In Sicilia in corso lo spoglio per le elezioni Regionali, con il candidato del centrodestra Nello Musumeci che attualmente mantiene il primo posto nella corsa, seguito da Giancarlo Cancelleri.
Quando sono state scrutinate oltre la metà delle sezioni, 4321 sezioni su 5300, il candidato del centrodestra, ha il 39,9%, il candidato del M5s Giancarlo Cancelleri 34,7%. Seguono Fabrizio Micari con il 18,6%, Claudio Fava con il 6,2 e Salvo La Rosa, con lo 0,7%.
Su Facebook il messaggio di Silvio Berlusconi: “Volevo ringraziare i siciliani per aver accolto il mio appello. La Sicilia ha scelto come io avevo chiesto la strada del cambiamento, di un cambiamento vero, serio e costruttivo basato sull’onestà, la competenza e esperienza. Ho incontrato nei giorni scorsi molti elettori siciliani, ho trovato rabbia e delusione ma anche voglia di ripartire. La vittoria di Musumeci è la vittoria dei moderati che credono nella possibilità di un futuro migliore“.
Luigi Di Maio al Comitato elettorale M5S: “Noi siamo molto soddisfatti, il voto non ci porta alla presidenza, ma da qui parte un’onda che tra 4 mesi ci può portare al 40%. Noi abbiamo un voto libero, consapevole”. “Noi dobbiamo comunicare questo voto a chi si è astenuto, molti astenuti credo che si pentiranno fra 2-3 mesi, quando vedranno quelli che hanno speculato finora di nuovo all’opera”, sottolinea Di Maio che si dice “convinto” che, dopo le Politiche, il M5S “potrà chiedere l’incarico di governo al Colle”.
E il presidente del Senato Pietro Grasso replica alle parole di domenica di Davide Faraone (“Micari ha avuto il coraggio che Grasso non ha avuto”): “Il presidente del Senato – sottolinea il suo portavoce – ha comunicato ufficialmente e con parole inequivocabili l’impossibilità, per motivi di carattere istituzionale, di candidarsi alla Regione Siciliana il 25 giugno scorso”. “Non si può certamente addebitare a Grasso – prosegue – il fatto che, al di là dell’ardita ipotesi di far dimettere la seconda carica dello Stato per competere all’elezione del Governatore della Sicilia, per lunghe settimane non si sia delineato alcun piano alternativo”. “Imputare a Grasso il risultato che si va profilando per il Pd, peraltro in linea con tutte le ultime competizioni amministrative e referendarie, è quindi una patetica scusa, utile solo ad impedire altre e più approfondite riflessioni, di carattere politico e non personalistico, in merito al bilancio della fase attuale e alle prospettive di quelle future”.
A vincere è certamente il “partito del non voto”: solo il 46,76% ha votato per l’elezione del presidente della Regione e dell’Assemblea, mentre il 53,23% ha disertato le urne. Rispetto al 2012 quando aveva votato il 47,41%, il dato dell’affluenza è in calo dello 0,65%.