Edemocracy, presentato lo studio al Parlamento Europeo.

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Presentato quest’oggi al Parlamento europeo di Strasburgo lo studio STOA sulle “Opzioni e sistemi tecnologici per rafforzare la partecipazione a la democrazia diretta” (Technology options and systems to strengthen participatory and direct democracy). Un lavoro proposto da Isabella Adinolfi, europarlamentare del Movimento 5 Stelle.

Durato oltre due anni, lo studio ha indagato sulle reali possibilità per poter adottare ed implementare gli strumenti di democrazia diretta ed elettronica. Un’accurata indagine scientifica sulla possibilità di incrementare gli spazi di democrazia diretta e partecipativa anche a livello europeo.

«E’ un giorno importante – ha commentato Isabella Adinolfi, nel corso della presentazione dello studio – il tema della democrazia diretta e partecipativa è il cuore del Movimento 5 Stelle. Basti pensare alla scelta dei candidati attraverso le primarie online o alla piattaforma Rousseau dove tutti i cittadini possono proporre testi di legge stando al nostro fianco in gran parte delle nostre decisioni. Un progetto di democrazia diretta, quello del Movimento 5 Stelle, frutto di una visione lungimirante che ha consentito di assicurare la partecipazione alla vita parlamentare dei nostri concittadini. Ora – ha aggiunto l’europarlamentare pentastellata – anche alla luce dei dati emersi dallo studio, spero che il Parlamento europeo, insieme a Commissione e Consiglio possano implementare, almeno in parte, questi strumenti di e-Democracy».

Interviste, questionari, analisi comparative e specifiche su 22 casi europei e non. Un metodo scientifico, quello usato dai ricercatori, volto a cristallizzare i fondamenti su cui lavorare per rafforzare la partecipazione dei cittadini al processo decisionale europeo.

I ricercatori del Karlsruhe Institute of Technology (KIT), Institute for Technology Assessment and Systems Analysis (ITAS) – European Technology Assessment Group (ETAG) hanno così messo in luce quelli che sono gli aspetti fondamentali per avere degli efficaci strumenti di e-Democracy, come emersi nel corso dello studio.

Un cittadino continuamente connesso al processo legislativo è un cittadino cosciente e reattivo, pronto a rendersi promotore di istanze della comunità a cui fa riferimento. Per arrivare a questo è necessaria la chiarezza. Informare il cittadino sul dove, come, quando partecipare, l’eventuale responsabile del procedimento in esame e l’obiettivo che si vuole raggiungere sono elementi che rendono particolarmente dinamico e fruttuoso il rapporto tra politico e cittadino.

«Come tutti i modelli, anche quello della e-Democracy è perfettibile, ma solo con la continua condivisione delle esperienza maturate» ha riferito l’Adinolfi. Il riferimento è alla necessità dei feedback. Inoltre, la sostenibilità e l’uso metodico dello strumento di e-partecipazione sono fondamentali se si vuole una maggiore presenza decisionale del cittadino contrariamente all’uso del metodo “una tantum”. Infine, è stato evidenziato uno degli aspetti più importanti: consentire ai cittadini di poter votare per scegliere le linee guida dell’azione politica.

Fondamentale è inoltre l’aspetto educativo. «Dobbiamo pensare a politiche di alfabetizzazione dei nostri concittadini – ha proposto Isabella Adinolfi al termine della presentazione dello studio STOA – tese a rendere la partecipazione alla portata di tutti, giovani e meno giovani, cittadini con un buon tasso di istruzione e quelli che hanno qualche difficoltà in più».

Per l’Adinolfi il cittadino deve tornare al centro della vita politica ed essere parte attiva delle decisioni politiche.

«La partecipazione elettronica va intesa come estensione naturale della democrazia. Limitare però la partecipazione del cittadino al solo voto – spiega il membro della Commissione cultura dell’europarlamento – è esattamente quello che la e-Democracy vuole superare e che noi del Movimento 5 Stelle abbiamo ben recepito sin dalle nostre origini».

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