Le quattro morti di Pier Paolo Pasolini, da giovedì 17 a domenica 20 a Pianura per Affabulazione.

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Nell’ambito di “Affabulazione”, progetto sostenuto dal Comune di Napoli con il contributo del Fondo Unico per lo Spettacolo della Direzione Generale Spettacolo del Ministero della Cultura, da giovedì 17 a domenica 20 novembre, alle 21.00 (ingresso libero), presso il 33° Circolo Didattico Risorgimento di via Canonico Scherillo 40, in scena in prima mondiale lo spettacolo “Le quattro morti di Pier Paolo Pasolini” di Gian Maria Cervo con la regia di Pep Gatell, presidente della Fundación Epica de La Fura dels Baus. Seguirà – a partire dal 21 novembre – il “Laboratorio Visioni Pasoliniane”, workshop creativo aperto a pubblico e artisti, tenuto da Roberto D’Avascio (Università l’Orientale di Napoli).

All’incontro con la stampa, insieme a Pep Gatell, Gian Maria Cervo, Roberto D’Avascio, ha partecipato Andrea Mazzucchi, delegato dal Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi per le biblioteche, il patto per la lettura e programmazione culturale integrata.

«Con “Affabulazione”, il progetto nella cui cornice rientra anche lo spettacolo di Cervo e Gatell, il Comune scommette sul rilancio della città tutta – senza distinzioni di sorta tra centro e periferia – a partire dalla cultura, parola troppo spesso evocata quando si parla di ripensamento degli spazi urbani ma che stavolta trova fondamento in una programmazione coraggiosa e capace di unire ricerca contemporanea e coinvolgimento del pubblico – dichiara Andrea Mazzucchi –. Il centenario pasoliniano, che va ormai concludendosi, ha dimostrato quanto ancora fertile sia il lascito intellettuale di Pier Paolo Pasolini, irriducibile a etichette di comodo come impermeabile a indebite appropriazioni. La sua morte rappresenta ancora oggi un trauma per la vita collettiva del Paese, sul quale è necessario ragionare, anche se necessario tornando a guardare lo strazio del suo corpo. Nello spettacolo Le quattro morti di Pasolini, l’evento diventa plurale come plurale è stata la figura stessa di “PPP”, di volta in volta poeta, romanziere, regista, critico del suo tempo. Gian Maria Cervo, drammaturgo figlio di questa città ma da tempo protagonista della scena teatrale mondiale, ripensa l’esperienza della fine di Pasolini come esperienza storica che supera la storia stessa. E non stupisce che una delle Quattro morti ci riporti a quel fatale 1975: la biografia di Pasolini fa quasi capitolo a sé nelle ricostruzioni del Novecento italiano. Mi pare significativo che, per dare luogo ai “quadri” coi quali rimodula la morte di Pasolini, Cervo unisca le forze con Pep Gatell, anima de La Fura dels Baus, cioè di una delle più vitali esperienze del teatro europeo recente che nella sua riflessione e azione sul corpo sembra recuperare molte intuizioni delle regie pasoliniane più radicali. Questo spettacolo dimostra ancora una volta la statura internazionale di Pasolini, al centro del lavoro sinergico di artisti provenienti da formazioni e background diversi che si incontrano sui palchi di un luogo deputato alla mescidanza di culture e saperi quale Napoli».

 

Le quattro morti di Pier Paolo Pasolini” è uno spettacolo che presenta due aspetti inediti: per la prima volta un regista della Fura dels Baus incontra il lavoro di un drammaturgo contemporaneo rappresentato internazionalmente, e per la prima volta celebra la figura di Pasolini. L’evento avviene nella periferia di Pianura-Soccavo a Napoli, la città con cui il grande poeta morto a Ostia nel 1975 più si era posto in un rapporto di simpatia psichica.

 

L’opera nasce dall’osservazione del drammaturgo Gian Maria Cervo dei dipinti di Nicola Verlato, pittore italiano neocaravaggesco considerato tra i massimi esponenti della cosiddetta lowbrow art, che lavora in un ampio spettro mediatico, dalla pittura alla scultura, dalla A.I. Art alla NFT Art.  Nei suoi dipinti Verlato trasla la morte di Pasolini a un set di scenari storici idealmente “vicini”, come l’assassinio di Christopher Marlowe nel 1593, l’uccisione dei Gracchi a Roma nel II secolo avanti Cristo. A partire da questo Cervo ha sviluppato un’opera “di storia redentiva” in quattro quadri che trasforma i fatti attraverso strategie di emendamento della storia, verità estatica e fake provocatorio (reference per questo tipo di lavoro possono essere “Once Upon a Time in Hollywood” di Tarantino e “Death for Five Voices”, documentario di Werner Herzog). I quattro quadri sono ambientati a Deptford (Pasolini/Marlowe), Roma 1606 (Pasolini e Caravaggio), Roma 133-121 a.C. (Gracchi) e Roma 1975 con riferimenti a Ostia (nella data storica della morte di Pasolini ma in questa scena Pasolini vive).

 

Un’altra fonte di ispirazione per Cervo è la frase di Pasolini su Napoli: “Io so questo: che i napoletani oggi sono una grande tribù che anziché vivere nel deserto o nella savana, come i Tuareg o i Beja, vive nel ventre di una grande città di mare. Questa tribù ha deciso – senza rispondere delle proprie possibili mutazioni coatte – di estinguersi, rifiutando il nuovo potere, ossia quella che chiamiamo la storia o altrimenti la modernità. […] Una negazione fatale contro cui non c’è niente da fare. Essa dà una profonda malinconia, come tutte le tragedie che si compiono lentamente; ma anche una profonda consolazione, perché questo rifiuto, questa negazione alla storia, è giusto, è sacrosanto.”

 

La caratteristica di Cervo è quella di realizzare opere dal feel supercontemporaneo, a volte in rinomati collettivi transnazionali, in cui suggestioni iconografiche e letterarie, dalla cultura italiana umanistica, rinascimentale e barocca, affiorano sorprendentemente o in maniera misteriosa. A partire da questo senso del barocco Cervo crea una riflessione sulle varie tipologie di Sud del mondo e sul loro futuro e apre la sua drammaturgia a una contaminazione acrobatica con la scrittura scenica di Pep Gatell, regista de La Fura dels Baus e a capo di Epica, la Fondazione che lavora all’archivio, alla ricerca e alle sperimentazioni del noto gruppo di teatro urbano catalano.

 

Il progetto – che vede la collaborazione della Fundación Epica de La Fura dels Baus, di Arci Movie NapoliBronx Film e Associazione Napolinmente – va in scena presso il 33° Circolo Didattico Risorgimento in Via Canonico Scherillo 40 a Napoli il 17, 18, 19 e 20 novembre 2022 alle ore 21. Sono parte del cast Antonio Carluccio, Francesca De Nicolais, Riccardo Festa (nella parte di Pier Paolo Pasolini), Noemi Francesca, Giuseppe Orsillo, Antonio Piccolo, Antonio Spagnuolo, Emilio Vacca e Marco Vidino, cui si aggiunge la partecipazione straordinaria di Gaetano di Vaio. Soundscape e musiche originali sono di Marco Vidino, con la consulenza musicale di Antonio Carluccio. Scene di Livia Ficara e costumi di Dario Biancullo. Registi assistenti, Alejandro Cueva e Pedro Lorente. Regista dei contributi video Edgardo Pistone. Produzione esecutiva di Giovanna Crispino, Francesco di Sarno e Francesco Di Vaio (Bronx Film).

 

A partire dal 21 novembre sarà poi sviluppato il LABORATORIO VISIONI PASOLINIANE, che condurrà artisti e membri del pubblico a scrivere “response plays” originali, cioè opere nate in risposta alla visione di materiali video, pittorici, fotografici e letterari riferiti a Pier Paolo Pasolini. I materiali prodotti verranno letti durante una dimostrazione finale e vengono presi in considerazione anche per future rappresentazioni in forma piena anche nella prospettiva di dare continuità alle attività proposte sul territorio. Il laboratorio sviluppa soft skills inerenti alla polifonia sociale nei partecipanti ed è tenuto da Roberto D’Avascio (docente di letteratura inglese presso l’Università l’Orientale di Napoli e presidente di Arci Movie) e da Gian Maria Cervo.

NOTE DI REGIA 

“Conosco Gian Maria Cervo e il suo lavoro dal 2014, quando prendemmo a sviluppare insieme un progetto di drammaturgia collettiva e polifonica che si chiamava EU Collective Plays! Nei nostri incontri ci siamo scambiati pratiche e punti di vista e siamo stati fonti di reciproca ispirazione per progetti che hanno visto la luce e altri che sono ancora in cantiere. Tuttavia Le quattro morti di Pier Paolo Pasolini rappresenta un deciso passo in avanti nel nostro rapporto di scambio e la prima vera collaborazione. Mettere in scena i testi di Gian Maria con le nostre modalità e avere Gian Maria all’opera sulla drammaturgia parallela della nostra app Kalliope2 sta dando risultati sorprendenti tanto per me quanto per il mio amico drammaturgo”

Pep Gatell

BIOGRAFIE 

Gian Maria Cervo è uno dei drammaturghi italiani piu attivi e rappresentati a livello internazionale. Notato per il suo stile personale al Festival Sitges Teatre Internacional in Spagna dal collega tedesco Roland Schimmelpfennig. I suoi testi sono stati messi in scena in alcuni dei più prestigiosi teatri europei come il Deutsches Theater di Berlino, il Burgtheater di Vienna, il Teatro Argentina di Roma, il Residenz Theater di Monaco di Baviera, il Centro Meyerhold di Mosca e la Deutsches Schauspielhaus in Hamburg, di cui è stato autore in residenza per la stagione 2001-2002. Nel 2013 è stato il primo drammaturgo italiano dopo Goldoni, Pirandello e Fo a essere messo in scena alla Shanghai Theatre Academy, la più prestigiosa istituzione teatrale cinese. Tra le sue opere Call Me God scritta con Marius von Mayenburg, Albert Ostermaier e Rafael Spregelburd, “L’uomo piu crudele” (Piccolo Teatro di Milano, Burgtheater di Vienna, Teatro Eliseo di Roma, poi trasposta in graphic novel dal cartoonist Enrico D’Elia e ripresa nel 2017 dal Teatro Reale di Zetski Dom del Montenegro), “Tra il naso e il cielo” da Pirandello (Teatro del Dramma di Tobolsk, Shanghai Theatre Academy),“Il colore del sole”da Camilleri (Piccolo Teatro di Milano), “Freetime”, scritto insieme ai Fratelli Presnyakov e rappresentato in Norvegia all’Oslo International Acting Festival nella versione inglese di Giles Smith, al Festival Quartieri dell’Arte, al Piccolo teatro di Milano, al teatro Basilica di Roma.

 

Pep Gatell (Barcellona, ​​1958) ha partecipato fin dall’inizio all’ideazione e alla realizzazione degli spettacoli che hanno consolidato la fama della compagnia La Fura dels Baus a livello internazionale, contribuendo alla nascita e allo sviluppo del linguaggio furano, basato sulla creazione collettiva. Artista polivalente, Gatell ha diretto spettacoli teatrali e cinematografici, collaborando con artisti, tecnici e scienziati. È il presidente della Fondazione Epica della Fura dels Baus, centro di apprendimento multidisciplinare dedicato alle arti dello spettacolo, sostenuto dal governo della Catalogna.

Riccardo Festa, dopo il diploma alla scuola Quelli di Grock e alcuni seminari con Lella Heins, Serena Sinigaglia, Mamadou Djoume, Robero Lun e Danio Manfredini, debutta a teatro nel 1999 in Edoardo II e in Maybe, per la regia di Brunella Andreoli. Lavora nell’Amleto di Gaddo Bagnoli e in Closer di Patrick Marber con Wyn Johnes, della Guildhall School of Music and Drama di Londra. Esordisce al cinema nel 2006 con A casa nostra di Francesca Comencini. È regista e drammaturgo della Compagnia URTeatro. Partecipa alle fiction La squadraCarabinieri 5Un ciclone in famiglia 2R.I.S. 2 – Delitti imperfettiTerapia d’urgenza e Un posto al sole Alex & Co.  Dal 2004 al 2010 è conduttore televisivo per il canale satellitare Coming Soon TelevisionTra il 2010 e il 2013 conduce Radio Feccia su Radio Città Aperta e CinemHype su Radio Rai

 

 

INFO E PRENOTAZIONI

 

Per lo spettacolo all’email ufficiostampaquartieridellarte@gmail.com

Per il laboratorio all’email amministrazione_qda@hotmail.com

 

 

www.quartieridellarte.it

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