Giuseppe, presentazione del libro di El Grinta venerdì 29 al Rione Terra di Pozzuoli.

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Suo figlio Giuseppe si è suicidato a 21 anni, nel 2014. Un volo dall’ottavo piano dell’appartamento dove viveva a Milano per farla finita. Ai genitori ha lasciato una lettera e, partendo proprio da quelle righe che il padre (l’autore) ha iniziato a scrivere, raccontando la storia di suo figlio.

Giuseppe (edizioni Albatros) di El Grinta, questo è il libro corposo che scava nella vita del figlio suicida e nel rapporto del giovane con i genitori. Il libro sarà presentato nella Rassegna Libro Fest II edizione di Villaggio Letterario a cura di Anna Russolillo venerdì 29 marzo alle ore 18.00 nella sala consiliare di Palazzo Migliaresi al Rione Terra di Pozzuoli

Introduce l’architetto Anna Russolillo, presidente dell’associazione Villaggio Letterario, modera Anna Paparone, intervengono l’Assessore alla Pubblica Istruzione Anna Maria Attore, l’Assessore alla Cultura Maria Teresa Moccia di Fraia, il sociologo Bruno Acconcia, il presidente dell’IRASE Nazionale Rosa Venuti e naturalmente non potevano mancare i saluti del Sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia.

L’immenso dolore di un genitore che sopravvive al proprio figlio, più propriamente di un figlio che sceglie di togliersi la vita a soli 21 anni, nel ricordo di questo padre “particolare”, è diventato quindi il libro “Giuseppe”.

Il racconto, con l’obiettivo dichiarato di onorare la memoria di Giuseppe, cerca di capire le cause del disagio giovanile che portano poi al suo suicidio attraverso frammenti della breve vita, che si mescolano a momenti di vita del presente dell’autore.

Le colonne portanti del romanzo sono comunque fondamentalmente due: l’identità di genere ed il disagio giovanile che porta all’autodistruzione.

Giuseppe viveva un disagio interiore, una doppia identità: una maschile e un’altra femminile. Si faceva chiamare dagli altri Noemi.  Una vita difficile nei rapporti tra figlio e genitori.

EL Grinta (pseudonimo scelto dall’autore) racconta tutto sempre con parole toccanti e senza mezzi termini ed è proprio questo quello che stimola ed accende l’interesse, soprattutto in chi non vuole voltarsi da un’altra parte e vuole invece cercare di capire cosa è successo ed ancora si può fare per ragazzi così particolari e, in sostanza, in qualche modo, schierarsi al fianco di questo padre, che, pur di onorare la memoria di un figlio tanto difficile ma tanto amato, si è fatto venire il coraggio per raccontarci la sua vera storia.

EL Grinta (cresciuto a Salerno, dove è vissuto fino a laurearsi in Scienze Politiche per poi trasferirsi a Milano, dove attualmente vive e lavora come dirigente in una grande azienda pubblica) ha iniziato a girare l’Italia per presentare Giuseppe perché la storia di suo figlio possa aiutare anche altri, là dove è possibile, ed in qualsiasi modo ciò possa avvenire.

Perché GIUSEPPE viene ospitato anche dal Villaggio Letterario di Pozzuoli? Questa la risposta del presidente Anna Russolillo:

Perché vogliamo partecipare e condividere al grido di dolore e al monito espresso da El Grinta nel romanzo Giuseppe. Da diversi anni Villaggio Letterario sta portando avanti iniziative culturali e sociali che sono accomunate dalla profonda interazione tra formazione, ampliamento della conoscenza, offerta culturale e crescita della persona. Il libro di El Grinta affronta questioni di grande attualità, dal rapporto tra genitori e figli al tema dell’incomunicabilità. Il “grido represso” porta l’uomo alla solitudine esistenziale a cui non si vede rimedio. Comunicare è essenziale ai fini dell’esistenza dell’essere umano e della società tutta, l’assenza di dialogo è distruttiva ed è causa di smarrimento, di solitudine e di morte. El Grinta con il suo romanzo emette il suo immenso grido di dolore, un invito a dialogare, a comunicare dentro e fuori dalla famiglia, per non morire di diversità”.

La scelta di EL Grinta di parlare sinceramente di Giuseppe, nonostante le fortissime rimostranze della moglie e degli altri due figli, è una scelta coraggiosa e noi crediamo che ogni iniziativa, per quanto possa sembrare azzardata, è sempre preferibile ad una chiusura, e va sostenuta e premiata.

Ci ha molto colpito poi il concetto che emerge più volte nel romanzo: “cosa non abbia funzionato in me ed in Lella come genitori… ”

I genitori trasmettono tanto ai figli, è vero, ma non possono ritenersi responsabili di tutto ciò che accade loro. Cosa infatti i figli abbiano realmente nel proprio animo, è qualcosa di intimo a cui nessuno, nemmeno appunto un genitore, neanche il più attento e vigile, può a volte arrivare a sapere.

A prescindere da come saranno i risvolti di GIUSEPPE, raccontare la vera storia di Giuseppe, se da un lato è servito ad EL Grinta per sedare il dolore, e perciò per potere andare avanti, dall’altro può aiutare, anche fosse una sola persona, ad aprire gli occhi su eventuali disagi e, dove possibile, a prevenire altre tragedie.

Noi non siamo sicuri di cosa ci sia dopo la morte ma sappiamo cosa c’è qui, in questa vita, nella nostra società, nelle famiglie, ossia un grande bisogno di comunicare, condividere, sostenerci a vicenda e, in una parola, essere uniti…”

Si ringrazia l’IRASE Nazionale (Istituto per la ricerca accademica, sociale, educativa) che in prima linea con il presidente Rosa Venuti ha aderito alla iniziativa manifestando in continuità con il proprio impegno una grande vicinanza ai giovani e alle famiglie.

La rassegna Villaggio Letterario V edizione ha il patrocinio del Comune di Pozzuoli, il patrocinio della Regione Campania (Assessorato Sviluppo e Promozione del Turismo) ed il patrocinio della Regione Sicilia (Assessorato ai Beni culturali e dell’Identità Siciliana, Assessorato al Turismo, Sport e Spettacoli).

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