Giuseppe Vesi replica alle dichiarazioni di Franco Pepe, che in una intervista al Corriere della Sera fa alcune affermazioni riguardo la pizza tradizionale e la pizza gourmet.
“Sono accreditato a parlare della pizza perché il nostro cognome è da quasi cento anni un punto fermo per pizzaioli e, negli ultimi quindici-venti anni per una clientela che ci sceglie ogni giorno. La pizza nasce a Napoli, la patria di questo straordinario prodotto è quel centro storico dove sono vissuto, assieme ai miei fratelli, che continuano a portare avanti la tradizione, apprendendo l’arte dal nonno e da nostro padre, per poi diventare anche imprenditori”.
“La tradizione – continua Vesi – è uno scrigno prezioso che ha delle regole che nessuno ha il diritto di cambiare. Non a caso esistono organismi di categoria come l’Associazione Verace Pizza Napoletana, che tutelano e certificano i pizzaioli che lavorano rispettando la pizza tradizionale napoletana attraverso un disciplinare rigidissimo per cui nessuno si può improvvisare. La pizza tradizionale è come tante altre cose che non si possono cambiare. Come l’amatriciana, la mozzarella di bufala, i tortellini”.
“La mia famiglia come tante altre – prosegue – è custode di questa tradizione e non tutti posso vantarsi di esserlo. Franco Pepe non aveva bisogno di farsi pubblicità in questo modo, soprattutto perché pur essendo un ottimo esecutore, non conosce bene la realtà del centro storico, perché non è di Napoli. Chi è vissuto al centro storico ce l’ha nel proprio Dna, non ci si può fare niente”.
“Per quanto riguarda la pizza gourmet vorrei chiedergli se sa cosa vuol dire fare gourmet. Anche quello è uno standard che mi sembra che lui segua alla lettera, secondo i canoni: ricerca, tecniche di lavorazione, scelta delle farine, degli ingredienti, che, ovviamente, vanno poi a giustificare i costi che, a volte, vengono giudicati elevati”. “Concludo dicendo che nessuno si è mai sognato di accantonare la pizza tradizionale, i cui standard sono realizzati da storici esercizi come Da Michele, Di Matteo, Starita e tantissimi altri. La gourmet è un’alternativa, la pizza 2.0, l’evoluzione di quella tradizionale, ma rappresentano due progetti paralleli”.