Un libro tira l’altro, una community che promuove la lettura sui social.

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I social networks vengono spesso additati come propagatori di notizie false, come palestre per dementi o strumenti che hanno dato diritto di parola a legioni di imbecilli (per citare due intellettuali italiani che vanno per la maggiore).

In realtà i social, Facebook in questo caso, sono anche veicoli per promuovere e diffondere valori positivi, come ad esempio la lettura.

E’ il caso di Un libro tira l’altro – Dalla parte del lettore, una community nata poco più di 4 anni fa, e che può contare su 75.000 iscritti, tutti lettori ed appassionati di lettura.

Il gruppo è stato fondato da Claudio Cantini, fiorentino, ragioniere con la passione della lettura, che insieme a Valentina Leoni gestisce una community che ha Napoli come quarta città più presente dopo Roma, Milano e Firenze.

“I nostri punti di forza”, spiega Cantini, “sono il divieto assoluto di qualsiasi forma di pubblicità, gli scrittori e gli editori possono far parte della community, ma non possono in alcun modo proporre i loro libri, del resto lo dice anche il titolo, questo è un gruppo dalla parte del lettore. Abbiamo un regolamento che vieta innanzitutto la pubblicazione di ogni tipo di link; è vietato anche condividere post, immagini, bandi di concorsi, video e articoli provenienti dal web o da altre pagine Facebook compresi i profili personali. Tutti i post devono essere scritti genuinamente. All’interno della community è prevalente la componente femminile anche se nella fascia anagrafica dei 35-40enni c’è qualche uomo in più. Abbiamo una frequenza di 100 post nuovi al giorno e di oltre 2000 commenti quotidiani. Come suggerisce il titolo del gruppo, il meccanismo del passaparola si è rivelato efficace. Cerchiamo di promuovere la lettura e particolarmente la buona lettura. In questi anni la community è cresciuta tanto che molti insegnanti (che sono tra l’altro la categoria più presente all’interno del gruppo) invitano i loro studenti a consulttare il gruppo per cercare qualche libro che possa incontrare la loro curiosità. Sappiamo bene che tra i giovani si legge poco e quindi siamo contenti di poter in qualche modo promuovere quest’abitudine positiva tra di loro. Crediamo che con la nostra passione si sia anche contribuito ad aiutare un settore in crisi come l’editoria. ”

 

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