contabilità armonizzata nel T.U.E.L., a firma di Raffaele Ambrosio – Responsabile del Servizio
Ragioneria dell’Ente – e di Gianluca Russo, docente dell’associazione A.N.U.T.E.L. (Associazione Nazionale Uffici Tributi Enti Locali).
L’operato del Servizio Ragioneria, in coordinamento con tutti i Servizi del Comune di San
Giuseppe Vesuviano, con il supporto costante degli organi politici elettivi che esprimono
funzioni di governo, indirizzo e controllo, ha consentito, sino ad ora, di esprimere una
programmazione di bilancio orientata al raggiungimento di importanti traguardi amministrativi.
“L’amministrazione comunale ha aderito, già nel corso del 2014, ad un progetto formazione
gratuita sulla nuova legge che imponeva l’armonizzazione contabile del bilancio degli enti
pubblici – sottolinea Dolores Leone, vicesindaco ed assessore al bilancio – Abbiamo ospitato in
Sala Consiliare due incontri del corso di formazione con il prof. Ebron D’Aristotile, docente
all’Università di Pescara, che hanno consentito di offrire un aggiornamento di qualità ai
Responsabili di Servizio dell’Ente. Grazie anche agli investimenti di tempo in formazione e
crescita professionale è stato possibile procedere alla tempestiva approvazione del bilancio di
previsione e di quello consuntivo”.
Si riporta, di seguito, il testo completo dell’articolo pubblicato da Enti Locali e P.A. de Il Sole 24
Ore: “L’introduzione della contabilità armonizzata nel Tuel ha radicalmente stravolto il modo di pensare e di agire degli enti locali, dovendo utilizzare principi contabili nuovi.
La programmazione di bilancio è il principio cardine (n. 1) con il quale devono subito
confrontarsi gli enti soggetti alla nuova contabilità. Un sistema in apparenza perfetto, le cui
scadenze non sempre sono razionalmente allineate all’anello regionale: l’approvazione del Defr (strettamente legato anche al Def nazionale), per esempio, si sovrappone a quella del Dup, rendendo necessaria l’anticipazione dei lavori del documento di programmazione regionale, affinché gli enti locali possano effettuare un’adeguata programmazione legata ai contributi regionali, coerentemente con le effettive risorse messe a disposizione degli enti di ultimo livello.
Circolarità della programmazione.
Un sistema di «circolarità» della programmazione ancora da perfezionare, che partendo
dall’alto, ovvero dal Def nazionale, dovrebbe gradualmente confluire in quella del Defr per poi concretarsi nel Dup, riproponendo uno schema già sperimentato nella fiscalità locale con la
circolarità delle informazioni, inaugurata con l’introduzione del sistema MUI.
La mancata «armonizzazione» temporale di questi documenti, correlata alle stringenti e
innumerevoli scadenze, vanifica la concreta attuazione degli obiettivi strategici da parte dei
Comuni, disegnando un quadro locale spesso caotico e poco razionale.
Tali distorsioni del sistema armonizzato, pesano in modo determinante sui responsabili dei
Servizi finanziari, che si trovano a dover fronteggiare non solo l’aspetto tecnico di bilancio, ma anche quello meramente programmatico, nel disperato tentativo di anticipare il quadro
macroeconomico, tenendo conto contestualmente della normativa in corso e del trend storico delle entrate e delle spese. Pietra miliare della programmazione è la competenza finanziaria potenziata, che nonostante la graduale introduzione, preceduta da una lunga fase di sperimentazione, ancora oggi, a due anni dalla riforma, incontra notevoli resistenze da parte dei dirigenti comunali. Invero, l’esigibilità della prestazione, cui il sistema armonizzato lega l’imputazione della spesa, la re-imputazione e il nuovo concetto di residuo, restano ancora elementi di difficile assimilazione, nonostante la massiva opera di formazione e di divulgazione del credo armonizzato.
Potenziare i Servizi finanziari degli enti.
Sarebbe indispensabile, quindi, procedere al potenziamento dei Servizi finanziari, onde
consentire alle diverse posizioni organizzative dell’azienda Comune, di essere supportate
quotidianamente sul campo, nella consapevolezza che tale formazione debba
imprescindibilmente estendersi alla classe politica, speso avulsa dalle problematiche tecniche.
Altro tassello dell’articolato puzzle della riforma, che mai come in questo periodo desta
particolare attenzione, è quello del fondo crediti di dubbia esigibilità o Fcde. Tale fondo, nato
per assicurare la stabilità dei bilanci, rischia paradossalmente di pregiudicarne la chiusura, in
particolare a quegli Enti che pur attivando tutte le procedure previste dalla legge riscontrano
notevoli difficoltà nella riscossione delle entrate, legate prevalentemente al tessuto socioeconomico.
Le elevate percentuali da accantonare a tutela dei crediti iscritti in bilancio (100%
nel 2019), se non fronteggiate con adeguati investimenti strutturali in termini di risorse umane e strumentali da impiegare nelle attività di riscossione, determineranno ingenti tagli alla spesa corrente, con dirette ricadute sulla qualità dei servizi offerti alle comunità di riferimento.
Stato patrimoniale e inventario.
Nel bilancio in preparazione, tra l’altro, troverà collocazione il primo stato patrimoniale frutto
delle scritture contabili codificate fino al V livello. Presupposto essenziale per attivare tale
ulteriore profonda riforma, è disporre di un inventario dei beni mobili e immobili aggiornato.
I Comuni dovranno prestare particolare attenzione a questo adempimento in quanto lo stato
patrimoniale riclassificato al 1° gennaio 2016, oltre a costituire la base di partenza della
contabilità economico-patrimoniale dell’ente, troverà evidenza nel rendiconto della gestione
2016 e nel bilancio consolidato fotografato allo stesso esercizio finanziario, in base all’articolo
11-bis del Dlgs 118/2011, da approvarsi entro il 30 settembre 2017.
Occorrerà procedere alla riclassificazione delle singole voci dello stato patrimoniale al 31
dicembre 2015, chiuso nel rispetto del Dpr 194/1996, secondo l’articolazione prevista
dall’allegato n. 10 al Dlgs 118/2011 e dal piano dei conti patrimoniale (allegato n. 6 al Dlgs
118/2011) del nuovo ordinamento contabile.Sarà necessario, inoltre, applicare i nuovi criteri di valutazione dell’attivo e del passivo patrimoniale (principio applicato della contabilità
economico-patrimoniale 4/3, paragrafo 9.3 dell’allegato al Dlgs n. 118/11), all’inventario e allo stato patrimoniale riclassificato. Elevata complessità e conclamata emergenza, quindi, che sembrerebbero non sposare al meglio il concetto di armonizzazione, che fanno del responsabile del settore finanziario il regista di un sistema purtroppo ancora lontano dall’essere performante”.