In molti sapevano che a Castel Volturno il vento sarebbe cambiato dopo l’addio di Maurizio Sarri, il recordman del Napoli con 91 punti la scorsa stagione. In realtà, le cose sono cambiate, ma assolutamente in meglio. Questo perché ad arrivare sulla panchina della SSC Napoli è stato Carlo Ancelotti, mica un tecnico qualsiasi. La sua presenza allo stadio San Paolo, il teatro degli incontri casalinghi della squadra azzurra, è stata vista come una grande vittoria da parte del presidente Aurelio De Laurentiis, il quale ha voluto puntare su un allenatore dal grande pedigree e dall’esperienza internazionale per continuare il processo di crescita della squadra. Per fare ciò, oltre a proporgli un progetto sportivo importante ed ambizioso, il patron azzurro ha offerto al tecnico emiliano un ingaggio importante, da top player. Questo perché soltanto Pep Guardiola può contendersi con Ancelotti il ruolo di miglior allenatore del mondo. L’ex tecnico di Milan e Real Madrid è il solo ad aver vinto tre Champions con due diversi club. E adesso i frutti del suo lavoro si stanno vedendo anche a Napoli, dove la squadra è seconda in classifica e si sta giocando la qualificazione agli ottavi della Champions League. Ma quali sono gli uomini chiave del Napoli di Ancelotti? Vediamoli di seguito.
Allan, l’instancabile
Nel calcio esistono centrocampisti di contenimento e centrocampisti creativi. Allan Marques fa sicuramente più parte del primo gruppo, eppure il suo essere brasiliano gli ha dato anche dei piedi educati, da vero assiduo delle spiagge di Rio De Janeiro, dove è cresciuto. Il numero 5 azzurro, arrivato quattro anni fa dall’Udinese, è senza dubbio il collante principale tra la difesa e l’attacco azzurro, dato che sa sia fare da frangiflutti sia far ripartire l’azione con dei passaggi intelligenti, oltre a partecipare con inserimenti continui. Il suo dinamismo assoluto e costante lo rende insostituibile nell’economia del gioco azzurro, che ha in Marek Hamsik e Fabian Ruiz i creatori di gioco. Il centrocampista brasiliano classe ’91 cresce di stagione in stagione e, sebbene quest’anno ancora non abbia contribuito con un goal, è ormai esploso del tutto sotto la guida di Ancelotti. Sette polmoni, dinamico e sempre sul pezzo, Allan è stato da poco convocato per la prima volta da Tité, che lo ha finalmente reputato idoneo a vestire la maglia della Seleçao del Brasile. Il carioca ha fatto quasi sempre parte dell’undici titolare del Napoli ed è un pezzo unico nell’ingranaggio di Ancelotti.
Insigne, cuore e classe
Un napoletano a Napoli ha di solito problemi ad emergere, vuoi per le esigenze esagerate della piazza, vuoi per la pressione enorme che comporta indossare la maglia azzurra. Il caso di Lorenzo Insigne, però, è distinto. L’attaccante nato a Frattamaggiore nel 1991, è riuscito ad aprire le porte della squadra del suo cuore solo dopo una serie di peripli nelle serie minori, per poi far parte finalmente parte della prima squadra del Napoli nella stagione 2012-13 agli ordini di Walter Mazzarri, che lo ha recentemente elogiato come un giocatore top. Vice capitano dietro a Marek Hamsik, il folletto partenopeo è uno dei pochi calciatori azzurri che potrebbero giocare titolare anche nella Juventus vestita Adidas, squadra schiacciasassi che dopo i recenti risultati è vista come la chiara favorita al titolo di campione d’Italia dalle scommesse specializzate con la quota Betway di 1,08 il 30 novembre. Quest’anno, dopo l’arrivo di Ancelotti, il fantasista azzurro aveva dimostrato di non essere del tutto riuscito ad assorbire l’addio di Sarri, il cui calcio ne aveva esaltato le qualità tecniche da rifinitore oltre che da attaccante. Eppure, dopo la sconfitta di Genova per 3 a 0 contro la Sampdoria, Insigne è stato schierato in posizione di punta mobile dopo un’intuizione del tecnico emiliano. I risultati si sono visti quasi subito, nonostante all’inizio tutti fossero rimasti spiazzati dalla nuova posizione del piccolo attaccante napoletano, il quale ha sempre sofferto il gioco fisico. Eppure, Insigne vede benissimo la porta e la sua tecnica eccelsa gli permette non solo di smarcarsi con facilità ma anche di poter andare più facilmente a segno. Da quando è stato decentrato dalla fascia, dove era costretto a coprire gli attacchi avversari, il numero 24 azzurro ha iniziato a ottimizzare le sue energie per esplodere davanti alla porta, arrivando a vivere il suo migliore inizio di sempre con 7 reti in campionato.
Koulibaly, gigante tecnico
La sua stazza è imponente, ma lo è anche il suo gioco. Kalidou Koulibaly è in questo momento uno dei difensori centrali più forti del mondo. Il suo goal contro la Juventus l’anno scorso aveva fatto sfiorare lo Scudetto al Napoli, sebbene poi il trionfo non sarebbe mai arrivato. Quest’anno, con Ancelotti, il difensore francese si è confermato come un intoccabile della difesa. Capace di “coast to coast” memorabili, è un difensore dal fisico granitico, il passo svelto e una buona tecnica che gli permette anche di sganciarsi in attacco. Attualmente non esiste un calciatore di pari ruolo che inanelli prestazioni del suo livello, ed è per questo che il tecnico emiliano difficilmente rinuncia a lui. Per Ancelotti stiamo parlando di uno dei centrali più forti in circolazione. Non a caso Koulibaly è anche il giocatore del Napoli con più presenza di tutti quest’anno.
Il Napoli di Ancelotti, che sta provando a migliorare ulteriormente, si basa dunque su questi tre insostituibili pilastri.