccupasse di rendere efficace il sistema di aggiornamento dei registri tumori territoriali, strumenti di fondamentale importanza per la ricerca e l’individuazione delle migliori terapie, oltre che per lo studio di fattori di incidenza in determinate aree territoriali dove è alto il tasso di neoplasie. Un’attività che trova il suo completamento nella nostra proposta di istituzione di una rete nazionale dei registri tumori, nei giorni scorsi approvata con voto unanime dall’aula del Senato. Nel definire “marchetta” il ricorso a progetti di medicina territoriale, De Luca ha offeso i cittadini della Campania e i tanti professionisti che hanno offerto il loro contributo per la tutela e la salvaguardia della salute”.

“Dando fondo alla spocchia a cui ci ha abituati, De Luca osa dare dei ciarlatani ai medici di medicina generale che mettono la loro opera al servizio dei cittadini con l’obiettivo di implementare una banca dati utile per calcolare i valori di incidenza in determinate aree territoriali dove è alto il tasso di mortalità per tumori. Una mancanza di rispetto per seri professionisti, ma anche per le tante vittime che sono state colpite da cancro e dei parenti di chi è morto per questa terribile patologia. Se dovessimo basarci sul lavoro dei registri tumori territoriali, in Campania, dovremmo riferirci a dati vecchi di diversi anni, tenuto conto che i registri tumori di Napoli e Salerno sono fermi al 2013 e al 2011”. Così la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino.

“A smentire il governatore della Campania – sottolinea Ciarambino – sono gli ultimi dati aggiornati sul tasso di patologie tumorali sono contenuti nella fotografia del progetto “Sentieri”, uno studio su 55 comuni della Terra dei Fuochi redatto dall’Istituto Superiore di Sanità, dal quale emergono dati allarmanti su neoplasie che colpiscono soprattutto bambini già nel primo anno di vita. La squallida gag con la fuga dal tavolo dei ministri e la mancata firma sul protocollo nel quale si introduce un importante strumento di sorveglianza sanitaria basato sui dati tumorali rilevati da pediatri e medici di base, definisce quanto poco conta per De Luca la salute dei campani. E svela il vero obiettivo del presidente della regione, ovvero quello di provare a nascondere tutte le sue responsabilità sul mancato aggiornamento dei registri tumori territoriali e di dover ammettere che gli screening oncologici in Campania sono ancora fermi al palo”.

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