“Questo Sistema non potrebbe, nel suo complesso, trattarci peggio di così. Oltre a tutte le storture ed a tutte le carenze che ci assillano in un Comparto messo sempre all’ultimo posto nelle priorità del Paese, anche vedere finire nella spazzatura i risultati del nostro lavoro, che compiamo fra mille sacrifici ed altrettante difficoltà di ogni genere, ci dà la misura di quanto tutti se ne infischiano degli Appartenenti alle Forze dell’Ordine, dando assolutamente per scontata la nostra dedizione e considerandoci alla stregua di schiavi. E’ questo uno degli innegabili significati che porta con sé un fatto grave come quello accaduto a Bari, dove si lascia che presunti esponenti alla criminalità organizzata non debbano neppure rispondere di quanto loro contestato, grazie al trascorrere del tempo fra l’inefficienza generale. In questo Paese gli unici a subire ogni tipo di accanimento quando c’è anche solo il sospetto che possiamo aver sbagliato, non importa se volutamente o meno, o che non abbiamo fatto il nostro dovere adeguatamente, siamo noi Tutori dell’ordine. E’ una vergogna”.
Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, commenta così quanto accaduto a Bari, dove un processo per presunti esponenti della criminalità organizzata imputati per intestazione fittizia di beni si è concluso, fra l’altro, con il proscioglimento di dieci persone per intervenuta prescrizione e restituzione dei beni sequestrati (decine tra auto, moto, conti correnti, terreni e quote societarie). I fatti di causa risalivano al 2003-2006, la richiesta di rinvio a giudizio era del dicembre 2009, poi, nel 2011, cominciò il processo dal giudice monocratico che, dopo quasi due anni, si dichiarò incompetente ed inviò gli atti al collegio, dinanzi alla quale il dibattimento è ripartito da zero nel 2013. Alla fine è arrivata, implacabile, la prescrizione per molte persone pronunciata dal Tribunale di Bari. “Ma come – insiste Maccari -? Anni per chiedere un processo? Anni per capire che si è incompetenti a trattarlo? Anni, per condurre un dibattimento? Anni, anni e anni per un procedimento costruito sulla fatica e sul sudore delle Forze dell’Ordine, di cui tutti dispongono a piacimento, volendole prontamente sull’attenti quando c’è da chiedere, ma senza mai pensare a come fare per dare loro la considerazione e l’appoggio che meritano, magari procurandogli almeno quanto serve per lavorare. Anni dopo i quali, come accade fin troppo di frequente, ci troviamo di nuovo al punto di partenza, ed adesso i cretini con la divisa tornino a lavoro…”.