Sono tornate dopo 90 anni alla Reggia di Caserta le statue di Talia, musa della Commedia, e di Melpomene, musa della Tragedia, che erano posizionate negli spazi della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Napoli.
“Il ritorno a casa” delle muse amate dalla regina Maria Carolina, è stato possibile, spiega il direttore generale della Reggia Tiziana Maffei “grazie al lavoro di squadra realizzato tra diverse istituzioni del Ministero della Cultura”.
“La dettagliata richiesta della Reggia di riavere le Muse, corredata da una motivata relazione storica artistica – aggiunge La Maffei – ha consentito di condividere con le varie Direzioni l’opportunità di restituire i beni al percorso museale del Complesso vanvitelliano”.
La statua di Talia è databile al II secolo d.C., di altezza pari a 1. 70 metri. La fanciulla, che impugna una verga, poggia la mano destra su un pilastrino al cui termine è posta una maschera teatrale. Indossa un sottile chitone, tunica impiegata comunemente nella Grecia antica, di foggia ellenistica, e un ampio himation, drappo poggiato sul braccio sinistro antico e leggeri calzari ai piedi. Il braccio destro è un inserto di età moderna. La seconda scultura, quella di Melpomene, musa della Tragedia, è di altezza pari a 1.78 metri, veste una lunga stola ricoperta da un mantello che avvolge il piede sinistro e lascia intravedere quello destro, calzato da un elegante sandalo. Il corpo principale è parte di un’opera di età romana del II secolo d.C..
Entrambe le braccia furono rifatte: il braccio destro con la mano che impugna una daga; il sinistro, ora reciso, con la mano che sorreggeva una maschera. Le teste sono moderne, eseguite probabilmente dal medesimo scultore. (ANSA).