Trenta giorni per scongiurare il peggior scenario possibile, quello che riporta alle immagini di qualche anno fa: i rifiuti in strada a Napoli e in provincia.
Un mese di tempo per risolvere la questione nata dalla sentenza del Consiglio di Stato sul trasporto dei rifiuti da una regione all’altra, che ha spinto l’assessore all’Ambiente della Regione Puglia a dire “no” all’arrivo dei camion provenienti dalla Campania con a bordo i rifiuti stabilizzati usciti dagli Stir.
Senza la possibilità di scaricare fuori regione, il sistema potrebbe reggere un mese, dopodiché il rischio concreto è quello di ritrovare i rifiuti in strada. Ma il tempo per trovare il modo di fronteggiare la situazione c’è e la Sapna, società che gestisce il ciclo dei rifiuti nella provincia di Napoli, si sta muovendo su due fronti.
Il primo è quello della giustizia amministrativa: la società sta infatti incaricando gli avvocati per attivare la procedura prevista dall’articolo 112 comma 5 del Codice del processo amministrativo, che consente di richiedere allo stesso giudice che ha emesso la sentenza di “ottenere chiarimenti in ordine alle modalità di ottemperanza”.
Il nodo da sciogliere è capire se il provvedimento del Consiglio di Stato, che prevede l’autorizzazione della Regione ricevente per permettere il trasporto “transregionale” dei rifiuti, riguardi anche il rifiuto stabilizzato lavorato negli Stir con un processo che dura oltre 20 giorni e che lo rende “rifiuto speciale” destinato al recupero energetico.
Su questo punto le interpretazioni sono diverse: le società provinciali campane, così come anche il Comune di Napoli, ritengono che la sentenza non si applichi a questa categoria, la Puglia sostiene che il provvedimento abbia effetto su qualunque tipo di rifiuto e ha dato indicazione agli impianti di non permettere lo scarico dei rifiuti campani. Il che rappresenterebbe un problema serio in particolare per la provincia di Napoli, che porta 1000 tonnellate al giorno in Puglia e allo stato non dispone di alternative.
E proprio la ricerca di un’alternativa è la seconda strada battuta dalla Sapna, che si accinge a fare una gara per individuare altri impianti in Italia disponibili ad accogliere i rifiuti stabilizzati che lasciano gli Stir napoletani. Rifiuti speciali che, assicurano dalla società provinciale, hanno tutte le carte in regola per quanto riguarda le analisi sulla qualità del prodotto.
L’Azienda servizi igiene ambientale del Comune di Napoli si sta attrezzando per far fronte agli eventuali contraccolpi che potrebbero derivare dalla decisione del Consiglio di Stato sul trasferimento dei rifiuti solidi urbani oltre i confini della Regione Campania. Il Consiglio di Stato, in particolare, nei giorni scorsi ha riaffermato che i rifiuti solidi urbani non possono essere trasferiti oltre i confini regionali se non vi è un esplicito accordo fra i vari enti locali.
(ADN Kronos-ANSA)