Il 2022 è stato un anno da record per l’Italia che ha esportato in tutto il mondo frumento e semole per circa 337 milioni di euro, di cui il 14,5% proveniente da produzioni biologiche.
Italmopa (Associazione Industriali Mugnai d’Italia) presenta i dati sulle esportazioni delle farine e delle semole, con un focus speciale sulle produzioni biologiche, nell’ambito dei programmi internazionali “Pure flour from Europe” cofinanziati dall’Unione Europea, che promuovono l’utilizzo di farine e semole convenzionali e biologiche Made in Europe e, più in particolare Made in Italy, in USA, Canada e India. I dati sono stati illustrati da Piero Luigi Piano, direttore Italmopa.
Per quanto concerne il peso dell’industria molitoria campana sul totale nazionale, per il grano tenero (farine) a fronte di una capacità di oltre 29.300 tonnellate in 24 ore si arriva ad una produzione potenziale di 700 tonnellate, un quinto di tutto il Centro Sud e il 2,5% del totale nazionale. Per a produzione di sfarinati (semole in prevalenza e farine) il grano duro, a fronte di una capacità di produzione nazionale di 20.400 tonnellate si arriva ad una produzione di 1.230 tonnellate in 24 ore ovvero il 6% del totale nazionale e l’8,5% rispetto alla produzione del mezzogiorno.
L’industria della pasta sostanzialmente traina al sud un maggior focus sugli sfarinati (semole in prevalenza) derivati dal grano duro con il Mezzogiorno che pesa per il 70% degli sfarinati derivanti dal frumento duro mentre rispetto alla produzione di sfarinati derivanti dal grano tenero l’intero mezzogiorno supera di poco il 12,5%.
I programmi “Pure Flour From Europe” e, in particolare, quello finalizzato alla promozione, in USA e Canada, delle farine e delle semole biologiche, sta riscuotendo grande successo, perché mette al centro la salute, il benessere, la responsabilità nella selezione delle materie prime, affinché farine e semole, biologiche e non, siano caratterizzate da un ricco contenuto di vitamine, sali minerali, fibre e sostanze fitochimiche secondarie, in grado di assicurare all’organismo un elevato apporto nutrizionale. Dagli chef stellati alle ricette casalinghe, la cucina è sempre più orientata verso l’utilizzo di materie prime d’eccellenza, come appunto le farine e le semole di qualità, biologiche in primis. Durante il meeting di Roma, si è tenuta anche una speciale masterclass dedicata alla pasta fresca, tenuta dallo chef napoletano Lino Acunzo, che ha insegnato l’arte del cavatello e del raviolo, due primi piatti preparati con farine e semole bio. Queste materie prime esplodono in sapore e nutrienti, in quanto provenienti da un’agricoltura che adopera il corso spontaneo della produttività dei campi, in totale assenza di fertilizzanti e prodotti chimici. Anche lo stoccaggio prevede il divieto di utilizzare prodotti come diserbanti, pesticidi, concimi chimici e antiparassitari; la molitura conserva così intatti, tutti i nutrienti del grano, tra cui le vitamine, le fibre, i sali minerali, gli enzimi e le proteine nobili, con un guadagno organolettico che amplifica il sapore in termini di genuinità e autenticità. Entrambi i programmi “Pure flour from Europe” sono ricchi e vari e riuniscono chef, ristoratori, professionisti, consumatori, opinion leader, attraverso incontri internazionali.