Zona rossa, richiudono Gambrinus e pizzeria Brandi.

Camerieri del Caffe' Gambrinus di Napoli ritirano tavolini e sedie ed abbassano le saracinesche per l'ultimo giorno di apertura dello storico locale. I proprietari, a causa delle misure previste dal Dpcm, hanno deciso che non possono sostenere i costi di gestione affidandosi solo all'asporto, 4 novembre 2020 ANSA / CIRO FUSCO
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Come altri locali, anche due marchi storici dell’accoglienza e del ristoro a Napoli, il caffè Gambrinus e la pizzeria Brandi, si sono arresi alla zona rossa e hanno abbassato la saracinesca fino a quando la situazione non evolverà verso un ritorno alla normalità. Troppa poca gente in strada: la giornata di ieri, la prima con la Campania di nuovo in zona rossa, è stato un test per valutare che non c’erano le condizioni per rimanere aperti e così i locali da oggi chiudono fino a data da destinarsi.

Il Gambrinus rimarrà attivo con le vendite o line.

“Non c’è più nessuno, la città è vuota, spettrale. Siamo in guerra…” dice all’ANSA Massimiliano Rosati, uno dei soci del Gambrinus. “Aspettiamo con fiducia le successive tappe della campagna vaccinale, vogliamo riaprire appena ci saranno le condizioni”. “Viviamo anche in un contesto che diventa sempre più pericoloso: oltre ai raid e ai furti ai negozi di Via Toledo si registrano tanti piccoli episodi di microcriminalità”.

Stop temporaneo anche per la storica pizzeria Brandi a due passi dal Gambrinus e a ridosso della centrale Via Chiaia. “La pizzeria rappresenta tutta la mia vita – scrive sul profilo Facebook Paolo Pagnani, con il fratello Eduardo titolare di Brandi, dove nel 1889 la leggenda vuole sia stata sfornata la prima pizza margherita – la base della mia famiglia, un luogo di tradizioni da difendere e conservare come si custodisce uno scrigno di cose preziose. Ma d’altronde assistere ad un lento decadimento dovuto a delle restrizioni difficili, con i rapporti umani ridotti al minimo, non è in linea con la tradizione che abbiamo protetto e sviluppato in circa 250 anni di storia. Ma vorrei anche rassicurarvi sull’intenzione di riaprire al più presto, appena sarà possibile lavorare senza restrizioni inumane, sempre nel rispetto di quei protocolli sanitari ai quali ci siamo attenuti fin dal primo giorno”. Non basta l’asporto e il delivery per un’attività dalle caratteristiche peculiari: “Avevamo 27 dipendenti, ora si sono ridotti di numero. I costi non ci permettono, ora, di andare avanti. Già con la cosidetta zona gialla si viaggiava su livelli di ‘semisopravvivenza”; ora è propria dura’” dice il rappresentante della famiglia Pagnani. (ANSA).

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