Un percorso lungo la storia e i progressi della scienza, passando per la nascita della diagnostica per immagini. E’ stata inaugurata questa mattina, nel padiglione Galilei di Città della Scienza a Napoli, “The beauty of imaging”, mostra che celebra i 90 anni della Bracco e che ha esordito alla Triennale di Milano. La nuova versione “riadattata” per il polo di ricerca e divulgazione scientifica di Bagnoli punta ad attirare l’attezione dei suoi principali fruitori, i giovani studenti e le scolaresche che affolleranno il Padiglione Galilei per scoprire l’utilità della diagnostica per immagini.
“E’ una grande gioia tornare qui a Città della Scienza”, ha dichiarato Diana Bracco, presidente del Gruppo Bracco, che ha tagliato il nastro insieme al commissario di Città della Scienza Giuseppe Albano. “Questa mostra – ha aggiunto – è una sorta di gemellaggio con quella fatta alla Triennale di Milano nel 2017, quando abbiamo festeggiato i 90 anni della Bracco che è un campione di tecnologia made in Italy. Siamo in tutto il mondo e competiamo con i grandissimi a livello mondiale, quindi è ben vero che l’Italia sa fare performance eccezionali”.
La traccia della mostra, ha spiegato Bracco, “parte da Roentgen e arriva ai giorni nostri, dalla scoperta dei raggi x fatta da Marie Curie, grandissima eroina ed esempio per tutti, e arriva all’attualità con tutte le tecnologie di imaging moderno, dalla Tac alla risonanza magnetica fino alla modalità che si basa sugli ultrasuoni assolutamente non invasiva”.
L’obiettivo della mostra, spiega Fulvio Renoldi Bracco, amministratore delegato di Bracco Imaging, “è molto chiaro: portare questo tipo di mostra, che accoppia la storia di un’azienda con lo sviluppo di una scienza importante come la medicina, alla portata di tutti. Noi vorremmo che, attraverso questa mostra, ci si innamorasse non solo della diagnostica, ma dell’idea di scienza, della scoperta scientifica e di come questa è poi in grado di risolvere problemi molto importanti per l’uomo”.
Non mancano alcune “chicche” all’interno della mostra, come la prima radiografia della storia, l’immagine della mano della moglie di Roentgen, con tanto di anello matrimoniale, e quella della prima radiografia in ambito militare, realizzata proprio a Napoli: fu il colonnello Giuseppe Alvaro, durante la guerra italo-abissina nel 1896, a radiografare nell’Ospedale Militare per la prima volta la posizione di fratture e proiettili a due soldati feriti reduci dalla battaglia di Adua; si può inoltre ammirare il quaderno originale di laboratorio del professor Ernst Hermann Felner, chimico che sintetizzò la molecola del primo mezzo di contrasto non ionico. Domina l’intero ambiente l’enorme riproduzione di uno dei due bronzi di Riace, rinominato “guerriero A”, realizzato con 600 tasselli di metacrilato raffiguranti immagini di fiori, manufatti e parti anatomiche ottenute con varie tecniche di imaging diagnostico ed elaborate singolarmente in computer grafica. La mostra sarà visitabile fino al 6 gennaio 2019.
Una mostra “di straordinaria importanza” che “ospitiamo molto volentieri”. Così il commissario di Città della Scienza, Giuseppe Albano , inaugurando insieme alla presidente del gruppo Bracco, Diana Bracco, la mostra “The beauty of imaging” che resterà in esposizione nel Padiglione Galilei fino al 6 gennaio 2019.
Una mostra che, spiega Albano, “affianca benissimo il nostro museo interattivo del corpo umano, Corporea. E’ una storia della diagnostica per immagini che evolve dai momenti iniziali a oggi e che permette di entrare letteralmente dentro il corpo umano, facendo vedere cose straordinarie. Fa capire come la salute sia importante e come il corpo umano, grazie a queste tecniche innovative, può essere tutelato”. (AdnKronos)