Operazione anticamorra, Silvestro Scotti: «Smantellato un sistema criminale che ha affondato le sue radici persino in un presidio di salute. Attenzione a non criminalizzare anche i medici, prima risorsa di un sistema veramente al servizio dei cittadini».
«L’azione dello Stato ha liberato un presidio cruciale nell’assistenza territoriale nella città di Napoli dal giogo del malaffare. Come presidente dell’Ordine dei Medici ritengo sia ora importante ricordare anche quanti sforzi e quanto sacrificio vi sia dietro questo risultato. Al
di là dell’azione encomiabile delle forze dell’ordine e della magistratura, non ci si deve dimenticare del duro lavoro al quale sono sottoposti i medici di quel presidio, uomini e donne che hanno subìto negli anni moltissime mortificazione professionali e che nonostante tutto
non hanno mai smesso di tenere fede al giuramento prestato». Così Silvestro Scotti commenta l’operazione anticamorra messa a segno dalla Procura di Napoli. L’intento di Scotti è anche quello di disinnescare pericolose dinamiche di banalizzazione dei fatti che potrebbero portare ad una «criminalizzazione dei medici». Il rischio, dice, «è quello di gettare via il bambino con l’acqua sporca». Se è vero che i clan hanno trovato negli anni terreno fertile all’interno del San Giovanni Bosco, altrettanto vero è che i primi a rispondere all’appello anticamorra lanciato dal commissario Verdoliva nei mesi scorsi sono stati proprio i medici. «Uomini e donne – ricorda il presidente dell’Ordine di Napoli – che hanno subìto aggressioni e intimidazioni, e che nonostante tutto non hanno mai abbassato la testa. Il San Giovanni Bosco – conclude – sta vivendo un profondo periodo di cambiamento in positivo. La speranza è che si continui in questo senso e che anche i cittadini comprendano sempre l’esigenza di un’alleanza forte. Solo ricordandosi di essere tutti dalla stessa parte si
potrà sperare di avere una sanità migliore».
«L’operazione anticamorra di questa mattina ha finalmente colpito al cuore l’interesse di clan che non hanno esitato a trasformare la salute dei cittadini in un business e a fare di un presidio di ospedaliero un luogo di malaffare». Questo il commento di Bruno Zuccarelli (Vice Segretario Nazionale del sindacato e delegato per il Mezzogiorno) sull’operazione anticamorra di stamane. Zuccarelli già in tempi non sospetti aveva messo in guardia dal rischio di infiltrazioni camorristiche nell’Ospedale San Giovanni Bosco di Napoli. «Un rischio che era sotto gli occhi di tutti – dice Zuccarelli – ma che oggi ha trovato conferma e reazione nell’impegno della Procura e delle Istituzioni». Zuccarelli sottolinea anche che il San Giovanni Bosco non deve essere visto ora come la panacea di tutti i mali, o come il simbolo di una sanità corrotta. «Ritengo – dice – che può essere invece il simbolo di una rinascita. In quell’ospedale lavorano moltissimi medici che hanno fatto della legalità e dell’impegno professionale la propria mission. Molto c’è ancora da fare – conclude Zuccarelli – e il sindacato è pronto a far sentire la propria voce a tutela dei lavoratori e, in ultima analisi dei cittadini, ma nell’ottica di un dialogo basato sull’onestà intellettuale va anche riconosciuto al commissario Verdoliva di aver da subito segnato una rottura rispetto al passato, accendendo anch’egli un faro sull’esigenza di legalità- Su questo tema è bene che le parti sociali e il management vadano avanti con unione di intenti e una strategia comune».
“Per anni l’ospedale San Giovanni Bosco sarebbe stato trasformato in base logistica di uno dei più pericolosi e potenti cartelli della camorra napoletana. Un nosocomio fondamentale che, secondo gli inquirenti, i clan avrebbero utilizzato per pilotare assunzioni e appalti, produrre falsi certificati medici, controllare liste di attesa e organizzare truffe assicurative. Il tutto, stando alle accuse, sarebbe avvenuto con la complicità di personale interno. Addirittura la camorra si sarebbe intromessa in decisioni sindacali, affinché non si ponessero in contrasto con le disposizioni della dirigenza sanitaria. Inquietanti i retroscena che emergono dall’inchiesta della Procura antimafia e che descrivono cosa accade da anni nel favoloso mondo della sanità svedese di De Luca”. E’ quanto dichiara la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino.
“Un sistema – sottolinea Ciarambino – che ha avuto campo libero per troppo tempo. E’ lecito chiedersi, a questo punto, se sono state messe in campo dal management aziendale tutte le possibili misure e iniziative di controllo atte ad arginare l’ingerenza di fenomeni come quelli descritti dagli inquirenti o se ci sia stata qualche omissione o negligenza. Ed è paradossale che mentre, alcuni mesi fa, De Luca chiedeva alla Procura di aprire un’indagine sui reiterati casi di formiche in corsia registrati proprio al San Giovanni Bosco, sotto gli occhi della sua dirigenza si consumavano reati molto più gravi, come quelli descritti nell’ultima inchiesta della magistratura. Auspichiamo che gli inquirenti facciano chiarezza a ogni livello, così da capire come sia stato possibile consentire alla camorra il controllo della salute dei cittadini della Campania”.