E’ in corso l’Assemblea di Serie A in videoconferenza che potrebbe assegnare i diritti TV in Italia per il triennio della Serie A 2021/24. Servono 14 voti su 20 e stando alle prime indicazioni difficilmente quest’oggi si arriverà alla fumata bianca. Questo perché non tutti sono convinti dalla possibilità di assegnare i diritti tv a DAZN, anche se l’offerta è di circa 90 milioni di euro l’anno più alta rispetto a quella di Sky.
Proprio Sky, ieri con una lettera ha attaccato DAZN per la sua partnership con Tim.
“L’accordo che Dazn avrebbe sottoscritto con Tim, un suo concorrente diretto, per i diritti tv della Serie A per il prossimo triennio è critico per il principio della concorrenza”. Lo afferma Sky in una lettera che ha appena inviato alla Lega di Serie A ed ai club, di cui l’ANSA ha preso visione. Nella mail si afferma, tra l’altro che “limitare l’accesso al calcio danneggia il valore della Serie A”.
“Ho appreso dalla stampa che Dazn avrebbe sottoscritto un accordo strategico con Tim, un suo concorrente diretto, in vista della gara per l’acquisizione dei diritti di trasmissione del campionato di Serie A per il ciclo 2021-2024”, e’ l’inizio della lettera di Sky a firma di Maximo Ibarra, ad per l’Italia.
“Tale partnership commerciale, finanziaria e tecnologica – prosegue l’amministratore delegato – durerebbe per l’intero ciclo dei diritti e prevederebbe la corresponsione di minimi garantiti da Tim a favore di Dazn per un ammontare superiore al 40% del valore dei diritti stessi. Dal comunicato stampa di Tim diffuso martedì si evince che, grazie all’accordo firmato con Dazn e ai cospicui minimi garantiti messi sul piatto, Tim beneficerebbe di un trattamento preferenziale nella distribuzione di Dazn, pur essendo Tim l’operatore incumbent con maggiore forza di mercato in Italia, in particolare nel segmento broadband. Un tale accordo di distribuzione preferenziale potrebbe quindi generare potenziali criticità concorrenziali e di compatibilità con la legge Melandri”.
“Nell’interesse dei milioni di tifosi italiani – aggiunge Sky – siamo convinti che sia estremamente importante che la Serie A venga distribuita su tutte le piattaforme e sul più ampio numero di devices possibile, in modo che ogni tifoso possa godere dello spettacolo nel modo che preferisce. Ad esempio, la Serie A di Sky è oggi trasmessa su satellite, digitale terrestre e in streaming, in diverse offerte commerciali Sky e NowTV, ed è visibile su set-top box sia Sky sia delle principali Telco, oltre che su un’ampia gamma di connected devices, quali ad esempio Smart TV”.
“Se la Serie A non verrà distribuita su tutte le piattaforme e/o devices – è la conclusione – i tifosi avranno meno scelta, le audience ne soffriranno con ricadute importanti sulla pubblicità e sulle sponsorship, con complessiva perdita di valore del prodotto Serie A. Vi invito quindi a verificare che non vi siano vincoli di alcun tipo alla distribuzione della Serie A su alcuna piattaforma o device, comprese quelle di Sky. Ritengo che tale aspetto meriti di essere chiarito alla Lega in anticipo con tutto il dettaglio e la precisione necessari” (ANSA).
La risposta di Dazn non si è fatta attendere: “La possibile acquisizione dei diritti tv della Serie A per le prossime tre stagioni da parte di Dazn, rappresenterebbe un’importante occasione per l’apertura del mercato della pay tv e sarebbe inoltre, l’occasione per accelerare in modo deciso il processo di digitalizzazione e ammodernamento del Paese. I contenuti di Dazn continuerebbero ad essere fruiti, come già avviene oggi, attraverso i servizi di banda larga di tutti gli operatori telefonici e i dispositivi disponibili. Anche perché Dazn, come del resto Netflix, Amazon e Disney+, rappresenta il futuro della distribuzione e della fruizione dei contenuti video che i consumatori possono vivere in assoluta libertà e comodità. Appare, da ultimo, particolare la preoccupazione espressa circa una penalizzazione dei tifosi che, si dice, non avrebbero più garantita una pluralità di visione, considerando che il mercato del calcio è storicamente caratterizzato da un soggetto dominante come anche emerso dalle recenti decisione di Agcm”.