Universiadi, gli azzurri di Arrigoni sconfitti ai rigori dal Giappone, ora contro la Russia per il bronzo. Anche i ragazzi della pallavolo in finale. La Scandone ribolle per il Settebello.

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La sfida per il bronzo, dopo il sogno svanito per l’oro. Domani all’Arechi si chiude il torneo di calcio maschile dell’Universiade, una competizione con partite negli stadi di Nocera Inferiore, Pagani, Cava de Tirreni e Salerno che ha visto protagonista l’Italia allenata da Daniele Arrigoni, sconfitta in semifinale solo ai calci di rigore al Giappone, la squadra più forte del lotto e campione in carica, dopo il titolo a Taipei 2017.

Solidità, grinta, qualche buona individualità, per gli azzurri c’è la chance dell’immediato riscatto, ovvero di salire sul terzo gradino del podio, domani nell’impianto salernitano, alle 17 contro la Russia, avversario che si è posto sulla strada dell’Italia durante l’edizione di Napoli 2019 anche nella pallanuoto maschile. Per il metallo più pregiato invece alle 21, sempre domani all’Arechi i nipponici incroceranno il Brasile, la velocità e l’organizzazione di squadra contro la tecnica dei verdeoro.

“L’Italia è stata brava a tenere viva la partita”. Pietro Strada è il padre di Filippo, 22 anni, bresciano, giovane azzurrino che fa parte della Nazionale Universitaria che ieri sera ha perso all’ultimo rigore la semifinale contro il Giappone.

Strada senior è un idolo a Salerno dove ha giocato 3 anni, dal ‘92 al ‘95, conquistando una promozione in serie B con Delio Rossi e sfiorando quella in A, persa all’ultima giornata. Da queste parti non lo hanno dimenticato e il suo nome è evocato con rispetto e nostalgia da media e tifosi. Una voce autorevole, quindi, per parlare di una partita che ha lasciato molta amarezza ma anche la consapevolezza che è stato fatto tutto il possibile contro i favoriti del torneo. “Il Giappone non lo conoscevo. Mi era stato riferito che era un’ottima squadra e che si preparavano da tempo per queste Universiadi. E si è visto: i calciatori giocavano a memoria, era chiaro che si conoscevano bene e c’era una forte intesa nell’impostazione e nel gioco. Nell’arco della gara loro forse meritavano. Il loro possesso palla è stato predominante. Però noi siamo stati bravi a tenere aperta la partita e a non mollare. L’Italia non aveva mai incassato gol finora e ieri di colpo ne ha presi 3. Ma siamo stati comunque capaci di reagire e rimontare e questo dimostra che la squadra c’è. L’Italia ha anche segnato una media di 2 gol a partita in questo torneo, altro sintomo di salute. Poi certo i rigori sono una lotteria…”. Il giorno dopo una partita del genere come si reagisce? Lui, da giocatore, ha vissuto momenti di esaltazione ma anche di cocente delusione: “Non c’è neanche tempo per abbattersi troppo. Bisogna metabolizzare subito. C’è ancora una medaglia da vincere e il tempo per recuperare è poco. E’ un gruppo che ha dimostrato di avere doti caratteriali non da poco. Va anche considerato che molti sono spremuti fisicamente. Si gioca ogni due giorni e non hanno fatto le vacanze”. Ha sentito Filippo, ovviamente. “Certo. Era molto deluso e anche dubbioso su certi interventi, come quello su di lui che poteva essere rigore. Ma nell’insieme è contento. Credo abbia fatto una buona Universiade e per lui era importante dopo due anni di problemi al ginocchio”.

Strada conosce bene il pubblico di Salerno: domani alle 17 l’Italia sfiderà la Russia giocando all’Arechi per la terza volta. In palio la medaglia di bronzo: “Non ho dubbi sulla partecipazione dei tifosi. A Salerno si vive di calcio. I tifosi ci saranno, anche perché questi ragazzi hanno bisogno di essere sostenuti fino in fondo per tutto quello che hanno dato. E la medaglia sarebbe comunque un bel riconoscimento”.

In scioltezza, faticando il giusto, ma rispettando alla lettera il pronostico, l’Italia batte con un sonoro 3–0 (25-16, 25-21, 25-18) anche la Francia facendo così il suo trionfale ingresso in Finale dove domani sera, sempre al Palasele di Eboli, si giocherà la medaglia d’oro in finale contro la Polonia che a differenza degli azzurri ha dovuto faticare più del previsto per abbattere la coriacea resistenza della Russia liquidata solo al tie break.

Tutt’altra musica quella suonata dalla squadra allenata da Graziosi nella seconda semifinale del torneo di volley maschile della 30^ Summer Universiade Napoli 2019. Tranne che nella parte centrale del secondo set, quando la Francia ha raggiunto il massimo vantaggio (11–6), la partita non è stata in discussione con i transalpini che non hanno mai concretamente impensierito Bono e compagni, fin qui protagonisti di un percorso netto con appena due set persi in occasione dell’appassionante match contro l’Argentina vinto in rimonta al tie break nella fase a gironi. Superato anche lo scoglio francese l’Italia giocherà per l’oro domani sera, alle 20.30, sempre nel catino del Palasele di Eboli. L’ultimo successo dell’Italia all’Universiade risale all’edizione del 1970 svoltasi a Torino.

L’occasione di una carriera. Una medaglia al collo in casa, per l’Italia, conquistata in una piscina con tradizione, rinata dopo anni di abbandono. Domani alla Scandone, alle ore 12, il Settebello allenato da Alberto Angelini chiede strada alla Russia nella corsa verso l’oro all’Universiade di Napoli 2019. L’obiettivo di mesi di lavoro è a un battito di ciglia. “Domani si festeggia in ogni caso, gli atleti napoletani in squadra potranno coronare il sogno di scendere in acqua nella propria città. Ho vinto l’Universiade nel 1987 a Zagabria, conosco quelle sensazioni ma giocare a Napoli è emozione unica, rivivo l’adrenalina attraverso loro. E per l’oro invochiamo, se necessario, anche l’aiuto di San Gennaro”, scherza Paolo Trapanese, mito della pallanuoto napoletana, oro all’Universiade di Zagabria nel 1987 con un altro asso come Pino Porzio. Mentre Carlo Silipo, leggenda della pallanuoto italiana, tecnico dell’Under 20 della nazionale italiana e coordinatore tecnico del Posillipo, ha avvertito sulla pelle le sensazioni offerte dalla Scandone gremita, quando non c’era spazio neppure per uno spillo nell’impianto napoletano: “Si gioca nella casa della pallanuoto più importante d’Europa per tradizione, calore, capienza di spettatori al chiuso. I russi sono molto forti ma lo è anche la nostra nazionale, con un super tecnico come Alberto Angelini. Ma sarà la Scandone a fare la differenza, quando è al completo è in grado di condizionare il risultato”.

 

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