Nel pieno rispetto del cronoprogramma per la sostituzione dei seggiolini sono iniziati oggi gli interventi sugli spalti allo Stadio San Paolo di Napoli. Per procedere all’impermeabilizzazione degli spazi è stato avviato lo smontaggio dei seggiolini nell’anello inferiore della Tribuna centrale, settore non utilizzato durante le partite di calcio. La stessa operazione interesserà, dopo l’incontro tra Napoli ed Arsenal il 18 aprile, l’anello inferiore delle Curve. I lavori, come da progetto esecutivo, dovranno essere ultimati entro il 29 giugno, data entro la quale tutti i 55mila sediolini dell’impianto saranno sostituiti.
L’intervento fa parte di un ampio progetto di riqualificazione e adeguamento funzionale dello stadio San Paolo, per il quale sono stati stanziati complessivamente dalla Regione Campania 20 milioni di euro.
Finora nello stadio di Fuorigrotta sono stati realizzati nuovi impianti audio e di illuminazione; stanno per essere ultimati i lavori di ristrutturazione dei bagni esistenti, ed è in corso la gara per la realizzazione di nuovi servizi igienici. È partito anche il montaggio della nuova pista di atletica, con lavori in corso nell’area delle lunette a ridosso delle porte da calcio.
Una vasca che è una miniera d’oro. Da decenni, con una vetrina luccicante, tra medaglie olimpiche, iridate, europee. E anche all’Universiade, con successo in tre occasioni, Zagabria 1987, Sicilia 1997, Pechino 2001. Per questo motivo la pallanuoto italiana maschile attende con ansia il via all’Universiade, dal 3 al 14 luglio. Alla Scandone per un’altra impresa. Un altro podio, come quello siciliano, 22 anni fa, nel decennio che ha piazzato le calotte italiane – con tanti napoletani in acqua – in vetta al mondo, grazie anche all’oro centrato dal Settebello ai Giochi olimpici di Barcellona 1992.
“E cinque anni dopo si è vinto in Sicilia, dove c’era un atmosfera bellissima, poca pressione per i risultati sportivi, si è riusciti a cogliere la bellezza dell’evento, con la conoscenza di altre culture, altre consuetudini, da atleti di tutto il mondo – spiega Fabrizio Buonocore, 42 anni, ancora in vasca con lo Studio Senese Cesport (Serie A2), uno dei tre napoletani vincenti nella nazionale del 1997, con Fulvio Di Martire e Cristian Andrè – spesso cercavo di allontanarmi dalla mia stanza per conoscere campioni di altre discipline, ma Enzo, un maestro di pallanuoto e di vita, riusciva a pizzicarmi sempre”.
Buonocore era allenato in Sicilia da Enzo D’Angelo, uno dei miti della pallanuoto campana e italiana, il Cavaliere, perno della Canottieri del guru Fritz Dennerlein che ha dominato (quattro scudetti) negli anni Settanta e autore della rete alla Dinamo Mosca che consegnò alla squadra napoletana la Coppa dei Campioni nel 1978. “Con lui ma anche negli anni a seguire la nostra pallanuoto è stata sempre protagonista, soprattutto negli anni Novanta. Lo sarà anche all’Universiade napoletana – aggiunge Buonocore – partiamo sempre per vincere, spero riescano, come avvenuto a noi in Sicilia”.
Un’atmosfera, quella siciliana, che Fulvio Di Martire, che era il capitano della nazionale, non ha mai dimenticato: “A Palermo la piscina era stracolma a un’ora e mezza dalla finale con l’Ungheria. E poi ricordo ancora quel ragazzino che poco prima dell’inizio mi predisse un gol di testa in partita, qualcosa di incredibile perché poi è davvero accaduto. Dopo il trionfo l’ho cercato, senza più ritrovarlo. Emozioni uniche, sono sicuro che la nostra nazionale possa ripetere la nostra impresa”.