“Lungomare resti pedonale. Serve un Protocollo d’Intesa sulla mobilità sostenibile per Napoli e la Città Metropolitana: vanno portate ai livelli delle grandi capitali europee”.

Pochissimi passanti su via Caracciolo a Napoli con i divieti imposti dalla zona Rossa fatti rispettare dalle forze dell'ordine che presidiano il lungomare, 13 marzo 2021 ANSA/CIRO FUSCO
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Fiab Napoli Cicloverdi, GreenItalia  Campania, Legambiente Parco Letterario Vesuvio, Legambiente Iride, Gentegreen e WWF Napoli lanciano l’ennesimo SOS all’Amministrazione Comunale. 

Non possiamo fare passi indietro sulla mobilità sostenibile ed è necessario potenziare il trasporto pubblico e diminuire l’utilizzo di mezzi motorizzati privati”. Tra pochi giorni il sindaco Manfredi dovrà decidere su via Partenope; se confermarne la pedonalizzazione, o riaprirla al traffico veicolare. 

Tra queste due scelte vi è un solco enorme.

– Confermare l’uso pedonale di via Partenope, al di là di contrapposizioni ideologiche, ha un preciso valore  simbolico e culturale: Napoli, e la sua Amministrazione, scelgono di rivolgere  lo sguardo al futuro, puntando a migliorare la vivibilità urbana e di utilizzare la “bellezza” come risorsa economica a favore di uno sviluppo sostenibile, come ormai avviene in tutta Europa, basti citare l’esempio della pedonalizzazione degli Champs Elysèe a Parigi.

– Viceversa riaprire al traffico veicolare via Partenope sarebbe un provvedimento antistorico, con scelte tecniche e culturali che penalizzerebbero le nostre risorse paesaggistiche e architettoniche a favore di un modello autocentrico ormai obsoleto.

Del resto, anche sulla base della consolidata esperienza, via Partenope, ma anche via Nazario Sauro e via Cesario Console, assorbono flussi veicolari minimi, dirottati sull’asse della galleria e di via Acton. Tali provvedimenti vanno comunque accompagnati da un’opportuna pianificazione della mobilità che tenda a privilegiare le utenze deboli e a scoraggiare i flussi del traffico privato. 

La proposta degli ambientalisti? L’ultimo PGTU (Piano Generale del Traffico Urbano) elaborato dall’Amministrazione Comunale nel 2014 va ripreso nelle sue linee essenziali per garantire omogeneità nelle decisioni a breve termine,  mentre il PUMS (Piano Urbano della Mobilitò sostenibile) recentemente adottato deve costituire la “visione” a lungo termine della mobilità in città. In quest’ultimo piano del resto è già sancita la pedonalizzazione definitiva di via Partenope anche in ossequio alle direttive europee che vedono tale strumento essenziale  per ripensare i modelli di mobilità urbana in un’ottica di sistema, agendo sulle varie forme di trasporto collettivo e condiviso, sul traffico e sulla mobilità, per migliorarne l’integrazione e ridurre l’impatto sull’ambiente. 

È auspicabile che le future scelte del Sindaco Manfredi tengano in giusto conto, inoltre, delle aspettative della città e non di coloro che, per formazione culturale e sociale, ritenendo prevalente il loro “diritto alla mobilità autocentrica”, immaginano l’asse costiero come una autostrada urbana.

Purtroppo, con l’accordo con l’Aci per la definizione delle politiche di mobilità, sembra che si voglia andare in questa direzione, privilegiando una particolare mobilità, quella del trasporto privato, adottando un modello che non mette al centro le persone e le loro esigenze di mobilità, ma la gestione del traffico automobilistico.

Le associazioni scriventi ritengono che il lungomare non debba diventare  un asse di scorrimento del traffico veicolare ma possa ritornare ad essere luogo di relazione recuperando il suo ruolo originario di spazio per eccellenza della vita sociale della città. Questo obiettivo è conseguibile solo confermando la pedonalizzazione di via Partenope. Tale provvedimento va, inoltre,  integrato con dispositivi simili anche per via Cesario Console e via Nazario Sauro, in modo da realizzare un unico itinerario pedonale che partendo da piazza Dante, attraverso via Toledo e piazza Plebiscito, colleghi il Centro Storico con il mare, riattivando i provvedimenti di limitazione sui varchi della ZTL di Piazza Dante.

In questo quadro le Associazioni chiedono di concordare un Protocollo d’Intesa con l’Amministrazione, in linea con quanto avvenuto con l’Aci, per fornire il loro contributo di conoscenze e di sensibilità per costruire una Napoli vivibile, contemporanea, coerente con il suo passato e la sua bellezza.

Tale Protocollo d’Intesa si inquadra nello scenario dell’European Green Deal di contrasto ai cambiamenti climatici e all’inquinamento atmosferico, con l’intento di portare finalmente Napoli e la Città Metropolitana ai livelli di mobilità sostenibile delle grandi capitali europee.

Per realizzare tale obiettivo è necessario  diminuire l’utilizzo di mezzi motorizzati privati puntando soprattutto:

• sul trasporto pubblico;

• sulla ciclabilità;

• sulla mobilità condivisa;

• sulla pianificazione della mobilità sostenibile;

• sulla realizzazione della città a 15 minuti con un progressivo decentramento funzionale;

• sull’attuazione della legge del Mobility Management. 

Questi i primi e imprescindibili temi del Protocollo d’Intesa che le associazioni ambientaliste vogliono sottoscrivere con l’Amministrazione Comunale, offrendo alla stessa il corposo bagaglio di ricerche e studi svolti grazie anche al supporto degli autorevoli esperti dei rispettivi Comitati Scientifici nazionali e regionali, in costante confronto con le novità introdotte dall’Europa sul tema della Mobilità Sostenibile e l’approfondimento delle buone pratiche realizzate a livello nazionale ed internazionale. 

 Napoli, lì 5 Gennaio 2022

Firmato da Fiab Napoli  Cicloverdi M.Teresa Dandolo, GreenItalia  Campania Carmine Maturo, Legambiente Parco Letterario Vesuvio Paola Silvi, Legambiente Iride Anna Savarese, Gentegreen Guido Liotti, WWF Napoli Franco Marino.

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