Albero di Natale, è più ecologico naturale o di plastica.

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Nell’anno del Natale green ci si chiede: sono più ecologici gli alberi di Natale naturali o quelli di plastica? Sicuramente quelli che non buttiamo via il 7 gennaio dopo le feste, sia che siano finti da riporre per tutto un anno, sia che siano veri in vaso per quanto sul balcone o in terrazzo con il caldo estivo a meno di non risiedere nel Nord Italia difficilmente arriveranno all’8 dicembre (la data classica per cominciare le decorazioni casalinghe) 2020. Non c’è cosa più anacronistica e dolorosa di vedere a fine feste il povero albero senza piedi nè radici, mezzo seccato, a testa in giù nel cassonetto. In assoluto il più ecologico degli alberi è quello che si ricicla, anno dopo anno, cambiando magari decorazioni puntando a nuove ispirazioni – un’idea: l’albero di Natale da mangiare, scoprilo qui. Per un albero di Natale di plastica medio (10 kg circa) occorrono 20 kg di petrolio e 23 kg di CO2 emessa nell’atmosfera, alle quali si aggiunge il petrolio che serve al trasporto dalla Cina, da cui viene l’80% di questi prodotti. Si calcola servano 2 secoli per smaltirli. La fonte è l’associazione dei Florovivaisti Italiani che in questo dicembre stima una crescita del 10% per l’acquisto degli alberi di Natale naturali, con un giro d’affari complessivo di 30 milioni di euro. Nonostante il trend positivo, nelle case degli italiani entrano di preferenza ancora gli abeti sintetici (7 su 10 dei 12 milioni di alberi venduti), con un notevole danno per l’ambiente.
“Fortunatamente –dichiara il presidente dell’associazione, Aldo Alberto- la sensibilizzazione verso i temi della sostenibilità ha aumentato la domanda per gli abeti naturali, cogliendo di sorpresa persino i produttori, tra i quali molti giovani che stanno ripristinando il florovivaismo nelle zone montane per soddisfare questa fetta di mercato in crescita. Gli alberi italiani sono generalmente abeti rossi, diffusi soprattutto nelle Alpi orientali, e gli abeti bianchi dell’Appennino. In Italia la produzione si concentra in Toscana e in Veneto ma il nostro obiettivo è arrivare competere con la Germania, dove la coltivazione di abeti di Natale arriva a quasi 20 milioni di alberi prodotti”.
“E’ importante –sottolinea Alberto- combattere le fake news e ricordare ai consumatori che gli abeti natalizi non vengono sradicati dalle foreste ma provengono da aziende vivaistiche dove sono coltivati appositamente per il mercato delle feste e vengono piantati di nuovo, dopo la vendita”.

Ikea storicamente è stata apripista in Italia almeno della campagna pro alberi naturali rimborsando a patto della restituzione dopo le feste l’importo speso. Con “Compostiamoci bene” di Ikea, l’azienda svedese sostiene anche progetti di riqualificazione in aree a forte rischio di dissesto idrogeologico. L’associazione dei  Florovivaisti Italiani auspica di preferire gli alberi veri ai sintetici per aiutare  anche lo sviluppo del comparto italiano,” incrementando il reddito delle popolazioni che vivono in aree rurali. Importante anche l’effetto benefico sull’ambiente per il contributo alla riduzione della CO2 assimilata durante le loro crescita e per la prevenzione del degrado idrogeologico. La coltivazione in Italia, oltretutto, garantisce la freschezza del prodotto, in quanto tagliato pochi giorni prima della consegna e sagomato a cono durante tutta la coltivazione per renderne compatte le fronde”.

Nelle nostre case le dimensioni degli alberi natalizi sono diminuite, anche per gli spazi ridotti nelle abitazioni. Nel dettaglio, più del 70% degli italiani si orienta su alberi più “corti”, spendendo in media tra i 20 e i 40 euro. A concedersi il lusso di oltrepassare i due metri di altezza solo il 5% degli italiani, che destinano all’albero di Natale anche una spesa di 100 euro. Mentre per addobbare i cortili dei condomini si può arrivare fino a 400 euro per alberi ancora più alti. Nelle piazze cittadine si fa a gara di altezza: l’ormai celebre Spelacchio a Roma è alto 23 mt , mentre Milano svetta a 37 metri con l’albero di Piazza Duomo interamente di luci, a basso impatto ambientale, alimentato da energia da fonti rinnovabili. Cresce il fenomeno del noleggio, ma è ancora molto caro e può arrivare fino a 1500 euro per un albero da 4 metri.

Scelto l’albero naturale ecco qualche prezioso consiglio:

Vanno scelti esclusivamente gli abeti con radici, bagnando la zolla regolarmente e posizionando l’albero a debita distanza dai caloriferi.
Vanno inoltre evitati gli addobbi pesanti per non spezzare i rami o disperdere troppi aghi sul pavimento.
Non bisogna neanche spruzzare neve sintetica perché l’albero è vivo e respira.
Dopo l’Epifania si potranno reimpiantare in giardino e chi vive in città e non ha uno spazio verde potrà riciclarlo facilmente, compostandolo in modo che torni terriccio e completi l’equilibrio ecologico o usarlo per accendere il barbecue.
Un’ultima curiosità per chi ha animali domestici: anche i veterinari consigliano alberi naturali rispetto ai sintetici. I nostri pet non amano essere punti dagli aghi e difficilmente si arrampicheranno sugli abeti naturali come fanno sugli alberi di Natale finti, evitando danni o piccoli incidenti domestici. (ANSA)

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