Giovedì 4 luglio 2019, alle ore 11,30 presso l’Antiquarium del Parco Archeologico di Ercolano, verrà firmata la convenzione attuativa tra Parco Archeologico di Ercolano, Comune di Ercolano e Istituto Packard per i Beni Culturali, ultima tappa del percorso nato nel 2014 con l’Accordo Via Mare, per la riqualificazione del quartiere che si affaccia sul sito UNESCO.
Si tratta di una firma particolarmente importante, in quanto permette la concessione delle aree, espropriate dal Ministero dei Beni Culturali nel 2015, al Comune di Ercolano per la realizzazione delle opere. Con la consegna dei lavori si compone l’ultimo tassello di un complesso mosaico che porterà l’attesissimo cambiamento urbanistico, culturale e sociale lungo i confini delle due Ercolano, antica e moderna. Il progetto nasce dalla collaborazione tra Comune, Parco (reso autonomo da Pompei nel 2016) e la fondazione filantropica statunitense il Packard Humanities Institute che, attraverso il suo braccio italiano e altri partner, affianca il gestore pubblico (Parco) nella cura del sito ormai dal 2001,
Lungo via Mare è previsto l’abbattimento del muro di confine e l’apertura di uno spazio verde gestito rispettivamente dal Comune di Ercolano e dal Parco Archeologico. Tutto questo nel cuore del centro storico, in un luogo affacciato sul sito archeologico e alle porte del Teatro antico sotterraneo, riaperto al pubblico recentemente e a pochi metri dal pittoresco mercato di Pugliano, luogo dove a partire dal Dopoguerra fiorì un commercio basato sul riutilizzo degli indumenti. Una rivoluzione che cambierà, potenzialmente, tutte le dinamiche di fruizione di questo quartiere, dai flussi turistici alle abitudini dei residenti, e che, con l’implementazione nel tempo di nuove iniziative culturali e sociali, toglierà Via Mare dall’isolamento restituendo a questo quartiere la posizione di rilievo che ha avuto per secoli.
Via Mare, quindi, come progetto pilota nel territorio, un punto di partenza, che potenzialmente, potrebbe essere in grado di innescare altre azioni virtuose sui restanti confini sito-città, e oltre.
Difatti, grande attenzione e interesse è stato manifestato, da tempo, da numerosi organismi internazionali, tra cui l’Unesco, al fine di promuove la creazione di una zona filtro per tutti i siti vesuviani