“L’accesso all’archivio del Comune di Napoli che custodisce le pratiche edilizie della città dal 1900 al 2010 è interdetto, e la misura che prevede la detrazione al 110% sulle spese sostenute per chi intenderà effettuare interventi di miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici rischia di non potersi applicare”.
E’ quanto evidenzia il deputato del M5S Alessandro Amitrano, il quale fa sapere che “è la stessa Amministrazione comunale, in risposta ad una richiesta di accesso agli atti sollecitata da un professionista, ad ammettere l’impossibilità di consentire la consultazione e l’estrazione delle pratiche necessarie per avviare l’iter burocratico previsto dalla normativa sul Superbonus edilizio”. Amitrano annuncia un’interrogazione parlamentare.
“‘Per la visione dei fascicoli contenenti la pratica edilizia richiesta, trattandosi di atti archiviati in deposito – si legge nel documento del Comune del 21 settembre 2020 del quale riferisce Amitrano – si dovrebbe dare avvio alla ricerca manuale dei fascicoli depositati presso l’Archivio di Soccavo dove sono depositate le pratiche edilizie dal 1900 al 2010″‘.
Ma il Servizio Archivio, con disposizioni del 2012 e del 2013, “ha sancito l’interdizione ai locali a seguito di ispezione Asl”.
Successivamente, il Servizio Progettazione, Realizzazione, e Manutenzione del Patrimonio comunale, con una nota del marzo 2016, ha comunicato che l’intero fabbricato “adibito ad archivio” versa in uno stato tale da “non garantire le condizioni richieste in materia di igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro”. Pertanto, “non è temporaneamente possibile dare corso alla ricerca manuale”. Sottolinea Amitrano: “A meno di forzature che ricadrebbero interamente sulla responsabilità del tecnico chiamato dai privati a certificare la conformità edilizia ed urbanistica a Napoli le licenze edilizie non sono consultabili perchè conservate in locali inagibili. A chiunque lo richieda, il documento che attesta lo stato originale di un edificio non può essere prodotto. Senza la licenza edilizia, però, per il tecnico incaricato non è possibile verificare con il dovuto scrupolo l’esistenza di difformità o abusi edilizi del fabbricato”. (ANSA).