Riforma codice appalti, ridimensionati poteri Anac, scoppia la polemica.

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Nessuna volontà politica di ridimensionare i poteri dell’Anac, sottolineano fonti di palazzo Chigi a proposito della questione del decreto di riforma del codice degli appalti.

Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, in missione a Washington, è stato in contatto con il presidente dell’Anac Raffaele Cantone. Sul punto, assicurano le stesse fonti, sarà posto rimedio già in sede di conversione del Dec in maniera inequivocabile.

Intanto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, auspica una “verifica” da parte del Cdm sugli effetti della cancellazione del comma 2 della legge 211 sugli appalti, che avrebbe come conseguenza la riduzione dei poteri dell’Anac in materia di vigilanza.

“Verificheremo – dichiara prima di prendere parte a un dibattito sul futuro del centrosinistra – vediamo se in effetti la norma produce quelle conseguenze e sulla base di questo credo si debba fare una riflessione”. La lotta alla corruzione – è stato poi domandato al ministro – non è uno dei punti forti dell’azione del governo? “Assolutamente sì – replica Orlando – ripeto, verificheremo se tecnicamente la norma può produrre quegli effetti e credo che il Cdm debba e possa fare una riflessione”.

CGIL – “Ancora una volta, in spregio a trasparenza e correttezza, si è consumato l’ennesimo colpo di mano in Consiglio dei Ministri sugli appalti” denuncia invece il segretario confederale della Cgil, Franco Martini.

“Aver tolto i poteri all’Anac è un atto grave non solo nel metodo, ma ancor più nel merito e – sostiene – il messaggio che esce dal Cdm è chiaro: il settore degli appalti deve rimane zona franca, dove regolarità e trasparenza debbono ancora abdicare alla corruzione”.

Per il dirigente sindacale “si tratta di un atto inconcepibile, una totale mancanza di rispetto del Parlamento”, motivo per cui “occorre porre rimedio e chiediamo al governo e al ministro Delrio di intervenire immediatamente”.

M5S – Gli esponenti del Partito democratico “fanno finta di litigare tra di loro, come sulla scandalosa vicenda Anac: quelli del governo hanno tolto i poteri all’Anac per il controllo sugli appalti e alcuni senatori dello stesso partito fingono di litigare con il governo dicendo ‘dovete reintrodurre quella norma’” afferma in conferenza stampa a Montecitorio Luigi Di Maio.

“E’ chiaro che un partito che è stato coinvolto in scandali come Trivellopoli e Mafia Capitale non potrà mai fare regole anticorruzione certe. E quando le fa per sbaglio poi dopo le elimina”, aggiunge il vicepresidente della Camera. (ADN Kronos)

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