Lavoro e reinserimento sociale, accordo tra Comune di Castellammare e Tribunale di Torre Annunziata.

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Favorire la reintegrazione sociale e lavorativa di persone detenute in seguito a una condanna penale definitiva, attraverso la partecipazione a progetti di utilità sociale. Questo l’obiettivo dell’accordo tra il Comune di Castellammare di Stabia e il Tribunale di Torre Annunziata. Una convenzione, quella sottoscritta nella mattinata di martedì 19 dicembre 2017, che consentirà a dieci soggetti di svolgere delle attività non retribuite in favore della collettività.

L’ufficialità è stata data dallo stesso sindaco, Antonio Pannullo nel corso di un incontro sulla legalità con gli alunni della scuola Panzini: “Si tratta di un modo per favorire la reintegrazione sociale e lavorativa di persone che si trovano in condizioni di svantaggio”.
La convenzione si rifà all’articolo 168 bis del codice penale e prevede “la messa alla prova” dei soggetti e “comporta la prestazione di condotte volte all’eliminazione delle conseguenze dannose o pericolose derivanti dal reato, nonché, ove possibile, il risarcimento del danno dallo stesso cagionato. Comporta altresì l’affidamento dell’imputato al servizio sociale, per lo svolgimento di un programma che può implicare, tra l’altro, attività di volontariato di rilievo sociale, ovvero l’osservanza di prescrizioni relative ai rapporti con il servizio sociale o con una struttura sanitaria, alla dimora, alla libertà di movimento, al divieto di frequentare determinati locali”.

Come afferma lo stesso primo cittadino: “I soggetti che saranno ammessi allo svolgimento dei lavori di pubblica utilità saranno impiegati per i lavori di piccola manutenzione e pulizia degli edifici comunali o di altre aree pubbliche, per la scerbatura delle aree verdi e dell’arenile cittadino. Inoltre potranno essere utilizzati per attività di protezione civile in caso di emergenza, per attività legate alla difesa ambientale del territorio, per affiancare squadre e operai comunali”.

Così come prevede la legge (il governo nel 2014 ha esteso l’istituto di messa alla prova, già previsto per i minorenni, agli adulti che hanno commesso piccoli reati) i Servizi sociali pagheranno solamente le spese per assicurare i lavoratori che non saranno retribuiti.

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