Jeanne Carola Francesconi, è’ una figura cardine del panorama culinario, viene spesso chiamata come la decana della cucina napoletana.
La sua opera fondamentale, La Cucina Napoletana, pubblicata nel 1965, è stata da allora considerata la guida definitiva alla cucina partenopea.
Questo libro presenta oltre 480 ricette, tutto il variegato patrimonio gastronomico di Napoli, però va oltre la sua vasta raccolta di ricette, infatti e’ un artefatto culturale che riflette i contesti sociali e storici della cucina della regione campana.
L’approccio meticoloso di Francesconi non solo mette in mostra i metodi tradizionali, ma include anche interpretazioni personali che elevano questi piatti classici. Il suo lavoro è stato citato in numerosi libri di cucina in diverse lingue e continua a ispirare chef di tutto il mondo.
Quel giorno andai con il mio assistente a casa della signora Jeanne che abitava in uno stupendo palazzo antico di un quartiere “bene” di Napoli, nelle vicinanze di piazza S. Pasquale.
Ci aprì la porta la sua domestica in perfetta divisa con grembiulino bianco e cuffietta e subito dietro di lei ci venne incontro una bellissima signora molto giovanile, nonostante non fosse più una ragazzina. Rimasi immediatamente colpito dalla squisitezza dei suoi modi, e dalla classe del suo portamento: avevo incontrato una donna d’altri tempi. Dopo un caffè e un pasticcino buonissimo preparato proprio dalla signora Carola Francesconi, cominciai a guardarmi intorno per trovare lo sfondo giusto per il ritratto da fare.
Fui subito attirato da un enorme quadro caravaggesco con personaggi, frutta e verdura, posizionato sulla parete un po in alto: io non mi scoraggiai. Chiesi alla ragazza con grembiule e cuffietta se in casa avevano uno scaletto basso e stabile che dopo poco mi portò e che posizionai sotto il quadro. La signora Jaenne acconsenti a salirci sopra con l’aiuto del mio assistente che su di un lato la reggeva, mentre io velocemente scattai qualche foto con l’Hasselblad. Anche questa volta ero soddisfatto ma forse lo ero di più ricordando il pasticcino assaggiato prima e preparato proprio dalle sue mani.