Primo sì al Decreto legge sulla “sicurezza integrata“, da parte dell’assemblea della Camera. I sì sono stati 230 i no 50. Il provvedimento passa ora all’esame di palazzo Madama. Il M5s si è astenuto.
Chi spacca una vetrina durante una manifestazione se identificato da telecamere potrà essere arrestato come se fosse stato colto in flagrante. Arriva – infatti – nel dl sicurezza la flagranza “in differita”, quando cioè, le telecamere testimoniano un reato.
L’EMENDAMENTO – Approvato dalla Camera un emendamento al Dl sicurezza presentato da Fi ma sostenuto dal relatore che prevede la possibilità dell’arresto in flagranza differita (per i soli reati in cui l’arresto è obbligatorio) e ciò se il reato con violenze alla persone o alle cose avvenga durante o in occasione di manifestazioni pubbliche e sia ripreso da telecamere e in immagini fotografiche e che l’identificazione avvenga non oltre il “tempo necessario” per arrivare alla identità del reo e comunque entro 48 ore dal fatto. I sì sono stati 286, 114 i no. E’ stato invece ritirato dal governo l’emendamento al Dl sicurezza che mirava che introdurre il codice identificativo sulle divise della polizia. Il viceministro Filippo Bubbico, dopo diverse sollecitazioni, ha spiegato in Aula che il testo è stato ritirato per “mere questioni tecniche e che sarà reintrodotto al Senato in questo decreto”.
Videosorveglianza, riqualificazione urbana e daspo per spacciatori
Un concetto innovativo e più ampio di sicurezza, ampliato e appunto “integrato” visto che si punta a coinvolgere forze diverse e temi non apparentemente connessi direttamente al fine di concorrere, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze e responsabilità, alla promozione e all’attuazione di un sistema unitario e integrato con la finalità del benessere delle comunità territoriali.
Ecco che arriva al primo sì il decreto varato dal governo il 22 febbraio che contiene molte norme innovative.
Ecco le principali approvate dalla Camera.
– Riqualificazione urbana e sicurezza delle periferie Il decreto stanzia 1900 milioni per quest’anno, 3150 per il 2018 e 3500 per il 2019 e 3000 per ciascuno degli anni che vanno dal 2020 al 2032. Si punta allo sviluppo delle infrastrutture, difesa del suolo, ricerca e informatizzazione dell’amministrazione giudiziaria, eliminazione delle barriere architettoniche ecc.
– Patti per l’attuazione della sicurezza urbana Sono lo strumento concreto di attuazione dei piani di intervento e sono siglati tra il prefetto e i sindaci che potranno installare sistemi di videosorveglianza le cui spese saranno però svincolate dal patto di stabilità (si ipotizza una spesa di 15 mln a partire dal 2017).
– Poteri del sindaco in materia di sicurezza Il sindaco può adottare ordinanze in materia di sicurezza con particolare riferimento alla vendita degli alcolici. Gli interventi riguardano situazioni di grave incuria del territorio, ambientale o di altra natura.
– Ordinanze di allontanamento Sanzione pecuniaria ( da 100 a 300 euro) in caso di violazione dei divieti di stazionamento occupazione o utilizzo di di infrastrutture di vario tipo. I provvedimenti sono nei poteri del sindaco e i proventi delle sanzioni sono destinati ad interventi di recupero del degrado urbano. Si tratta in effetti di una sorta di “mini daspo”.
– Daspo per spacciatori Per coloro che sono condannati in via definitiva o in appello il questore può disporre il divieto di accesso nei locali pubblici o nei pubblici esercizi in cui sono stati commessi gli illeciti. Ulteriori norme sono previste per coloro che siano stati condannati in via definitiva. (ANSA)
Soddisfazione da parte del Sindacato Autonomo delle Forze dell’Ordine COISP:
“Esprimiamo massima soddisfazione per le ottime notizie che giungono dal Parlamento, dove si stanno facendo passi avanti che ci aiuteranno a difendere la Sicurezza e la Legalità. Si tratta di previsioni importanti, che ci saranno di aiuto invece che darci addosso come al solito, ed è il caso di dire finalmente e… altro che identificativi! Proprio per questo contestiamo le critiche a quanto emerso dalla discussione alla Camera, dove evidentemente il partito dell’anti-polizia non è riuscito a spuntarla, nonostante le continue e pervicaci pressioni esercitate in ogni sede e in ogni occasione. Il vero scandalo sarebbe stato veder passare quella previsione dei numeri identificativi che avrebbero contribuito pesantemente ad accrescere i già gravissimi rischi con cui facciamo i conti ogni giorno, mentre vediamo veri e propri criminali nonché professionisti del disordine che nelle piazze fanno il loro comodo e la passano liscia mentre a noi tocca la solita conta dei feriti”.
Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, all’indomani della discussione alla Camera dove, nell’ambito dell’esame del testo del Decreto Legge sulla sicurezza urbana, sono stati approvati, tanto l’emendamento che prevede la possibilità di arresto in flagranza differita nel caso di reati commessi con violenza alle persone o alle cose, compiuti alla presenza di più persone anche in occasioni pubbliche, quanto quello che estende il divieto di accesso ai locali pubblici o ad esercizi analoghi o lo stazionamento nelle immediate vicinanze dove si è commesso il reato di spaccio, anche a scuole ed ambienti universitari.
“Allo stesso tempo, come già abbiamo rilevato con altrettanta estrema soddisfazione ieri – spiega Maccari – sono stati spazzati via due distinti tentativi di introdurre la previsione dei numeri identificativi per gli Appartenenti alle Forze dell’Ordine che svolgono servizio in occasione di manifestazioni pubbliche. L’incolumità degli Operatori del Comparto è una priorità e deve essere garantita con ogni mezzo, una volta di più fino a che non ci sarà quell’atteggiamento di giusta condanna e di reale espiazione di pena per chi attenta alla salute e sicurezza nostra e dei cittadini, nonché alle proprietà pubbliche e private puntualmente oggetto delle devastazioni dei soliti ‘ignoti’. Non possiamo che riconoscere i meriti della politica quando essa dimostra con i fatti di averne, proprio come è sacrosanto riconoscere a questo Ministro la competenza e il senso di responsabilità che lo guidano nel suo difficile compito, reso ancora più complicato dalla necessità di odiose mediazioni che annullino le spinte di chi vuole rendere ancor più arduo il nostro lavoro pur di colpire chi porta la divisa. Certi segnali lasciano ben sperare e, anzi, siamo certi che si potranno anche fare ulteriori passi avanti nel senso auspicato da chi, come noi, ha veramente a cuore la Sicurezza dei cittadini come quella dei colleghi”.