“Saremo vigili e presenti perché il mare rappresenta un bene comune che va tutelato e preservato in quanto fonte di vita e non reso oggetto di interessi esclusivamente privati e per giunta illeciti”: così l’associazione ambientalista Marevivo annuncia che si costituirà parte civile nel processo al Tribunale di Napoli contro i ventuno imputati di associazione a delinquere finalizzata all’estrazione dei datteri di mare. Il dibattimento comincerà il 24 settembre e dovrà accertare le responsabilità per i danni irreparabili arrecati a diverse scogliere del golfo di Napoli tra cui i Faraglioni di Capri.
“Il pubblico Ministero dott. Giulio Vanacore, ha ritenuto lampanti le prove raccolte nell’ambito della complessa e brillante indagine volta alla repressione del gravissimo danno ambientale arrecato dalla pesca abusiva dei datteri nel Golfo di Napoli. Le indagini hanno portato a contestare i reati nel periodo compreso dal marzo 2019 al marzo del 2021, allorquando venivano emessi i mandati per la carcerazione”, afferma Mariagiorgia de Gennaro, socia e legale di Marevivo”.
“Siamo fiduciosi nel processo – aggiunge -così come della sua importanza sociale dal momento che pone basi forti per una concreta sensibilizzazione su reati che purtroppo troppo spesso sfuggono al sentire collettivo che non ha strumenti, informazione e coscienza piena del disastro ambientale che la condotta posta in essere dai “cd datterari” così come di tutti i predatori del mare arrecano al nostro ecosistema”.
Nel processo vengono contestati anche altri reati tra i quali l’illecito accesso al reddito di cittadinanza. (ANSA).