La Giornata del Caffè sospeso sabato 10.

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“Quello di lasciare un caffè pagato al bar è un antico gesto partenopeo diffuso a Napoli negli anni passati. Chi era euforico per un evento accaduto o era semplicemente di buon umore ordinava un caffè e ne pagava due lasciando così la possibilità a chiunque fosse passato successivamente, di bersi una tazzina gratuitamente.

Anche Pino Daniele nella sua famosa canzone parlava di questa abitudine ormai andata in disuso e nel 1977 diceva “Na’ tazzulella e’ cafè e mai niente cè fanno sapè: nui cè puzzammo e famme, o sanno tutte quante, e invece e c’aiutà c’abboffano e’ cafè”.

Qualcuno però ha pensato di reintrodurre l’usanza. Lo ha fatto la “Rete del Caffè Sospeso”, un’associazione che si definisce di mutuo soccorso intenta ad organizzare festival tra comuni che hanno subito forti tagli sulla cultura a causa di alcune leggi governative. E così hanno pensato di festeggiare la vecchia abitudine istituendo “La Giornata del Caffè Sospeso” che cade il 10 dicembre, in coincidenza con la Giornata dei Diritti Umani.

In passato, nella città di Napoli c’era questa un’usanza molto particolare. I poveri potevano trovare al bar un caffè in omaggio pagato da un precedente avventore. Quest’ultimo lo lasciava – appunto – in sospeso per persone meno fortunate di lui.

Non si trattava di elemosina ma di solidarietà e comprensione.

Dal 2011 l’associazione “Rete del Caffè Sospeso – Festival, rassegne e associazioni culturali in mutuo soccorso” ha deciso di istituire, in concomitanza con la Giornata Internazionale dei Diritti Umani, il ‘10 dicembre – Giornata del Caffè Sospeso’ . Per proporre la ripresa dell’antica usanza partenopea nei bar e nei locali d’Italia e per diffondere anche nei settori della promozione culturale e sociale la filosofia solidale su cui si fonda.

Dal 2010, anno in cui è stata costituita la Rete, hanno aderito moltissimi locali. Ognuno dei quali espone un manifesto che invita a questa pratica.

Al gruppo dei 9 fondatori si sono aggiunte svariate associazioni che praticano la cultura dal basso. In mutuo soccorso come forma di resistenza alla crisi e ai tagli.

 

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