“I più recenti sviluppi della vicenda politica nella regione mediterranea hanno visto l’Italia impreparata ed anche poco pronta ad assumere iniziative capaci di prevenire minacce esterne alla sua sicurezza.
La sensazione che si percepisce è che il nostro Paese, anche in ragione delle caratteristiche epocali della crisi che lo attraversa, sembra aver perso ruolo ed influenza sugli accadimenti alle sue porte di casa, con conseguenze di rilievo nelle aree che toccano direttamente la sua geo-politica e che incidono inevitabilmente anche sullo sviluppo della sua economia”.
Nasce da queste considerazioni sintetizzate dall’Ambasciatore Antonio Badini, già direttore generale al Ministero degli Esteri per il Mediterraneo e il Medioriente, il progetto “Italia-Mediterraneo” della Fondazione Socialismo.
Un progetto divenuto una concreta proposta politico-diplomatica che ha iniziato al Senato nello scorso Marzo il suo percorso di diffusione e discussione. Un percorso che prosegue oggi con un confronto accademico nazionale, partito il 7 Maggio dall’Università degli Studi di Bologna, che sabato 23 maggio alle ore 11 farà tappa a Napoli nella Biblioteca Pagliara dell’Università Suor Orsola Benincasa, non a caso prestigiosa sede di rappresentanza della Fondazione Terzo Pilastro Italia-Mediterraneo, che con la Fondazione SDN di Napoli ha voluto promuovere l’incontro napoletano.
Alla discussione coordinata dallo storico Piero Craveri, presidente dell’Ente Morale Suor Orsola Benincasa, prenderanno parte Gennaro Acquaviva, presidente della Fondazione Socialismo, Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione Affari Esteri del Senato e Lucio d’Alessandro, Rettore dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa.
La relazione introduttiva sarà dell’Ambasciatore Badini che illustrerà ragioni e modalità della proposta progettuale.
“Di fronte al mondo, ma in particolare ai popoli amici della sponda Sud del Mediterraneo, attraversati e colpiti da una crisi epocale – anticipa l’ambasciatore Badini – il nostro Paese deve tornare ad impegnarsi attivamente, esprimendo una politica intelligente ed anche dotata di autorevolezza. L’Italia deve avere la consapevolezza, e quindi anche la responsabilità, di comportarsi come una grande Nazione, in grado di esercitare appieno il proprio ruolo: quello più generale nelle relazioni internazionali e nell’organizzazione della pace; quello di portata regionale rispetto alle crisi ed ai conflitti che ci sono più vicini. Questo ci impegna alla attenta conoscenza dei problemi in campo ma anche ad un collegamento forte con la tradizione che abbiamo costruito nel Mediterraneo, che deve tornare ad essere, anche attraverso la nostra azione ed il nostro contributo, un mare di pace e di progresso”.