Serve identità di appartenenza del Sud perchè riparta, l’assemblea del Movimento Nazionale per la Sovranità.

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Il Mezzogiorno d’Italia è stato sempre inteso come una colonia all’interno dell’Italia, ha subito i modelli e le regole del Nord Italia quando si è fatta l’unità, e questo l’ha gravemente penalizzato. Adesso, il problema non riguarda più solo il Mezzogiorno d’Italia, ma tutto il nostro territorio, che rischia di diventare una colonia all’interno dell’Unione Europea.

Però, il problema di fondo è che al governo, si superino anche quelli che possono essere i vincoli costituzionali di eccessiva autonomia regionale, deve immaginare un progetto di sviluppo del Mezzogiorno.

Qui al Sud, l’unica forza politica chiaramente no-euro e con il progetto di sviluppo del territorio, siamo noi del Movimento Nazionale per la Sovranità Partenopea. Lo siamo in modo ragionato e con argomentazioni serie e meditate. Serve un Progetto per un nuovo Mezzogiorno, un vero manifesto per il Sud, dobbiamo fare in modo di aiutare il ricambio non solo generazionale, ma di quella parte della classe dirigente del Sud che ha dimostrato di non funzionare. Allora,  accelerare il profilo riformista. Le riforme,quelle economiche e sociali. Ma anche della pubblica amministrazione.

Il meridione è in perenne lotta con il proprio ritardo di sviluppo rispetto alla media europea, promuovere e accettare la sfida di disegnare un Progetto per un nuovo Mezzogiorno, che non ripeta gli errori e le vergogne del vecchio meridionalismo ma che, all’opposto, non faccia finta che questo problema non sia centrale per il destino dell’Italia. Gli assi sono evidenti: l’agroalimentare, il turismo, le università, l’imprenditoria e la creatività giovanile, la logistica. Queste realtà devono essere la base di un piano nazionale, su cui l’Italia deve saper concentrare le risorse della nuova programmazione europea.

Fino ad oggi, infatti, ci sono state due fasi opposte del meridionalismo. La prima, basata sull’intervento straordinario, riteneva che il Sud fosse un Nord arretrato e che quindi l’obiettivo dovesse essere quello di copiare nel Sud il modello di sviluppo industrialista delle regioni settentrionali. Migliaia di miliardi sprecati o finite in mano alle reti clientelari, cattedrali nel deserto abbandonate non appena si esaurivano gli incentivi, enormi devastazioni del territorio, sono la pesante eredità di questa epoca.

Il Sud, ha bisogno di credere in se stesso, di ritrovare l’orgoglio della propria identità e della propria appartenenza, per mobilitare le energie migliori e non farle più fuggire verso il Nord. Investire nell’agricoltura e nell’agroalimentare per mettere in movimento le grandi risorse ambientali, turistiche, artistiche e paesaggistiche delle regioni meridionali e per farle entrare nel circuito globale del made in Italy di qualità.

Se c’è un progetto credibile, una capacità progettuale forte e una capacità di concentrare fondi sul Mezzogiorno, si può tornare a vedere sia l’Italia che l’Europa come un’opportunità. Cosi gli esponenti napoletani del Movimento Nazionale per la Sovranità, di Alemanno e Storace, Rosario Lopa e Alfredo Catapano, a margine dell’Assemblea del Centro-Sud  tenutasi lo scorso sabato a Napoli.

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