Fra luglio e ottobre i cittadini di 15 città portuali del Mediterraneo hanno condotto rilevazioni dell’inquinamento atmosferico nelle aree intorno ai porti. La campagna di scienza partecipata, si é svolta in Italia nell’ambito della rete “Facciamo respirare il Mediterraneo” – coordinata da Cittadini per l’aria e che raggruppa numerosi comitati e associazioni attivi sul tema delle emissioni navali nelle città di porto italiane – e in Europa della coalizione europea di ONG (NABU, Cittadini per l’aria, Ecologistas en Accion, ZERO, Ornitologiki e BirdLifeMalta) che da diversi anni sostiene l’attivazione di un’Area a Controllo delle Emissioni navali nel Mediterraneo.
Il monitoraggio – che si é svolto durante quattro settimane nelle città di porto d’Italia, Grecia, Malta, Portogallo e Spagna – ha riguardato il biossido di azoto (NO₂), un inquinante che proviene dalla combustione dei carburanti fossili diesel e, in particolare, dai motori delle navi che, bruciando il cosiddetto “Olio Pesante” (HFO), producono quantità molto elevate di questo inquinante.
Le misurazioni, che in Italia sono state effettuate ad Ancona, Chioggia (Venezia), Genova, La Spezia, Livorno, Napoli, Savona e Villa San Giovanni, hanno rivelato concentrazioni di biossido di azoto dannose per la salute umana sia nel nostro paese che negli altri porti europei lungo le rotte marittime più popolari del Mediterraneo come Atene, Valencia e Malta. Monitoraggi i cui risultati rappresentano un campanello d’allarme per le popolazioni che vivono sulle sponde del Mediterraneo ed in particolare nelle città di porto, e che devono indurre ad alzare la voce nei confronti dell’industria marittima e dei governi, affinché si agisca al più presto per l’adozione di norme e misure che riducano celermente le emissioni di inquinanti atmosferici e gas serra provenienti dalle navi.
I dati rilevati nelle città italiane sono scioccanti. A Villa San Giovanni, un’area portuale ove si prevedono più di 100 partenze e arrivi di navi e aliscafi al giorno é stata registrata, nel periodo che va dal 16 luglio al 13 agosto, una media di 94 µg/m³ di NO₂, ovvero una concentrazione quasi 10 e, rispettivamente, 4 volte più elevata delle medie annua e sulle 24 ore indicate dalle nuove linee guida dell’OMS a tutela della salute umana. Ancora a Napoli, dove la misurazione nell’area portuale é avvenuta ad ottobre, le concentrazioni a Porta di Massa, sono arrivate addirittura 73 µg/m³, e quindi quasi due volte il vigente limite annuo di legge e tre volte la soglia giornaliera (25 µg/m³) al superamento della quale i ricercatori associano un danno certo alla salute umana. E parimenti allarmanti sono i dati raccolti dai cittadini d’Ancona, Genova La Spezia e Livorno, città dove le navi sostano per ore con i motori accesi a poche decine di metri dalle finestre degli abitanti.
L’esposizione al biossido di azoto é associata all’incremento di asma, infarti, disturbi cardio circolatori e mortalità generale[1], oltre che ad alterazioni dello sviluppo cognitivo nei bambini. Gli ossidi di azoto, inoltre, danneggiano le piante e le colture e rappresentano precursori dell’ozono troposferico, a sua volta altamente tossico e causa di frequenti allarmi smog nelle città portuali, particolarmente nel periodo estivo in cui il traffico portuale é particolarmente intenso. L’ozono é, inoltre, un gas a effetto serra che accelera il riscaldamento globale.
“Vogliamo che i nostri politici agiscano finalmente per proteggere la nostra salute e l’ambiente! É quindi un’occasione persa che la necessità di giungere al più presto all’attivazione dell’Area a Controllo delle Emissioni di NOx non sia stata messa in cima all’agenda della riunione della Conferenza di Barcellona appena conclusasi in Slovenia” dice Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’aria. “I cittadini delle città di porto del Mar Mediterraneo si ammalano e perdono la vita a causa di pratiche avide dell’industria navale. É urgente che i governi agiscano per proteggere la salute e l’ambiente di chi vive nelle aree portuali e nel bacino del Mediterraneo che conta circa 250 milioni di abitanti”.
L’esperto di navigazione della ONG tedesca NABU, Sönke Diesener, afferma: “L’uso di combustibili fossili da parte delle navi senza che vi si accompagnino regole efficaci rappresenta il problema principale. Le aree di controllo delle emissioni (ECA) sono già in vigore nel Mare del Nord e nel Mar Baltico e hanno dimostrato di migliorare drasticamente la qualità dell’aria. I Paesi rivieraschi del Mediterraneo dovrebbero agire per proteggere le persone, l’ambiente e il clima. Un’area di controllo delle emissioni potrebbe evitare 10.000 morti premature all’anno entro il 2050. I benefici attesi per la salute superano di 4,4 volte i costi di tale misura, mentre i tassi di trasporto sulla terraferma non aumenterebbero oltre le normali fluttuazioni del mercato”.
“A Livorno si conferma che il biossido di azoto presente in atmosfera nelle aree più vicine al porto é più elevato dei valori riscontrati dalla centralina Arpat nella seconda strada più inquinata della Toscana”. Luca Ribechini, Associazione Livorno Porto Pulito
“Collaborando a questa iniziativa ha confermato ulteriormente la povertà delle informazioni pubblicamente disponibili anche per questioni delicate come l’inquinamento del traffico navale. Speriamo di stimolare le autorità a migliorare il monitoraggio delle emissioni portuali.” Jane da Mosto, We are here Venice.
“Genova é stata premiata di recente come città più virtuosa del Mediterraneo sulla sostenibilità, la lotta ai cambiamenti climatici e lo sviluppo sostenibile (Istanbul Environmentally Friendly City Award), ma la realtà é tragicamente diversa. Ad esempio, l’inquinamento dell’aria é superiore ai limiti consentiti e buona parte di questo inquinamento che va a danneggiare la salute di noi genovesi é causato dalle navi in porto con i motori sempre accesi. Secondo i dati pubblicati su IS Global – Ranking of Cities, Genova é la 34°esima città più inquinata d’Europa sugli NO₂ e questo causa oltre 300 morti premature ogni anno (di cui circa la metà é causato dall’inquinamento navale).
É urgente concludere l’elettrificazione delle banchine e spegnere i motori delle navi in porto per tutelare la salute dei cittadini genovesi. Abbiamo le soluzioni per avere un’aria più pulita, adottiamole.” Enzo Tortello, Comitato Tutela Ambientale Genova Centro-Ovest
Le tante associazioni e i comitati italiani che hanno partecipato alla campagna di scienza partecipata misurando
l’NO₂ nei porti, l’Associazione Livorno Porto Pulito, We are here Venice (in collaborazione con dei cittadini di Chioggia), Ecoistituto di Reggio Emilia e Genova, il Comitato Tutela Ambientale Genova Centro-Ovest , Italia Nostra Ancona, No Fumi Ancona, Greenpeace Gruppo Locale di Napoli, si battono ogni giorno per dare dignità e tutela ai cittadini che crescono e vivono nelle città di porto deprivati di una buona qualità dell’aria indispensabile alla vita.
“A Napoli, dove il porto é al centro della città e uno dei cuori pulsanti del trasporto di merci e persone, é davvero impattante il livello di emissioni rilevate. Queste rivelano un grosso rischio per la salute di cittadine e cittadini e pregiudicano tantissimo la qualità dell’aria di una città come la nostra che ha visto negli anni diminuire gli spazi verdi e dover fronteggiare un aumento del traffico automobilistico. É sempre più necessario intraprendere azioni che tutelino la qualità dell’aria e la salute di cittadini e cittadine” Francesca Zazzera Greenpeace Gruppo Locale di Napoli
“Italia Nostra, No Fumi e le altre associazioni ambientaliste stanno conducendo da alcuni anni una dura battaglia pubblica contro il progetto della Autorità Portuale di realizzare un home port della MSC sul Molo Clementino dove Traiano parti per la conquista della Dacia e dove, 1600 anni dopo, Vanvitelli realizzò il suo porto. La nuova amministrazione comunale é contraria, a differenza di quella precedente, e dopo un primo parere sfavorevole della sottocommissione VIA VAS, si attende il parere definitivo. Lo studio PIA ha dimostrato come in Ancona vi siano 110 morti in più di quelle attese, causa l’inquinamento atmosferico dovuto anche alle navi” Maurizio Sebastiani Italia Nostra Ancona
Le soluzioni tecniche per prevenire le emissioni di NOx esistono così come, nel Mare del Nord e nel Mar Baltico, esistono già i limiti per questo inquinante per le navi che vi si spostano.
La rete di ONG d’Italia, Francia, Germania, Grecia, Malta, Portogallo e Spagna, chiede agli Stati che si affacciano sul Mediterraneo di istituire un’area di controllo delle emissioni di azoto (NECA) per il Mar Mediterraneo. Una misura che limiterebbe le emissioni di NOx e porterebbe a una riduzione delle emissioni nocive delle navi fino al 70%.
[1] Systematic Review and Meta-analysis of Selected Health Effects of Long-Term Exposure to Traffic-Related Air Pollution, HEI Special Report 23 (Updated 4-5-2023)