Sottopassi a Pompei, i comitati spiegano le ragioni del NO.

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dal Comitato Pompei Futura riceviamo e pubblichiamo

I Comitati dei cittadini attivi denominati “Pompei futura”, “No Sottopassi” e “Crapolla Oltre”, intendono porre alla Vs. attenzione, la irragionevolezza del progetto denominato “Interventi di compatibilizzazione urbana della linea ferroviaria nel Comune di Pompei”.

Il progetto, con i suoi tortuosi e pericolosi sottopassi, con le sue opere interrate, con la sua colata di asfalto e cemento in una zona verde della città, delude profondamente i cittadini che vivono “fuori le mura” di Pompei, cioè a nord della linea ferroviaria Circumvesuviana.

Le parole del Responsabile Unico del Procedimento EAV, ing. Fiorentino Borrello, nel corso di un tavolo coi comitati tenutosi negli uffici della Regione Campania, sembrano lasciare pochissimo spazio a modifiche progettuali che vengano seriamente ed efficacemente incontro alle esigenze di questa sfortunata parte della cittadinanza pompeiana.

Ma si può ragionare così con Pompei? Pompei non merita il meglio? E, fatta salva l’abolizione dei passaggi a livello, dove sarebbe il meglio per la nostra Città?

Raccogliamo tra i nostri concittadini sentimenti di profonda delusione e costernazione, finanche di disperazione. Ci si sente vittime di un vero e proprio sopruso, ordito da un potere che rivela il suo volto arrogante e da funzionari pubblici e privati che ammettono candidamente di non essere mai stati a Pompei. Alcuni concittadini vivono il progetto come un vero e proprio sopruso ed iniziano addirittura a parlare di azioni eclatanti e pubbliche come scioperi della fame e incatenarsi davanti Palazzo De Fusco.

Come comitati cittadini possiamo rassicurare che non ci fermeremo di fronte ai mille NO e alle mille chiusure che raccogliamo ormai da troppo tempo. Non si riuscisse a lavorare di concerto con la politica per migliorare il progetto, faremo ricorso alla giustizia, a tutti i livelli.

Chiederemo conto dei mille sprechi di denaro pubblico che EAV ha compiuto sul territorio della nostra già martoriata Regione.

Non serve, infatti, andare lontanissimo.

Tra Torre Annunziata e Pompei in zona Fossavalle è stato realizzato un secondo binario che resterà inutilizzato. A via Andolfi c’è un sottopassaggio pronto da dieci anni e mai aperto per motivi che è facile intuire.

Sono solo esempi dell’incapacità progettuale di un ente che adesso vuol venire a imporre soluzioni obsolete a Pompei, realizzando tra le altre cose, parcheggi interrati e sottopassi a beneficio di privati!

L’attuale progetto è il frutto di vero e proprio taglio lineare.

Il Presidente EAV Umberto De Gregorio, commercialista e revisore contabile, ha pensato bene di risparmiare sull’ investimento a Pompei.

Non sempre i tagli sono dei risparmi soprattutto quando riducono lo spazio vitale delle nuove generazioni.

Non basta risanare i bilanci è necessario investire nel futuro con scelte di valori virtuose a lungo periodo.

Pompei è una città nata da un atto d’ amore e di fede.

L’interramento della circumvesuviana e la Stazione Einseman, il progetto tagliato da EAV nell’ immaginario collettivo era la stazione di Bartolo Longo, che doveva dare lustro alla città.
Questi progetti sono ancora inseriti nel piano strategico dei trasporti regionali della Campania e che EAV non intende realizzare .

La delibera 489/2017 della Regione Campania, assegna la concessione ad EAV per realizzare le opere di ammodernamento e di potenziamento della rete ferroviaria sul territorio regionale, ed individua l’intervento su Pompei come “interramento” (allegato 2 pag. 18 delibera) del tratto ferroviario. Pertanto il concessionario e soggetto attuatore avrebbe modificato il progetto non oggetto di concessione nella delibera 489/2017.

Al suo posto EAV e soprattutto De Gregorio propone e soprattutto impone 4 fossati, per esigenze di bilancio. Vorremmo capire a chi intende dedicare questi fossi?

Dove sono andati a finire i soldi del progetto, approvato con delibera comunale 58/2011, finanziato dal Ministero dei trasporti e dal CIPE per circa 120 milioni di euro, che prevedeva l’interramento della linea circumvesuviana e al suo posto una nuova mobilità?

Questa è la domanda che si pongono i cittadini di Pompei e a cui EAV ancora non ha dato risposta.

Certo con la eliminazione dei passaggi a livello, si tolgono i custodi che lo devono presidiare per 24 ore al giorno, un bel risparmio per EAV, ma questo non può essere fatto a discapito dei cittadini e del futuro dei Pompeiani.

Dopo il Vesuvio i cittadini non vogliono che sia EAV a distruggere nuovamente Pompei.

Ci siamo rivolti anche ad esperti di Urbanistica dell’ Università “Federico II” di Napoli, che ci hanno evidenziato come e le scelte progettuali che si intendono perseguire e attuare per il tratto della Ferrovia Circumvesuviana nel territorio del Comune di Pompei non sono coerenti con la Pianificazione Generale Sovracomunale vigente Piano Territoriale Regionale (PTR LRC n. 13/2008, il Piano Territoriale Metropolitano), con il PTM adottato dalla Città Metropolitana di Napoli, con la programmazione di settore Piano Nazionale e Regionale dei Trasporti, con il Piano Strategico del Grande Progetto Pompei e non sono conformi neppure alla vigente Pianificazione Generale Comunale (PRG/PUC del Comune di Pompei)

Le trasformazioni previste, infatti, ricadono in diverse ZTO del vigente PRG, interessano le ZTO B3, E1, F1, F3, G1, G4, P5 e risultano del tutto non conformi alle trasformazioni assentibili in tali zone. Esse risultano autoreferenziali e del tutto sconnesse da qualsivoglia logica di relazione con il sistema urbanistico preesistente e senza alcuna prospettiva di progetto che fondi le sue scelte almeno sul settore del trasporto pubblico passeggeri su ferro e, a fortiori, su alcuna logica di sistema né settoriale né generale, né alla scala comunale né a quella sovracomunale. Tali logiche dovrebbero invece necessariamente connotare un intervento strutturale di tale portata urbanistica e territoriale.

In buona sostanza un’occasione storica di ridisegno e riassetto dell’area oggetto (a tal fine era stata finanziata) di intervento viene mortificata da una soluzione che punta a risolvere solo alcuni attraversamenti sfalsandoli senza nessuna prospettiva di miglioramento della qualità dell’assetto urbano in cui va a collocarsi.

Non è banale ricordare che la costruzione delle ferrovie a partire dalla fine dell’Ottocento e per tutto il Novecento ha costituito sempre un’occasione per il riassetto territoriale e soprattutto urbanistico. L’interramento della linea della Circumvesuviana e della Stazione di Pompei Santuario non può essere limitato ed avvenire senza alcun riferimento all’assetto urbanistico configuratosi proprio in relazione alla presenza della linea ferroviaria e della stazione stessa nell’arco di un secolo.

L’appartenenza del Comune di Pompei all’area metropolitana di Napoli, istituzionalizzata con la Città Metropolitana di Napoli, evidenzia in modo incontestabile la stretta interdipendenza territoriale di Pompei dall’area metropolitana rafforzando l’idea che non è possibile né corretto dal punto di vista della pianificazione del territorio intervenire in modo ipersettoriale (solo trasporti su ferro a scartamento ridotto) e locale (solo una parte del territorio comunale) in un territorio è de facto e de jure parte di un contesto metropolitano molto più complesso e interconnesso.

L’intervento sul sistema infrastrutturale della mobilità deve necessariamente ancorare le sue logiche tanto alla scala comunale quanto a quella sovracomunale in quanto una ferrovia è l’ossatura portante di un territorio.

La corretta programmazione e gestione del territorio impone che la pianificazione e attuazione di un’infrastruttura, tanto ex-novo che da riqualificare, costituisca le precondizioni all’uso urbano del territorio che attraversa e serve, insomma la realizzazione e/o riqualificazione di un’urbanizzazione primaria, qual è una ferrovia, è elemento di un sistema più articolato e complesso di cui fa parte e con cui interagisce.

La scorretta impostazione dell’intervento in questione è testimoniata dal fatto che nessuno strumento di pianificazione e programmazione del territorio, generale o settoriale, sovracomunale o locale, vigente, adottato o in itinere, renderebbe coerente/conforme e attuabile un simile intervento che non trova fondamento nel perseguimento del superiore interesse pubblico a cui tutti i piani summenzionati sono invece preposti.

Forti perplessità desta anche la complessità delle opere che saranno consegnate alla Città. Una volta completati i lavori, infatti, l’Amminstrazione dovrà prendersi cura della manutenzione e della gestione dei sistemi di sicurezza, della rete di raccolta e convogliamento delle acque meteoriche dai piazzali e dalla viabilità, delle vasche di accumulo, degli impianti di sollevamento delle acque, del sistema di videosorveglianza.

Le soluzioni abbandonate
L’interramento e la Stazione di Eisenman

Pompei, culla dell’archeologia, si preparava ad accogliere un’ opera di grande respiro quale la stazione circumvesuviana di Pompei Santuario da essere rivoluzionata dalla mano di Peter Eisenman, archistar Newyorkese, già finanziata e poi INCREDIBILMENTE ABBANDONATA – 119 i milioni di euro stanziati a livello regionale.

L’intervento su Pompei prevedeva una prima fase di interramento dei binari, che non saranno più visibili in superficie, e la conseguente eliminazione dei passaggi a livello.
Come mostra la veduta virtuale del progetto Eisenmann, alle spalle del Santuario della Beata Vergine del Rosario e della sua ampia piazza, troverà posto una griglia costituita da fasci bianchi che si intersecano intervallati da una membrana traslucida. L’effetto sarà quello di una grande ragnatela bianca.

Quest’ultima, realizzata con un materiale di ultima generazione, permetterà l’ingresso dal tetto di luce naturale, e costituirà pertanto un lucernario per i binari e gli spazi sottostanti.
Peter Eisenman ha effettuato degli studi approfonditi sulla struttura della città di Pompei:

“L’edificio della stazione rappresenta un’estensione della città antica, assomiglia alla sua forma planimetrica a stella marina”. Il progetto in question è iscritto in un piano che coinvolge l’intero tessuto urbano di Pompei, modificandone la fisionomia con l’ intento di risolvere il problema di un centro urbano frammentato dalla linea ferroviaria e dalla recinzione degli scavi. E’ previsto un percorso che da Villa dei Misteri conduce al Santuario, costeggiando l’area archeologica ed attraversando un parco attrezzato.

La stazione di Pompei sarebbe stata una nuova attrazione rispetto a quella già esistente. La stazione di Eisenman costituirà un nuovo importante tassello, relativo al territorio, che si andrà ad aggiungere ai segmenti religioso e archeologico, che già calamitano quattro milioni di visitatori l’anno.

Il progetto firmato da Eisenman per Pompei si iscrive quindi nel sistema di potenziamento che riguarda l’intera rete della metropolitana regionale, che con nuovi binari e stazioni monumentali, comporta una riqualificazione urbanistica delle aree circostanti.

«Il compito di un sistema di trasporti è anche questo rappresentano delle grandi occasioni per riqualificare intere zone cittadine o periferiche, con aree pedonali e parchi limitrofi».

Pertanto chiediamo il suo aiuto affinchè Pompei possa essere la città internazionale che merita, riportando sul tavolo di discussione la Stazione di Bartolo Longo progettata da Eisenman.
Pompei Futura

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