Sono 26 gli impianti fotovoltaici installati sugli edifici pubblici a Napoli dal 2014, per un costo totale di 4 milioni di euro, che restano però inutilizzati, lavorano a scartamento ridotto o di cui il Comune di Napoli non ha notizie.
Lo denuncia in una nota il Wwf di Napoli che ha chiesto all’amministrazione comunale una relazione sul funzionamento del fotovoltaico: si tratta di 12 impianti installati da Abc, l’azienda che gestisce l’acqua in città, 11 impianti posti sui tetti delle scuolee degli impianti installati al Mercato della Canzanella, sulla piscina Scandone e sulla sede della municipalità San Giovanni a Teduccio.
“Da giugno 2017 – spiega Ornella Capezzuto, presidente del Wwf Napoli – abbiamo chiesto all’amministrazione comunale una stima sull’effettivo funzionamento degli impianti fotovoltaici.
Nella risposta del Comune si evince che i pochi dati forniti si limitano a delle stime, mentre per la maggior parte degli impianti non hanno informazioni o ammettono che non sono allacciati alla rete elettrica, finendo per diventare dei soprammobili sui tetti”.
La situazione più allarmante secondo il Wwf riguarda gli 11 impianti fotovoltaici finanziati dal Miur che, come conferma lo stesso Comune di Napoli nella risposta al Wwf, “in quanto non allacciati alla rete non hanno prodotto energia tra 2014, 2015 e 2016”.
Il Comune di Napoli, denuncia il Wwf, ignora anche la situazione dei tre impianti costruiti con il Paes (Piano d’azione per l’energia sostenibile), completati tra il 2006 e il 2007 sul tetto del Mercato della Canzanella a Fuorigrotta, sulla piscina Scandone e sulla sede della Municipalità San Giovanni.
“Non sono disponibili – scrive nella relazione il dirigente interpellato dal Wwf – dati in merito allo stato attuale di manutenzione e all’effettivo funzionamento, né circa la produzione di energia, né in merito a eventuali introiti o risparmi”. Va un po’ meglio solo per i dieci impianti realizzati da Abc: per sei di essi al Comune risultano allacciati alla rete elettrica, ma solo per quattro l’amministrazione fornisce dei dati orientativi per il periodo 2010-2015.
“Il mancato funzionamento degli impianti – sottolinea Capezzuto – è un spreco di risorse pubbliche e un’opportunità persa nel ridurre le emissioni inquinanti nella città di Napoli.
Parliamo di sprechi da circa 4 milioni di euro di origine pubblica nazionale, regionale ed anche una parte comunale investiti per acquistarli e installarli, fino alla mancata produzione di energia elettrica che consentirebbe di ridurre i costi in bolletta del Comune di Napoli di circa 1 milione.
Quegli impianti erano stati realizzati per ridurre le emissioni inquinanti da energie fossili, stimate almeno in 3,5 tonnellate di anidride carbonica evitabile.
Il Wwf annuncia di essere pronto a rivolgersi “alle Autorità competenti e alla Corte dei Conti per verificare inadempienze e l’esistenza di sprechi di risorse pubbliche, che se confermati farebbero della vicenda degli impianti fotovoltaici a Napoli uno scandalo che non è più possibile tacere”. (ANSA)