Ue: 6000€ per ogni migrante sbarcato. Niet di Salvini: l’Italia non ha bisogno di elemosina.

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6mila euro per ogni migrante salvato nel Mediterraneo. È questo l’incentivo finanziario annunciato oggi a Bruxelles dalla Commissione europea e destinato ai Paesi membri dell’Ue. Una misura che, tra le altre, dovrebbe dare seguito alle conclusioni del Consiglio Europeo sulle migrazioni ottenute al vertice del 28 e 29 giugno scorsi e chieste a più riprese dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Una proposta che, tuttavia, è stata rispedita al mittente dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, secondo il quale l’Italia “non ha bisogno di elemosina” per quanto riguarda la gestione dei flussi migratori.

INCENTIVO UE – Il sostegno dell’Unione “sarà mobilitato per qualsiasi Stato membro che accetti di esaminare una quota degli sbarcati“, partecipando agli “sforzi di solidarietà”, che si suppone saranno volontari. Per questo, ha spiegato la Commissione, ci saranno degli incentivi finanziari: il bilancio Ue sosterrà i Paesi che prenderanno parte agli sforzi di solidarietà con 6mila euro per ciascuna persona ricollocata e coprirà i costi di trasferimento. La Commissione “fornirà un punto centrale di contatto per svolgere una funzione di coordinamento tra gli Stati membri che prendono parte a sforzi di solidarietà, come misura temporanea fino a quando un sistema vero e proprio potrà essere messo in piedi, nel contesto delle riforme in corso del sistema comune europeo di asilo”.

CENTRI ‘CONTROLLATI’ – Tra le misure annunciate dalla Commissione Europea anche la creazione di centri ‘controllati’ nell’Ue, ovvero quei centri che il 29 giugno nessun leader europeo ha ammesso di essere intenzionato ad ospitare e che avrebbero l’obiettivo di migliorare e velocizzare le procedure necessarie a distinguere chi ha bisogno di protezione internazionale, ed è quindi titolato a richiedere asilo, e chi invece non ne ha, ed è un ‘semplice’ migrante economico. A gestire il centro sarebbe lo Stato Ue che lo ospita, ha sottolineato la Commissione, “con il pieno sostegno dell’Ue e delle agenzie Ue”. In particolare, “il bilancio Ue coprirà tutti i costi operativi e per le infrastrutture” del centro.

Inoltre al Paese che mette a disposizione i porti per lo sbarco, la Commissione potrà mettere a disposizione una squadra, “pronta ad aiutare nelle operazioni di sbarco da navi che contengono una media di 500 persone” ciascuna. Ogni squadra sarà composta da 50 guardie di frontiera, 50 interpreti, 20-40 agenti di scorta per i rimpatri, 5-10 agenti dedicati ad organizzare i voli, tutti forniti da Frontex; 10-20 funzionari di Polizia per i controlli di sicurezza, forniti da Europol. Inoltre, nella squadra saranno presenti 25-35 esperti per l’esame della sussistenza dei requisiti per l’asilo, altrettanti dedicati alle procedure necessarie ad ottenere l’asilo, 10-25 esperti per i rimpatri volontari, 50 interpreti e mediatori culturali, tutti forniti dall’Easo; infine, ci saranno anche dei medici, forniti dagli Stati membri dell’Ue.

ACCORDI SUGLI SBARCHI – Tra le novità annunciate dalla Commissione europea vi è anche l’avvio di accordi regionali per gli sbarchi, in stretta collaborazione con l’Oim e l’Unhcr, non limitati ai Paesi dell’Ue ma anche ai Paesi terzi, specie quelli nordafricani. Esclusa la Libia, almeno per ora, visto che il Paese in questione dovrebbe anzitutto dare il suo assenso, poi dovrebbe essere “sicuro”, cosa che la Libia oggi non è, e dovrebbe anche consentire di rispettare l’obbligo di non-refoulement, cioè l’obbligo previsto dal diritto internazionale di non riconsegnare la vittima al suo carnefice.

PROSSIMI VERTICI – Nel Coreper (il Comitato dei Rappresentanti Permanenti presso l’Ue) di domani, gli ambasciatori dei Paesi Ue dovrebbero discutere il concetto di ‘centri controllati’ sul territorio dell’Unione Europea e la “possibilità” di utilizzare “rapidamente” un quadro “temporaneo” per gli sbarchi di coloro che vengono salvati in mare. Seguirà, il 30 luglio a Ginevra, un incontro con Oim e Unhcr. Solo una volta che i Paesi dell’Ue avranno trovato un approccio comune, spiega la Commissione, si inizieranno i contatti in merito con i Paesi terzi interessati (che per ora non vengono nominati esplicitamente, per motivi di opportunità politica). (AdnKronos)

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