Un grande evento napoletano per una pizza dal successo mondiale, il Pizza Unesco Contest.

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Presentata dai colossi dell’informazione, la splendida Brunella Cimadomo, affiancata dall’esperto giornalista enogastronomo Luciano Pignataro, ha preso il via, in una ancor calda serata, la kermesse ideata da Francesca Marino, biologa nutrizionista e lanciata sul sito Mysocialrecipe, denominata “Pizza UNESCO Conest” che ha visto la collaborazione di Luciano Pignataro e lo scendere in campo per la produzione di fantastiche pizze, pizzaioli professionisti di tutto il mondo e si è conclusa con la premiazione del 1° classificato Davide Civitiello già campione del mondo – Trofeo Caputo 2013.

Location della stupenda serata è stata il Palazzo Caracciolo di Napoli, dove sono intervenuti: Tony May, da 50 anni guru e ambasciatore della ristorazione italiana a New York, che ha premiato il vincitore del contest #pizzaUnesco lanciato dal sito MySocialRecipe, ed ancora il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, l’Assessore al Turismo della Regione Campania, Corrado Matera, il politico ambientalista Pecoraro Scanio, promotore dell’idea di far diventare la pizza Patrimonio Unesco, Gianni Ambrosino direttore di C21, Antimo Caputo titolare dell’omonimo Mulino, i titolari delle altre aziende sponsor della manifestazione, Antonio Pace presidente dell’AVPN e Sergio Miccù presidente dell’Apn.

Parlare del premiato è difficile anche se conosciamo bene la sua straordinaria bravura, ma altrettanti nomi di spicco, a nostro avviso, penso siano da ritenersi al primo posto per la loro indiscussa bravura. Poi la giuria deve, come per tutti i concorsi, scegliere un primo classificato e questo si sa e si accetta per la normalità di procedure. Dobbiamo dire però, pur non avendo assaporato la pizza che Civitiello ha presentato all’espertissima giuria composta dallo scultore e pittore Lello Esposito, il giornalista enogastronomo Allan Bay, il medico nutrizionista Giorgio Calabrese, il blogger americano Scott Wiener, la giornalista de l’Espresso Eleonora Cozzella ed il medico e giornalista Tommaso Esposito, che la semplicità vince sempre perché con i nostri prodotti campani vengono esaltati tutti i sapori.

Ad abbracciare e congratularsi con Civitiello del nuovo successo, che somma ai tanti della sua carriera, sono giunti subito in primis Franco Manna, Presidente di Sebeto SpA che raggruppa i marchi Rossopomodoro, Anema e cozze, Ham Holy Burger, Rossosapore e Coq, gruppo per il quale il pluricampione lavora, Clelia Martino, ufficio stampa – Development Manager di Sebeto e lo Chef Antonio Sorrentino maestro della ristorazione dello stesso gruppo.

Abbiamo intervistato Civitiello che ci ha detto: “ho aggiunto un nuovo successo a quelli già conseguiti nella mia lunga carriera anche se sono giovane, ho 30 anni, ma ho iniziato da bambino a fare il pizzaiolo. Spero di andare sempre più lontano raggiungendo altri successi anche se il vero successo è la pizza che ci fa stare tutti uniti come in questa serata, la vera emozione è la pizza! Il successo che auguro di avere a tutti i miei colleghi è dovuto, come per questa sera con la pizza da me presentata, alla semplicità. Una semplicità caratterizzata dall’impasto fatto con solo acqua, sale, lievito e farina, poi la forma non tonda ma ovale, farcita in quattro sezioni: con pomodorini del piennolo con aglio olio e origano, datterino giallo di Battipaglia con mozzarella, pepe e pecorino bagnolese e ancora pecorino grattugiato con il San Marzano, antico pomodoro campano. Alla creatività di questa squisita ricetta ha contribuito il maestro chef Antonio Sorrentino che è sempre al mio fianco come con questa pizza gettonatissima già da 4 anni nei locali di Rossopomodoro, in tutto il mondo, perché le ricette le creiamo proprio a Napoli nel locale di via Nazario Sauro, con un mare mergelliniano di fronte che già con il pensiero ci spinge ad avere fiducia dell’ottenimento di un successo che parte di qui per conquistare il mondo”.  Sorrentino soggiunge:”abbiamo cercato di restare in tema e quale migliore pizza, con quattro pomodori diversi può rappresentare la pizza Unesco? Perché la pizza a Napoli viene farcita con pomodoro, formaggio, origano, aglio, mozzarella e basilico ed allora ecco con la semplicità il successo nostro alla conquista del riconoscimento Unesco. Nel nostro menù, questo tipo di pizza, esiste da oltre quattro anni ed ha ottenuto successo da chiunque l’ha provata, ora rendendola pubblica ancor più invitiamo tutti a venirla a degustare. Voglio fare osservare che i colleghi pizzaioli non mi vogliono bene perché propongo una pizza che comporta un maggior lavoro, specialmente quando tiri questa pizza sulla pala i pomodori si muovono e richiede quindi maggior tempo a fatica, ma io persevero nella mia idea e Civitiello la condivide così offriamo una pizza particolare che da grandi soddisfazioni  a noi per primi perché LA PIZZA è PASSIONE, si fa con il cuore napoletano e la si offre con gli stessi sentimenti che la maggior parte di questo popolo possiede”.

La manifestazione, nata per sostenere la giusta causa del riconoscimento dell’Unesco dell’arte dei pizzaioli napoletani, ha raccolto un consenso planetario che si è concluso con la partecipazione alla serata finale di un ristretto numero di invitati che ha raggiunto ben circa 500 persone.

Alla gara finale, nella quale ogni pizzaiolo ha espresso la propria creatività e capacità di proporre la pizza,  hanno partecipato i maestri pizziuoli Gaetano Giglio con “Amatriciana mia”, Bernardo Scollo con “Viva il Sud”, Vincenzo Lettieri con “Tripudio”, Giuseppe Vaccaro con “Terra mia”, Mauro Autolitano con “Pizza Tiziano”, Carmine Paduano con “Pizza sorpresa”, Maria Cacialli con “A carrettiera”, Vincenzo Esposito con “Un bacio a Furore”, Davide Civitiello con “Pomodorosa”, Pasqualino Rossi con “Vivadella”.

La giuria ha voluto assegnare anche quattro premi straordinari e per la pizza senza glutine non poteva che essere vincitore Marco Amoriello della pizzeria “Al Guappo” di Moiano, mentre per la conservazione del ricordo dell’antica pizza napoletana Salvatore Sasso con la sua pizzeria Gorizia al Vomero NA che ha da poco compiuto 10 anni di gloriosa attività è salito sul palco per essere anche lui premiato, come anche Teresa Iorio Campione del mondo 2015. La prima donna al mondo a ricevere l’onorificenza di capionessa del mondo del gentil sesso produttrice di pizza, e ci piace aggiungere di divine pizze sia per il gusto che per la produzione artigianale al 100%.

A dare manforte e sostenere l’iniziativa del contest #pizzaUnesco sono intervenute le aziende

La Fiammante, Molino Caputo e Olitalia e nella serata finale anche Duni – Horeca service, Impact srl, Salvatore Martusciello con i suoi vini di Persistenza, l’Ais Campania con Tommaso Luongo e la Fisar con Anna Mercogliano, la Mozzarella di Bufala campana Dop, e tanti grandi chef compreso Giuseppe Daddio che con la sua scuola di Maddaloni “Dolce& Salato” condotta anche con il maestro pasticciere Aniello di Caprio rappresenta una fondamentale realtà operativa culturale del settore che la Campani vanta ed ancora il maestro dolciere Pepe di Sant’Egidio del Monte Albino che ha permesso a tutti di concludere la serata degustando i suoi famosi Babà, che ha visto dapprima delle premiazioni una infinità di Finger Food in degustazione e dopo una variante di pizze d’ogni tipo prodotte al momento dai vari pizzaioli presenti.

 

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