Il Napoli è Campione d’Italia, di Osimhen il gol del terzo scudetto.

Credits: Alessia Marino
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Il Napoli è Campione d’Italia 2022-2023, la squadra di Spalletti pareggiando ad Udine conquista il terzo scudetto con 5 giornate di anticipo.

Esplode la Festa sia allo Stadio Maradona strapieno, sia nel resto della città, una gioia che arriva dopo 33 anni di attesa.

L’Udinese era passata in vantaggio con Lovric nel primo tempo, nella ripresa il pari di Osimhen sempre più capocannoniere con 22 reti segnate, non poteva che arrivare da lui il gol scudetto.

Il Napoli pareggia e Napoli esplode. Il gol di Osimhen, che vale l’1-1 sul campo dell’Udinese e può valere lo scudetto, scatena la festa ai Quartieri spagnoli, dove migliaia di persone in strada seguono il match.

Pronti, via e ritmo intenso. Il Napoli vuole chiudere i conti, l’Udinese non è disposta a fare da sparring partner. La dimostrazione arriva subito. I friulani non concedono nulla e alla prima occasione colpiscono. Udogie scappa a sinistra, Lovric raccoglie il suggerimento e piazza il pallone all’incrocio: 1-0 al 13′. Il Napoli, dopo l’avvio aggressivo, sembra accusare il colpo. La formazione di Spalletti prova a scuotersi con l’accelerazione di Kvaratskhelia che va giù nell’area avversaria al 21′: tutto regolare per l’arbitro Abisso. Al 32′, finalmente, ‘primi segnali’ di Osimhen: cross dalla trequarti, l’attaccante nigeriano decolla e colpisce di testa, spedendo il pallone non lontano dai pali. La porta friulana non corre però reali pericoli: i padroni di casa non lasciano spazi.

Il copione muta in avvio di ripresa. Il Napoli carica e sfonda. L’attaccante, su corner, risolve la mischia con un destro secco: 1-1 al 52′. Il gol cambia radicalmente volto alla partita. Il Napoli non si accontenta, continua a spingere alla ricerca del vantaggio per blindare totalmente lo scudetto. L’Udinese si arrocca e cerca di limitare i danni nel match che si gioca quasi esclusivamente nella metà campo bianconera.

E ora via alla festa.

Luciano Spalletti, allenatore del Napoli, dopo la vittoria dello Scudetto è intervenuto al microfono di DAZN: “Il problema per quelli abituati a lavorare duramente sempre, come me, è che non riescono a gioire totalmente nemmeno delle vittorie. La felicità è una cosa fugace. Ora ho vinto, ok, ma poi bisogna di nuovo lavorare. E’ un’impostazione di vita che ti toglie qualcosa. Vedere i partenopei sorridere, i partenopei felici è la più grande emozione. Sono loro a trasferirmi felicità. Si ha il sentimento di una città sul collo, sul groppone, loro riusciranno a superare i momenti duri della vita ripensando a questo momento qui. Per cui è una cosa importante. Ora mi sento più rilassato, meno male che ce l’ho fatta a dare questa felicità ai napoletani

A Napoli si va per vincere?
“E’ obbligatorio perché qui hanno visto grandi allenatori e grandi calciatori. Il pubblico è abituato a Diego Armando Maradona e diventa difficile andargli a dire che siamo arrivati terzi, com’è accaduto l’anno scorso. Alle volte sento dire agli allenatori che è solo il terzo anno che lavora in una squadra, noi l’anno scorso si diceva che avevamo fallito per il terzo posto al primo anno. Il nostro obiettivo era la Champions League, avevamo creato margine, poi non siamo riusciti a vincere lo Scudetto e siamo anche stati contestati. E questa cosa non mi è piaciuta. Dicevano che non ero convinto di vincere, ma come si fa? L’anno scorso mi sono saltati tutti addosso dicendo che avevo detto qualcosa di troppo grosso per la personalità e la responsabilità quando dissi che avremmo provato a vincere lo Scudetto. L’ho fatto per strappare il massimo ai calciatori e avere la costruzione di una mentalità su cui andare avanti quest’anno. Ci sono stati Benitez, Ancelotti, Sarri che ha fatto il miglior calcio d’Italia, Gattuso che ha vinto la Coppa Italia, allora io che cosa vengo a fare? Per cosa gioco? Potevo giocare solo per lo Scudetto, altrimenti non avrei avuto via di scampo”.

Su Osimhen.
“Un calciatore fortissimo che ha cuore, ha disponibilità per la squadra, anche oggi rincorreva tutti. Come vede la palla è come i bambini piccoli, la rincorre da tutte le parti. E’ veramente uno che ha fatto tanta roba per la squadra. Aver segnato il gol che determina questo Scudetto è il giusto premio”.

Due dediche.
“La prima ai calciatori, che meritavano questa felicità. La seconda a tutto il pubblico, a tutta Napoli: è per te, Napoli! E alla società, a tutti quelli che lavorano in questo club. E anche un po’ a Matilde, che è mia figlia, e a tutta la mia famiglia, gli amici, mio fratello Marcello”.

(foto di copertina di Alessia Marino)

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